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E vince sempre Sinner ( Crivelli). Nadal: “Jannik e Carlos sono il futuro” (Nizegorodcew). La sentenza Halep un punto per Sinner nel processo doping (Moresco). Jasmine in cattedra (Semeraro).

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E vince sempre Sinner (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Potrà essercene solo uno. L’ Arabia Saudita sceglie un motto da Highlander per esaltare l`esibizione tra i Sei Re, la più ricca della storia (cinque milioni e mezzo di euro per il vincitore), che raccoglie cinque vincitori di Slam (il recordman Djokovic, Nadal, Alcaraz, Sinner e Medvedev) più Rune, ancora a digiuno di Major ma fino a due anni fa considerato il terzo gemello tra i nuovi dioscuri Carlos e Jarmik. Il clima è giustamente rilassato, ai giocatori viene consegnato un mazzo di fiori non appena arrivano all`arena, e le tribune non esattamente traboccanti di pubblico e passione rendono l`atmosfera complessiva piuttosto ovattata.

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Il primo match dei quarti, perciò, assomiglia molto a una lezione e in cattedra sale subito Sinner, la cui palla viaggia a velocità siderali anche nei turni di servizio di Medvedev, che si ritrova spesso la risposta tra i piedi. Presto fatto: 6-0 (parziale mai uscito nelle sfide ufficiali) in meno di mezz`ora e una sensazione di superiorità così marcata che al russo sconsolato non basta rompere racchette, litigare con le mosche che vanno a nozze nell`umidità di Riad e perfino servire da sotto per rimettersi in carreggiata. Unico momento di pathos, l`ottavo game del secondo set, quando Jannik deve fronteggiare tre palle break consecutive dallo 0-40 ma si salva con il servizio e una favolosa palla corta. Game over, e la conferma di un trend ormai irreversibile nelle sfide tra la Volpe Rossa e l`attuale numero 5 del mondo, che comunque può consolarsi con il milione e 380 mila euro del cachet di partecipazione, 460 mila euro a game, ventimila al minuto (il match è durato un ora e 9`).

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Applausi dagli spalti e poi il solito mantra: «Arrivare al numero uno è stato un momento speciale. Ho lavorato e sto lavorando duro, è il risultato di tanti anni di lavoro. Anche la fine della scorsa stagione, con la vittoria in Coppa Davis, è stata speciale. Conquistare l`Australian Open 2024 mi ha dato ovviamente molta fiducia che mi sono portato dietro per tutta la stagione, ma come dico sempre la cosa importante è continuare a migliorare». Oggi pomeriggio, nuovo incrocio con Djokovic quattro giorni dopo la finale vincente di Shanghai: «Diciamo che adesso ci conosciamo bene… Sono consapevole che tra me e Novak la gente si aspetta una grande partita». L`altro titano degli ultimi vent`anni, Nadal, che non gioca dall`Olimpiade, tornerà in campo stasera nella seconda semifinale, trovando sulla strada Alcaraz (la sua sfida con Rune, almeno per un set, è stata partita verissima), l`erede insieme al quale vorrebbe regalarsi l`ultima gioia prima del ritiro annunciato: un altro successo (sarebbe il sesto) in Coppa Davis. E comunque di Rafa bisogna sempre diffidare: per un guerriero le esibizioni non esistono.

Nadal: “Jannik e Carlos sono il futuro” (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

“E’ un bel po` che non gioco. Sono emozionato, non vedo l`ora di scendere in campo”. Rafael Nadal, pochi giorni dopo aver annunciato il ritiro dal tennis, sarà protagonista a Riyad della (milionaria) esibizione “Six Kings Slam”. Il campione spagnolo, che entrerà in scena oggi (secondo match dalle 18.30) direttamente in semifinale, è probabilmente il giocatore più atteso in Arabia Saudita. «Le mie aspettative non sono ovviamente molto alte – ha raccontato -, ma sono felice di condividere questo evento con colleghi straordinari.

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In Arabia Saudita sono presenti Nadal, Djokovic, Medvedev, Rime e, soprattutto, i primi due giocatori al mondo: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. «Questi due ragazzi stanno raggiungendo traguardi straordinari – ha sottolineato Rafa nonostante siano giovanissimi. Jannik e Carlos hanno vinto due Slam a testa conquistando anche tanti Masters 1000. Una grande rivalità? Dobbiamo aspettare qualche anno, ma direi di sì. Sono già due stelle affermate del panorama mondiale e, se non subiranno infortuni significativi, costruiranno incredibili carriere. Auguro a Sinner e Alcaraz di continuare a crescere e a migliorarsi sotto ogni aspetto. Paragoni con la nostra generazione? Non credo sia ancora il momento di parlarne. Lasciamogli il tempo di scrivere una loro storia».

