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Октябрь
2024

Gli ordigni inesplosi di Gorizia saranno esposti al museo sul confine

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È stata la sesta bomba d’aereo emersa nell’area transfrontaliera nel giro di un anno e mezzo, la settima dal 2007. Con le precedenti e le eventuali altre bombe che dovessero venire alla luce da qui al termine dei lavori di riqualificazione dello scalo ferroviario d’oltreconfine, l’ordigno verrà esposto al museo della Transalpina. È questa l’intenzione dell’amministrazione municipale di Nova Gorica. L’obiettivo è far capire ai visitatori come gli effetti delle guerre non si esauriscano con la firma dei trattati di pace. La pace va costruita giorno dopo giorno e sul confine italo-sloveno lo si fa anche disinnescando bombe.

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In queste situazioni, però, non c’è mai niente di scontato o di ordinario. Lo ha spiegato bene Aljaž Leban, comandante del Nus per la Primorska settentrionale. «Ogni bomba porta con sé alcuni problemi, ma l’importante è che tutto sia andato per il verso giusto».

Il residuato della Seconda guerra mondiale ritrovato tre settimane fa di fronte alla stazione ferroviaria sembrava in buone condizioni e, dal momento che si trovava già ad una profondità di due metri, per inertizzarlo non è stato neppure necessario spostarlo in una buca. La previsione era che l’intervento di disinnesco avrebbe richiesto complessivamente un quarto d’ora, ma se in termini assoluti l’operazione è stata la più veloce tra tutte quelle effettuate in zona dallo scorso anno ad oggi, i tempi si sono più che raddoppiati.

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Benché per dimensioni la bomba sia stata una delle più piccole ritrovate fino ad ora, l’ordigno di fabbricazione inglese da 104 chilogrammi è stato il più complicato da mettere in sicurezza.

Il primo, quello emerso durante lo scavo al margine della Kolodvorska pot, presentava un detonatore danneggiato, così in quella situazione gli artificieri dell’Unità nazionale slovena per la protezione degli ordigni, avevano pianificato l’intervento tenendo conto delle condizioni in cui si trovava l’innesco e altrettanto era accaduto con l’ultima delle tre bombe ritrovate tra febbraio e marzo.

In quell’occasione l’ordigno era stato fatto brillare sul posto. Nel caso di ieri, invece, l’imprevisto si è presentato in fase d’intervento, dimostrando che in queste situazioni non esiste nessuna routine. La prevista rimozione della spoletta si è rivelata impossibile, così gli specialisti hanno dovuto pensare a un piano B sul posto per poi metterlo in atto.