Evasione fiscale da oltre 620 mila euro, denunciato l’ex presidente del Pordenone calcio Mauro Lovisa
Non pagava l’iva dal 2019 e per evitare sequestri avrebbe trasferito il patrimonio aziendale a un’altra impresa sempre a lui riconducibile. Con questa accusa la guardia di finanza di Pordenone ha denunciato il Mauro Lovisa, l’ex presidente del Pordenone calcio, in liquidazione giudiziale dal 2023. Il fatto non riguarda in alcun modo la nuova società, ripartita dall’eccellenza dopo il fallimento.
L'attività origina da una prima denuncia della locale agenzia delle entrate per il rilevato omesso versamento di IVA per l'anno 2019. Le indagini, delegate alle fiamme gialle, hanno evidenziato la grave crisi finanziaria della società, tale da persuadere la Procura della Repubblica di Pordenone a chiederne, al locale Tribunale, la dichiarazione di stato di insolvenza e l'avvio della procedura di liquidazione giudiziale.
La società, infatti, oltre al già accertato debito per il 2019, non aveva versato l'IVA nemmeno nel 2021 , anno in cui, come per il successivo 2022, aveva anche evitato di versare le ritenute fiscali, per un ammontare complessivo pari a oltre 3.900.000 euro (successivamente rideterminato in circa 622 mila euro, in ragione delle recenti modifiche alla normativa tributaria).
Per tali omissioni, le fiamme Gialle hanno denunciato il presidente pro tempore alla Procura della Repubblica di Pordenone per violazione delle norme penal-tributarie a tutela della regolarità dei versamenti periodici.
Contestualmente, i finanzieri hanno anche accertato che il presidente della società, per sottrarsi ad eventuali sequestri, aveva trasferito fittiziamente il patrimonio aziendale della ditta individuale di cui era titolare ad una società solo formalmente riconducibile ai due figli ma, di fatto, sempre da lui gestita.
Per questo motivo, condividendo la ricostruzione del Nucleo di polizia economicofinanziaria, la procura della Repubblica di Pordenone ha chiesto al tribunale di Pordenone, che lo ha disposto, il sequestro delle somme evase dalla società, eseguito, sino all'ammontare di 662 mila euro, su 2 rapporti bancari intestati sia ad essa che al presidente che ne era in carica sino all'apertura della liquidazione giudiziale.
La definitiva colpevolezza dell'amministratore dovrà, in ogni caso, essere vagliata dall'autorità giudiziaria nel corso dell'iter processuale che conseguirà alle indagini eseguite.