ru24.pro
World News
Октябрь
2024
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Una mail smaschera le toghe rosse: “Meloni più pericolosa di Berlusconi, porre rimedio”. FdI: sconcertante

0

Giorgia Meloni è diventata il nemico numero uno delle toghe rosse. E questo appare evidente da tempo: a rendere plastica la dimensione dell’offensiva è Il Tempo, che svela una mail che sembra una vera e propria dichiarazione di guerra.

Come rivela Rita Cavallaro, autrice dello scoop: a scrivere la mail, alle 18.32 di ieri, a una nutrita mailing list di giudici schierati, è il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, una delle voci più autorevoli della corrente dem della magistratura.

La mail choc della toga rossa

Il quotidiano diretto da Tommaso Cerno, nell’articolo dal titolo “La mail choc della toga rossa” racconta di quanto sarebbe stato scritto dal sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello riportando i virgolettati di una e-mail. “L’attacco alla magistratura non è mai stato così forte – scrive il magistrato secondo quanto riportato – Meloni non ha inchieste a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”.

Foti: “Mail sconcertante di chi dovrebbe solo applicare la legge”

“Il fatto – commenta quindi il presidente dei deputati di FdI, Tommaso Foti – che Patarnello evidenzi come non vi sia alcuna inchiesta giudiziaria a carico del presidente Meloni, fatto questo che la renderebbe “più pericolosa”, appare sconcertante se si pensa che così si esprime chi dovrebbe applicare la legge e solo la legge. Ad ogni buon conto, anche Patarnello nella citata mail si rende conto di come la magistratura – molto più divisa e debole rispetto ad alcuni anni fa – appaia “più isolata nella società”, di certo rispetto al governo Meloni, espressione del voto degli italiani e per i quali non solo lavora, ma ottiene risultati importanti ogni giorno. E la sicurezza dei cittadini continuerà a rimane una delle priorità per il governo di centrodestra – conclude Foti – con buona pace di coloro che deputati ad applicare le leggi pretendono di scriverle a misura delle proprie convinzioni politiche”.

Malan: “Da quel magistrato parole lontane dalla Costituzione”

“Una chiamata alla mobilitazione che fa leva anche su un’informazione compiacente e collaterale – dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan – oltre a partiti politici ansiosi di sottomettere le istituzioni che rappresentano il popolo sovrano a ideologie da applicare con altri mezzi. Viene da chiedersi se la recente sentenza del Tribunale di Roma, che ha bocciato il provvedimento di fermo di 12 immigrati clandestini nel Cpr in Albania, non sia già un’applicazione delle istanze manifestate nella mail di ieri. Siamo certi – prosegue Malan – che la maggioranza dei magistrati non condividano questo modo di esercitare la giurisdizione poiché questa volta si va ben oltre quel clima di scontro che abbiamo vissuto in questi decenni, per non dire di quanto le parole che abbiamo letto siano lontane dalla Costituzione che garantisce giustamente l’indipendenza della magistratura, e allo stesso tempo, le assegna il compito di applicare le leggi, non di farle o di essere un organo politico”.

Lo scoop del tempo sulla mailing list dei magistrati rossi

Il quotidiano diretto da Tommaso Cerno ricorda che “Giorgia Meloni, che in questi ultimi mesi è stata vittima del dossieraggio all’Antimafia, dello spionaggio in banca, del fuoco incrociato passato su sua sorella Arianna. A frustrare i suoi avversari è il fatto di “non essere ricattabile”, come ha ribadito in più occasioni la leader di FdI.  Nella mail si premette che «la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora», continua Patarnello ed «è isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura». L’esponente di Magistratura democratica, la stessa della giudice Silvia Albano, sembra quasi bramare la falange politica contro il governo Meloni. Comprensibili quindi le preoccupazioni di FdI: dove sta la terzietà dei magistrati?

 

 

L'articolo Una mail smaschera le toghe rosse: “Meloni più pericolosa di Berlusconi, porre rimedio”. FdI: sconcertante sembra essere il primo su Secolo d'Italia.