ATP Vienna, Berrettini: “Il servizio la mia chiave, sono in fiducia”
Al termine del match con Marton Fucsovics è arrivato anche per Matteo Berrettini il momento delle interviste di rito; oggi giornata che è partita nel migliore dei modi, con entrambi gli alfieri azzurri che hanno passato il turno qua a Vienna.
Dopo Marrakech il momento più duro del 2024, ma mi sono rialzato e ho ritrovato la gioia di scendere in campo
Matteo Berrettini
D: “Quali sono state le chiavi della tua vittoria oggi?“
Berrettini: “Devo dire che servire bene è stata la chiave. Quando servo bene ho meno pressione e posso investire più energie nei game in risposta. Fra l’altro sono anche riuscito a trovare continuità in risposta che è una cosa molto importante. In generale comunque credo che tutto porta dal servizio e sono molto contento di come ho giocato. Poi devo dire che sono molto contento di essere qua a Vienna, è un torneo che mi piace, in cui non vedo l’ora di giocare e di cui ho dei bei ricordi“
D: “Visto che hai parlato del servizio dicci quanto è difficile essere sempre così consistenti in questo fondamentale“
Berrettini: “Diciamo che è qualcosa a cui ormai sono abituato, fare affidamento sul servizio è sempre stata una chiave, da quando sono entrato nel tour. Ho cominciato giocando a tennis sulla terra ma poi lavorando con i miei allenatori abbiamo migliorato molto il servizio, per guadagnare punti facili“
D: “Parlando di come sei evoluto cosa ti avrebbe sorpreso di più sapere rispetto a quando hai cominciato?“
Berrettini: “Forse di come mi sono adattato al gioco su erba; la prima volta che sono andato a giocare a Wimbledon è stato a livello juniores. In quell’occasione mi ricordo che ero molto giovane e c’era anche un aspetto emotivo connesso al fatto che stare lì era un sogno. Poi col tempo ci ho lavorato, magari sono sbocciato un po’ più tardi rispetto ad altri, ma comunque sono arrivato“
D: “Facendo un bilancio di quest’anno di cosa vai orgoglioso? è stato un anno particolare in cui sei riuscito anche a vincere 3 tornei“
Berrettini: “Sì, è stato un anno particolare. Ho cominciato la stagione in ritardo, perchè ho cominciato giocando a Phoenix e poi ho continuato bene a Marrakech dove ho vinto il torno. Subito dopo Marrakech però è stato un brutto momento perchè mi son dovuto fermare di nuovo. Mi sembrava incredibile di essermi fatto male un’altra nuova e sembrava quasi come il ripetersi di una storia già vista, che alla fine mi ha fatto saltare la stagione sulla terra, a cui tengo tanto e dove mi piace giocare. Poi però sono orgoglioso di poter dire che ho superato mentalmente quel momento ed è tornata subito la voglia e l’energia per ritrovare la gioia di scendere in campo“
D: “Questo è l’ultimo torneo di Thiem, ci puoi dare qualche considerazione?“
Berrettini: “Dominic è stato un grandissimo giocatore, sono onorato di averlo potuto affrontare. I risultati che è riuscito a raggiungere sono incredibili e il solo fatto che sia riuscito a mettere in difficoltà Rafa sulla terra la dice lunga. Ho grandissimo rispetto per la sua carriera e per la sua scelta di abbandonare il tour adesso che non si sente più di competere come vorrebbe. Sono sicuro che questo rispetto è condiviso anche da tutti gli altri giocatori del circuito“
DOMANDA UBITENNIS: Approfittando del fatto che stiamo parlando di Thiem vorrei chiederti due parole sul fatto che è stato oggetto di tanti infortuni e su come ha parlato dei suoi problemi emotivi dopo la vittoria dell’US Open. In particolare quanto possa essere difficile mostrare anche delle debolezze in uno sport così competitivo come il tennis“
Berrettini: “Giocare a tennis è molto più che colpire una pallina; innanzitutto è fondamentale prendersi cura del proprio corpo e cercare di gestire nel modo migliore possibile gli infortuni che si possono presentare. Negli ultimi due anni io stesso sono stato bersagliato e capisco di cosa si parla. Parlando degli aspetti psicologici il tema è complesso. Ci sono situazioni che considero personali e che non ritengo debbano essere esposte e rese pubbliche. Dall’altro lato però credo che finalmente ci si stia allontanando da un modello che pretende di essere inscalfibili. Che alla fine uno cerchi di costruirsi una corazza è normale, ma non solo nel tennis o nello sport, ma in tutti gli ambiti della vita. D’altronde però credo che di questi temi, delle difficoltà che uno può incontrare, si cominci a parlare in modo più libero. Ad esempio recentemente Grigor (Dimitrov) ha parlato di quando anche lui ha attraversato alcuni momenti bui. Penso che sia una cosa sana poter parlare più liberamente e senza essere giudicati di queste cose, fermo restando che alcune questioni pertengono alla sfera privata e lì devono rimanere“
DOMANDA UBITENNIS: Torniamo a parlare di questo 2024. Son già passati alcuni mesi da quando hai cambiato il tuo team e durante i quali hai potuto confrontarti con persone nuove. Quali sono le cose che ti porti a casa?
Berrettini: “Sì, è vero è stato un bel cambiamento. Sicuramente non era un cambiamento dettato dai risultati, perchè quello che ho raggiunto in questi anni è stato estremamente soddisfacente e sotto gli occhi di tutti; tuttavia sento che è stata una decisione giusta; è stata sicuramente una fonte di grande stimolo potermi confrontare con persone nuove e da questo confronto, da questa novità, ho sicuramente tratto tanta energia positiva“
DOMANDA UBITENNIS: “Rispetto alle tue condizioni fisiche cosa ci puoi dire, come ti senti in questo momento?“
Berrettini: “Devo dire che mi sento bene, anche negli spostamenti mi sto muovendo bene e mi sento in fiducia; sicuramente quando uno è reduce da infortuni ripetuti i rischi aumentano e anche psicologicamente è più complicato da gestire. Anche solo sotto il profilo inconscio qualcosa rimane, ma ripeto sono molto contento di come stanno andando le cose in questo momento: mi sto allenando molto bene, stiamo lavorando per mettermi nelle migliori condizioni possibili e anche questo fatto di dover fare attenzione è fonte di stimolo; lavorare per tornare al meglio e superare anche le resistenze mentali inconsce è una grande sfida che sto affrontando ed una delle tante cose che mi motiva“