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Docente del conservatorio Tartini di Trieste a processo per violenza sessuale su minore

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Un insegnante di musica del conservatorio Tartini di Trieste è accusato di violenza sessuale nei confronti di una studentessa che all’epoca dei fatti era minorenne. Il docente avrebbe dato un bacio in bocca alla ragazza.

L’episodio – fin qui presunto – non è recente: risale a prima di giugno del 2017. Ed è venuto a galla dopo che la giovane, oggi maggiorenne, nei mesi scorsi è andata a riferire ai dirigenti del conservatorio quanto avrebbe subìto in passato. I quali hanno quindi informato la Procura della Repubblica di Trieste con un esposto.

Il pm Lucia Baldovin ha aperto un fascicolo. Chiusa l’indagine, il caso è ora finito in Tribunale: il professore sarà giudicato con il rito abbreviato. L’udienza è in programma questo mercoledì davanti al gup Luigi Dainotti. L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Giadrossi del Foro di Trieste.

L’accusa formulata dal pm è più articolata. Il reato di cui è chiamato a rispondere il professore, una persona di mezza età e docente di uno strumento specifico (Il Piccolo non rivela il nome né altri dettagli sull’imputato e sulla sua professione per non rendere identificabile la presunta vittima), è quello della violenza sessuale «aggravata». Dove l’elemento aggravante consiste nel fatto che la molestia (ritenuta a tutti gli effetti una violenza che riguarda la sfera sessuale) si sarebbe verificata «all’interno di un istituto d’istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa», così riporta il codice penale. Concretamente, in un’aula del Tartini durante una lezione di musica.

L’uomo, nella sua qualità di insegnante, avrebbe abusato «della propria autorità» o comunque avrebbe compiuto un atto di «violenza» consistita nel porre in essere una mossa repentina alla quale la persona offesa non poteva opporsi». Cioè «costringeva» l’allieva minorenne «a subire atti sessuali consistiti nel darle un bacio in bocca». Questo quanto contestato negli atti giudiziari.

Come detto, la dirigenza è stata messa al corrente dell’episodio che sarebbe avvenuto nel 2017, poco tempo fa: nei mesi scorsi la ragazza si è recata al Tartini e ha raccontato tutto al direttore, il professor Sandro Torlontano, e alla presidente, il notaio Daniela Dado. Ci sarebbero stati momenti in cui la giovane, parlando di ciò che evidentemente può averle causato un trauma psicologico che avrebbe tenuto dentro di sé per anni, ha manifestato un forte turbamento e non è riuscita a trattenere le lacrime. Tutto questo dovrà essere dimostrato in sede processuale nelle prossime udienze.

«La ragazza si è fidata di noi ed è venuta a riferirci quanto sostiene di aver subìto – afferma il direttore Torlontano – e noi abbiamo seguito le indicazioni della Procura, che ci ha detto di trasmettere un esposto. E così abbiamo fatto, come è nostro dovere. Noi – ribadisce il direttore – non abbiamo denunciato l’insegnante ma, ripeto, abbiamo informato l’autorità giudiziaria». La ragazza stessa ha preparato una sorta di verbale scritto sul fatto, dal quale è stato formulato l’esposto del conservatorio.

«Noi quindi non stiamo accusando il docente, perché appunto ci siamo limitati a riferire alla Procura quanto ci ha detto la studentessa, osserva la presidente Dado. «Abbiamo raccolto il disagio di una ragazza e ci siamo comportati istituzionalmente, lasciando a chi di dovere il compito di compiere le indagini necessarie».

Se la vicenda verrà accertata dal tribunale e quindi in caso di sentenza di condanna a carico del docente, i vertici del Tartini – una realtà che conta 645 iscritti, di cui 202 sono stranieri provenienti da 33 Paesi – informeranno il ministero dell’Università e della ricerca che, a sua volta, avvierà i provvedimenti disciplinari. Il conservatorio si riserva di valutare la sussistenza dei tempi tecnici per l’eventuale costituzione di parte civile. —

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