Auto e case a fuoco per un terreno conteso a Vigonza, ai domiciliari i titolari di una ditta di autotrasporti
Sono stati posti agli arresti domiciliari i titolari di una ditta di autotrasporti, accusati di atti persecutori e incendio doloso, a seguito di due roghi di vaste proporzioni avvenuti a Vigonza, in via Rigato, nel 2024.
L'ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Padova su richiesta della Procura, è stata eseguita dai Carabinieri il 19 settembre, ma la notizia è stata resa nota solo in queste ore.
Gli incendi, avvenuti uno a maggio e l'altro a settembre, hanno distrutto diverse auto e danneggiato le abitazioni di privati cittadini e di un funzionario comunale, finendo subito sotto la lente degli inquirenti per la loro evidente natura dolosa.
L'indagine, coordinata dalla Procura e condotta con la collaborazione dei Carabinieri della stazione di Pionca di Vigonza, del Nucleo Operativo e Radiomobile di Padova e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, ha permesso di collegare i due episodi incendiari a controversie giudiziarie di lunga data che coinvolgevano l'azienda di autotrasporti.
Le indagini: incendio devasta una casa a Vigonza, ipotesi dolo
L'impresa, a conduzione familiare, operava su un terreno di via Rigato ritenuto dai residenti e dall'amministrazione locale utilizzato in violazione delle norme urbanistiche.
Dopo una serie di sentenze del Tar, del Consiglio di Stato e del Tribunale di Padova, che avevano imposto la cessazione delle attività sul terreno, i membri della famiglia avrebbero iniziato a compiere atti ostili, intimidatori e persecutori nei confronti di amministratori comunali e residenti della zona, ritenuti responsabili delle segnalazioni e delle sanzioni che avevano portato alla chiusura del loro business.
Dopo il primo incendio, avvenuto il 1° maggio ai danni di un tecnico del Comune, sono stati avviati accertamenti tecnici che hanno consentito di raccogliere prove schiaccianti contro gli indagati. Tra gli elementi a carico, l’analisi dei tabulati telefonici e le coincidenze cronologiche tra le vicende processuali e gli atti persecutori.
Sulla base di queste evidenze, il Gip ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza e ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per i titolari dell’impresa, ritenendo concreto il rischio di reiterazione dei reati.