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Nucleare a Marghera, no del centrosinistra. Caute aperture da FdI e anche da Cna e Cisl

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La proposta lanciata venerdì da Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità e del Cnel, ha acceso il dibattito. Dal forum dell’idrogeno, Brunetta ha infatti lanciato Porto Marghera che, «come altri siti, può essere produttrice di energia nucleare, perché il futuro avrà bisogno di energia prodotta da più fonti». Si parla di reattori di piccole dimensioni e di ultima generazione, con lo sguardo puntato allo sviluppo della fusione che porterebbe a reattori in grado di spegnersi da soli allo scostamento dalle condizioni ottimali.

Le dichiarazioni di Enrico Carraro

Per il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro, la scelta di un sito dove collocare una centrale deve essere dettata da studi, ricerche, da chi sappia quali siano le condizioni corrette e corrispondenti alle necessità delle nuove tecnologie. «Questa scelta deve essere indipendente da quelle politiche: dire se costruirla in luogo piuttosto che un altro è prematuro», afferma Carraro, «anche noi imprenditori dobbiamo impegnarci a non dare questa decisione in pasto alla politica».

La riflessione di Carraro parte da un appoggio al nucleare. «Ne abbiamo bisogno, altrimenti in Italia siamo penalizzati dal punto di vista energetico», sottolinea, «ma né Carraro, né Brunetta, né Brugnaro possono decidere dove andranno le centrali. Negli anni, le imprese a Marghera hanno fatto grandi sforzi per le rinnovabili, è importante avere anche sensibilità nei confronti di chi a Marghera ci vive».

La reazione di Legambiente

Intanto, il dibattito si è polarizzato. Legambiente Veneto si è schierata contro, definendo senza mezzi termini la candidatura di Porto Marghera una «balla atomica». «Richiamare all’uso del nucleare per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica è una vera balla atomica», dichiara il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro, «visto che la somma dei tempi di realizzazione (se mai dovessero iniziare i lavori) con i costi economici che ricadrebbero tutti sul pubblico, senza parlare dei rischi per l’ambiente e per le persone, rendono insostenibile l’ipotesi sotto tutti i punti di vista: ecologico, sociale ed economico. Chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire».

Le posizioni del Partito Democratico

Contro la proposta c’è anche il Partito Democratico, a partire dal senatore e segretario veneto Andrea Martella. «La proposta di una centrale nucleare a Marghera è un’arma di distrazione di massa sul fallimento dell’amministrazione Brugnaro», afferma, «è inaccettabile che venga considerata, ancora una volta un sito-discarica».

E aggiungono i consiglieri regionali Pd Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis: «Il Veneto può essere chiamato a contribuire alla sfida energetica, meglio sarebbe partire da una proposta fondata su energia green e fonti rinnovabili».

Le opinioni di Luana Zanella e Raffaele Speranzon

Netta anche Luana Zanella, capogruppo Alleanza Verdi Sinistra alla Camera: «Una proposta ridicola e mostruosa».

Ribadisce invece il suo appoggio il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, che già venerdì ha espresso la necessità di ragionare oltre i luoghi comuni. «Il tema dell’energia nucleare ci deve portare ad assumere un approccio pragmatico», sottolinea, «nessuna tecnologia può essere scartata a priori come fa la sinistra ed in particolare con la bocciatura di Porto Marghera come possibile sito nei prossimi decenni».

La posizione della Cna Veneto

Su una discussione sul nucleare a Porto Marghera apre anche la Cna Veneto. «Siamo in attesa di capire quali siano le proposte progettuali», ha detto il presidente di Cna Veneto Moreno De Col, «solo attraverso un confronto aperto e informato potremo valutarne le potenzialità».

La reazione del comune e dei sindacati

A livello cittadino, il lancio di Brunetta è stato accolto positivamente da Ca’ Farsetti: già nel 2018, il sindaco Luigi Brugnaro aveva puntato sul centro di ricerca di fusione nucleare, d’intesa con la Regione e con l’università di Padova. Poi, nel 2022, nel contesto della “valle dell’idrogeno”, il primo cittadino aveva lanciato Porto Marghera come sede del nucleare pulito, con Eni e il Mit di Boston, con piccoli impianti per testare la fusione nucleare.

Nel dibattito si inseriscono anche i sindacati. La Cisl veneziana apre al confronto. «Partiamo da un tavolo di dialogo per discutere», riflette il segretario veneziano Michele Zanocco. La Cgil veneziana invece trova fuori luogo la proposta di Brunetta. «A Porto Marghera serve un vero rilancio industriale in chiave sostenibile», sottolinea il segretario Daniele Giordano, «la politica deve smettere di negare un cambio radicale del modello di sviluppo del nostro territorio».