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Nadal e Djokovic si sono sfidati a livello ATP ben 60 volte tra il 2006 e il 2024 (l`ultimo precedente risale ai Giochi Olimpici di Parigi 2024), con un saldo di 31 vittorie a 29 in favore del serbo. E POI LA DAVIS… “Six Kings Slam”, un po` di allenamenti (sempre più intensi) e poi via verso le Davis Cup Finals a Malaga da119 al 24 novembre. A salutarlo, nel suo “farewell” match, arriveranno tutti, Djokovic compreso. [ultimo atto della carriera di Rafael Nadal, difendendo i colori dell`amata Spagna, sarà l`evento sportivo più atteso di fine stagione (non solo tennistica).

La sentenza Halep un punto per Sinner nel processo doping (Gianluca Moresco, La Repubblica)

Paura di essere a un passo dal baratro, di vedere la carriera stravolta da una condanna per doping. Poi le preoccupazioni di Jannik Sinner si sono trasformate in fiducia, nella convinzione di venire fuori dall`incubo pulito.

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Il Tas ha reso note le motivazioni della decisione con cui ha ridotto da quattro anni a nove mesi la squalifica di Simona Halep, tennista ex numero I del mondo. La giocatrice romena era stata fermata a marzo per “un incauto utilizzo di un integratore contaminato” a base di Roxadustat. Nello spiegare perché la squalifica è stata ridotta di 39 mesi, si legge come secondo i giudici “Halep avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l`affidamento di un compito così delicato a una persona senza necessarie competenze mediche”. Sospensione blanda, per mancata verifica dello staff. Ecco, questo passaggio segna un confine molto marcato tra la storia della giocatrice e la vicenda in cui è coinvolto Sinner.

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La positività al Clostebol è stata causata dall`utilizzo di uno spray, il Trofodermin. In Italia, a differenza di altri Paesi, il farmaco non necessita di ricetta e tecnicamente viene indicato come farmaco sop, ovvero senza obbligo di prescrizione. Ferrara acquistò lo spray. Sulla confezione è indicato da un pittogramma che può determinare positività ai test antidoping. Naldi lo utilizzò per curarsi una ferita a un dito. Un passaggio diabolico che avrebbe poi provocato la positività del giocatore entrato ovviamente in contatto con i trattamenti del fisioterapista.

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Ha voltato pagina l`azzurro: nel suo staff ora ha Marco Panichi e Ulises Badio, ex del gruppo Djokovic. Il preparatore ha presentato una laurea in Sport Coaching e Psicologia nello Sport alla NSU University in Florida; il fisioterapista ha messo sul tavolo una laurea in kinesiologia: è nutrizionista e specialista nel trattamento dei disturbi di spalla, gomito e polso. Assunto, documenti alla mano. Sinner ha le carte per con- viceré i giudici di Losanna a lasciarlo sul tetto del tennis mondiale. Ryad, Six Kings Slam – Sinner (Ita)-Medvedev (Rus) 6-0, 6-3.

Jasmine in cattedra (Stefano Semeraro, La Stampa)

Jannik è un numero uno, ma Jasmine vale doppio. Nell`annus mirabilis del nostro tennis, con almeno un azzurro piazzato in tutti e quattro i Masters di fine stagione, Jas Paolini è l`unica docente in due materie: singolare e doppio (a fianco di Sara Errani) nelle Wta Finals di Riad. Non era mai successo, ma il duo J&J è specialista in prime volte. E se Jannik ci ha assuefatti all`eccezionale, anche Jasmine in materia non scherza. E’ stata la prima italiana a giocare due finali Slam nello stesso anno, la prima soprattutto a giocarne una a Wimbledon, festeggiata in semplicità, con una pizza ordinata in compagnia nella villetta a due passi dall`All England Club. «E tanto cazzeggio», aggiunge il suo coach Renzo Furlan.

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L`arma segreta che invece l`interminabile vicenda del processo per doping ha spuntato al suo «gemello» Jan. «Se tira un dritto nelle griglie – racconta Furlan, ex davisman – Jasmine non s`incazza, non butta la racchetta, anzi, è la prima a farsi una risata. E quel sor- riso vale tanto. Poi come tutti ha momenti difficili, ma lei è quella che si vede, conquista perché non è finta, a differenza di altre». Il suo Dna composito mamma polacca di origini ghanesi, papà toscano di Lucca non le ha regalato centimetri in altezza, ma una fibra scattante e neuroni lucidissimi, oltre che una simpatia travolgente ereditata da mamma Jacqueline e papà Ugo. «I genitori sono persone semplici, equilibrate, che le hanno sempre consentito di vivere l`indipendenza che cercava – spiega Furlan -. L`hanno sostenuta, ma si sono anche fidati, senza mai imporsi».

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«Vincere aiuta a vincere», dice Jas. «Ti regala una consapevolezza diversa. Alti e bassi ne ho avuti sempre, il segreto quest`anno è stato ridurre i bassi. E credere sempre in me stessa». Le Wta Finals erano anche il sogno di coach Furlan, e Jasmine non è una che delude. Così, staccato il biglietto per Riad, un malanno al piede l`ha consigliata a rinunciare ai tornei di Ningbo e Tokyo per non compromettere il finale di stagione fra l`Arabia e le finali di Coppa a Malaga. E prendersi, come al solito, due di tutto