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Highlander Apu: Udine batte Urania Milano con una tripla di Stefanelli allo scadere

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L’Old Wild West era sotto un treno eppure ha vinto. Come? Con una tripla di Stefanelli all’ultimo istante di una partita incredibile, che sembrava ormai persa.

Finisce 75-74, questa vittoria servirà, però, solo se sarà presa ad esempio. Per trenta minuti la squadra di Vertemati sembrava un pugile suonato. Senza intensità, lunghi, piena di difetti. Poi, tuttavia, è emerso il cuore di un gruppo che adesso deve raddrizzare la barca, perchè ne ha tutte le possibilità.

Pronti via e, come ormai d’abitudine, l’Apu fa fatica a tenere i lunghi del giorno. Stavolta Cavallero e Udanoh, non tra i più temuti della categoria, bastano a togliere dalla partita Pini, che fa tre falli e una palla persa in un amen. Domanda: se uno è un gran cambio per tutta la carriera, ma proprio buono buono, perché dovrebbe trasformarsi in titolare all’improvviso?

Ripartire, senza se e senza ma, è fondamentale dopo la sberla di Cividale per la banda di Vertemati. Ma Milano, senza l’ex Ale Gentile, oltre venti punti di media finora, influenzato, è più in palla. Fine primo quarto 14-16. Anche l’ultimo dei tifosi al Carnera capisce che la squadra del cuore avrebbe bisogno di una scossa.

Secondo quarto, stesso ritornello con Cavallero che fa ammattire da sotto e fuori un’Apu in confusione. Prova ne è l’inutile fallo di Johnson prima della pausa lunga che regala a Cesana i tre tiri liberi che valgono il 34-34. Come con Rota a Cividale.

All’intervallo si presenta il settore giovanile Apu. In attesa che produca i tanto attesi giocatori friulani (di talento pare ce ne sia) da regalare al Carnera, riecco l’Apu. La partita è di quelle da vincere, come non importa. Udine prova a correre, il giardino di Hickey, ma i quattro falli di Pini e Ikangi negano alla squadra di Vertemati anche quel briciolo di atletismo che le era rimasto. L’Urania, con l’ex Amato che sale di tono, lo capisce benone. Quando Udanoh salta e schiaccia in faccia a Bruttini un brivido scorre tra i tifosi del Carnera per il presente e il futuro.

Perché l’Urania, senza i venti punti di Gentile, non è la Fortitudo, Cantù, Verona e chi più ne ha ne metta. A fine terzo quarto Udine si smarrisce e affonda: 48-58 per mancata intensità e triple di Amato. Udine, letteralmente sotto un treno, si affida al redivivo Ambrosin, che in un amen riporta entusiasmo al Carnera e l’Urania a tiro (54-58) a 9’14” dalla fine, un’eternità. Pini stoppa. “Udine, Udine”, canta la curva. Vertemati se la gioca senza americani. Missile di Caroti, sorpasso di Pini, ora con l’elmetto, 59-58 a 7’ dalla fine, anche se farà subito il quinto fallo. Milano non molla, ma la banda di Vertemati, sempre “all Italy” è indiavolata. Però ha fretta e vuole rimontare solo tirando da tre. Coach, metti Hickey su.

A 4’ sul 62-62 il trottolino entra. Tripla e poi entrata sbagliata. Milano non ci sta e da sotto fa quel che vuole, i rimbalzi sono una chimera. Sembra finita, in pratica lo è. Si diffonde la notizia che Cividale ha vinto a Rimini con una tripla di Redivo allo scadere. Alibegovic riapre il match con una tripla, poi a 16” dalla fine Udine attacca per il pareggio. Serve una tripla. Stefanelli, invece, vede un buco si butta, segna e prende fallo. Parità 72-72 a 9” dalla fine. Entra Gentile, incredibile, ha la febbre. Canestro di Cesana. Finita? No Stefanelli regala a Udine una vittoria pazzesca con una tripla allo scadere.