I dem respingono l’ipotesi primarie a Monfalcone e avvisano gli alleati: «Così ci si fa male»
Non tira aria di primarie, nel partito che le inventò. E neppure muove un afflato per la discesa in campo del civico Enrico Bullian. Del resto, il Partito democratico, non senza patemi, è appena riuscito a trovar la quadra sul suo, di candidato, Diego Moretti, e dopo lo sprint dell’ultimo miglio per designarlo, adesso non ci sta proprio a farsi soffiare l’imprimatur sulla primogenitura dell’uomo che sfiderà la triplice alleanza a centrodestra.
E quindi il segretario di sezione Gianfranco Pizzolitto, leva i guanti e sfodera gli artigli: «Mi pare che ci sia stato sabato tanto entusiasmo ed è pure bello. Però credo che qui ci voglia anche un po’ di prudenza. Perché di per sé non è una condizione necessaria e sufficiente, lo slancio. A volte con l’entusiasmo ci riempi le sale, ma non le urne».
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Prima stilettata agli alleati, perché la frase rimanda al vissuto del centrosinistra nel 2022, quando l’esponente della Sinistra Cristiana Morsolin, «una brava candidata», vittoriosa alle primarie, poi finì sconfitta al voto.
«Da un lato – sempre il segretario che doveva essere di transizione e invece si trova a gestire forse uno dei bivi più difficili – non ho dubbi che i due candidati, Moretti e Bullian, siano di assoluto livello, però non bisogna farsi del male e qui invece mi pare che si voglia intraprendere una strada già vista».
Secondo richiamo al 2022. E quindi «attenzione se ci inseriamo in una logica di contrapposizione» perché ci si rompe le ossa. «E non si rispetta – prosegue – lo zoccolo duro dell’elettorato, che come sappiamo dalle analisi svolte assieme, è rappresentato da una platea di ultrassessantenni».
«Anche l’altra volta – sempre il dem, al terzo rimando al 2022 – avevamo una candidatura forte, ma se ne ripercorriamo la via con Enrico si rischia di ottenere ugual esito. Diego, invece, può dare una risposta a quell’elettorato lì, perché s’attesta meglio all’identikit».
E quindi primarie cassate? «Prendiamo atto del nome di Bullian – continua l’ex sindaco –, ma non per questo precipitiamo le cose, anzi le analizziamo con criteri precisi. Io sono disponibile a ragionare insieme, a incontrarci, ma non posso non vedere che ci sono soggetti civici riconducibili alla Sinistra. Apprezzo il desiderio di svolta e le aspettative di cambiamento. Infatti qualsiasi candidato la spunti, tra le figure, entrambe degne, proposte dal centrosinistra, farà meglio rispetto all’attuale gestione».
E ha colpito, Pizzolitto, il fatto che l’amico, fin dai tempi di giunta, Bou Konate si sia schierato con Bullian? «Un amico stimatissimo – puntualizza – che fa il suo: capisco che dopo tutto ciò che ha dovuto subire non si renda conto di come il problema dell’immigrazione sia pressante, infatti bisognerà trovare un equilibrio tra i principi e i valori della solidarietà e il sentire comune della gente. Se non capiamo questo, allora siamo stati bravi ed entusiasti nel nostro recinto, ma non abbiamo capito il disagio che il cittadino vive. C’è un impatto vero, che non va sottovalutato, bensì interpretato».
«In Corso c’erano tanti giovani e di atteggiamento progressista – conclude –: fa piacere. Anche nel 2022 (quarta volta, ndr) era così, ma la città purtroppo non ci è venuta dietro. Il candidato migliore è quello che vince all’urna, incarnando un perimetro più vasto rispetto a quello visto».
Sui “civici-patacca” è intervenuta in una diretta social, ieri sulla strada per Genova, l’eurodeputata Anna Cisint, pur dicendosi «poco interessata alle lotte intestine»: «Caro Bullian, è difficile che mi prendi in giro. Civici? Neanche l’ombra, anzi molti volti noti da Martinelli, neppure eletto consigliere, alla solita Di Ilio». E ricorda che «i finti civici sono quelli entrati in acqua vestiti a Marina Julia» quando la giunta faceva le sue battaglie sui costumi da bagno. Una sinistra tacciata di «arroganza», che ha «portato la città al disastro quando si doveva scegliere il sistema produttivo» a Panzano.
Da Moretti centellinate parole e l’idea che «le primarie non facciano al caso monfalconese»: «Nessuna rivalità con Enrico, vivo la situazione in assoluta tranquillità: non c’è nulla di personale. Chi invece valuta la situazione come l’ennesima faida interna, sappia che non è così. Il centrosinistra cerca di mettere in campo le figure più autorevoli perché la sfida è difficile: ci ragioniamo su in serenità. Non è questione di tifoserie, con cui non si va da nessuna parte, bensì di pura valutazione su chi sia in grado di estendere maggiormente le alleanze». Se ne riparlerà. —
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