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Uccisa da una statuetta a Napoli, il papà: «Aspetto le scuse del responsabile»

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«Ci hanno chiesto scusa in tanti per quello che è successo alla mia Chiara, soprattutto i residenti dei Quartieri Spagnoli. In tanti, esclusi quelli che davvero dovrebbero». Pesano come piombo le parole di Gianfranco Jaconis, il padre della trentenne padovana mortalmente ferita lo scorso 15 settembre a Napoli.

Parla con due pesi al cuore. Il primo per la perdita della figlia, ferita che mai si rimarginerà. Il secondo per l’assenza, almeno per ora, di verità sulla tragedia.

Pronuncia queste parole, sabato 19 ottobre sera, poco prima di tornare in quel maledetto incrocio tra vico Santa Teresella degli Spagnoli e vico Sant’Anna di Palazzo dove l’incubo è iniziato. Lì, sotto una pioggia battente che non scoraggia però i napoletani, viene inaugurato il murale dedicato a Chiara. È il momento, infine, dell’ultimo tributo a Chiara da parte del popolo dei Quartieri Spagnoli.

Ritorno a Napoli

Il ritorno a Napoli della famiglia Jaconis inizia il 19 mattina, quando papà Gianfranco, mamma Cristina e la sorella Roberta vengono accolti dal sindaco Gaetano Manfredi e dall’assessora al Turismo Teresa Armato.

Un lungo colloquio in cui si scambiano vicendevoli ringraziamenti. «Il sindaco ci ha ringraziati per avere ricordato al mondo quanto la gente di Napoli sia gentile ed ospitale», spiega il padre. «Noi, d’altra parte – aggiunge – li abbiamo doverosamente ringraziati per la vicinanza e l’ospitalità».

La visita partenopea prosegue con un incontro con Renato Quaglia, già direttore organizzativo della Biennale di Venezia dal 1998 al 2007, e da qualche anno mecenate a Napoli. «Ha da poco ristrutturato un monastero, riconvertito in una scuola per i ragazzi dei Quartieri Spagnoli che è diventata un esempio di integrazione», racconta Gianfranco, «e lì nel cortile crescerà un alberello, donato da una nostra amica, in ricordo di Chiara», aggiunge.

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Il Murale

Nella serata la famiglia di Chiara torna lì, nel luogo della tragedia. I familiari arrivano prima di tutti gli altri, con tre piantine di girasole – le preferite di Chiara – che posano sull’altarino che sorge all’incrocio tra i due vicoli. Quello stesso fiore da giorni appare copioso nelle vetrine dei fiorai, richiestissimo tributo per la trentenne padovana. Poi alle 18, è il momento del ricordo.

La famiglia Jaconis torna nel punto in cui la statuetta è precipitata, dove i residenti dei Quartieri Spagnoli hanno voluto il murale per il loro «angelo». Alla cerimonia sono presenti decine di quei residenti, che accolgono la famiglia di Chiara con un caldo abbraccio.

Alle 18 si accende un fumogeno rosa dalla folla, e il lenzuolo bianco che copre l’opera dello street artist Juan Pablo Gimenez, viene rimosso. Si mostra in tutta la sua bellezza il sorriso della giovane padovana, che resterà eternamente giovane sulla calce del palazzo storico di quel vicolo.

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«Ti chiediamo scusa, resterai per sempre nei nostri cuori», grida una donna. La commozione è palpabile. La pioggia cade sulle guance già umide dal pianto di Roberta, sorella minore di Chiara. Si avvicina al murale e posa amorevolmente la mano.

Al padre vengono offerti fiori, compare una decorazione di girasoli con il nome di Chiara stampato sopra. Il pittore Ivano Nobile consegna a Roberta un dipinto che ritrae la trentenne padovana. Ancora una volta il popolo dei Quartieri Spagnoli dimostra così la propria vicinanza, la volontà di chiedere coralmente scusa a nome di tutta la città.

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Giustizia assente

È ancora una tragedia rimasta senza colpevoli. Le indagini sono in corso, al momento gli indagati per omicidio colposo sono marito e moglie che abitano al terzo piano di uno di quei palazzi.

Tra le ipotesi c’è quella che sia stato uno dei figli a far cadere il fatale oggetto, che sia stata una colf o che l’oggetto sia stato lanciato, magari durante una lite. Ipotesi che per ora restano tali.

Eppure la statuetta aveva un proprietario che al momento non si sarebbe fatto avanti. A tale scopo gli investigatori hanno fatto accertamenti per individuare eventuali impronte digitali. Nei prossimi giorni, per le strade di Napoli, è stato annunciato un corteo. Per chiedere «Giustizia per Chiara». E gli stessi amministratori napoletani avevano assicurato l’impegno in tal senso.