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I 6 Re d’Arabia (Cocchi). Jannik d’Arabia, esibizione da re (Azzolini)

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I 6 Re d’Arabia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Carlos Alcaraz ha dovuto vincere Roland Garros e Wimbledon e gli manca ancora quasi mezzo milione. Jannik Sinner non ci è arrivato nemmeno sommando i premi di Australian Open e Flushing Meadows: insomma, sei milioni di dollari (5,5 milioni di euro, circa) il premio per il vincitore del Six Kings Slam sono una cifra mostruosa. La più alta mai pagata per il vincitore di un torneo di tennis. Per non parlare del premio di partecipazione, un milione e mezzo solo per mettere piede in campo: un montepremi da 13,5 milioni di dollari (12,4 in euro). Jannik Sinner si presenta a Riad oggi alle 18.30 da numero 1 al mondo, ma soprattutto da star. Lui, il più vincente di questa stagione coni suoi 7 titoli, l`ultimo a Shanghai domenica scorsa, è stato accolto in Arabia Saudita come un principe. Corteggiatissimo negli anni passati, quando la sua stella ha iniziato a splendere, Jannik non aveva mai ceduto alle lusinghe delle esibizioni fino a oggi. […] Vista l`importanza del premio finale le sfide saranno vere, non il solito show tra schemi e battute a cui ci hanno abituato le esibizioni in passato. E già oggi, contro Daniil Medvedev, Sinner proverà a portarsi in vantaggio nei precedenti (anche se il match non verrà considerato nelle statistiche ufficiali) ora sul 7-7 dopo la vittoria netta di Jannik a Shanghai. Se dovesse superare la sfida col russo, Sinner troverebbe Novak Djokovic (con un bye ai quarti come Nadal) in semifinale, possibile rematch dopo la finale vinta dall`italiano in Cina appena tre giorni fa. Dall`altra parte del tabellone c`è Rafa Nadal che attende al turno successivo il vincente tra Carlos Alcaraz e Holger Rune. Tra i sei Re ce n’è uno senza corona, ed è proprio il danese, l`unico del gruppo a non aver mai conquistato un titolo dello Slam. In campo se ne potranno contare 53 tra i 24 di Nole, i 22 di Rafa, i 4 di Carlos e i 2 di Jannik e quello solitario di Medvedev. Holger doveva fare il salto di qualità quest`armo, ma non ha trovato la strada. […] Dall`inizio dell`anno, Holger ha cambiato tanto, troppo, sempre sotto la guida di
mamma Aneke: ora è tornato al primo allenatore, Lars Christensen, da cui si era separato un anno fa. Dodici mesi senza tregua per la sua guida tecnica, passata da Patrick Mouratoglou (preso e lasciato), Boris Becker annunciato a ottobre ma con cui si è diviso a febbraio, l`ex allenatore e amico di sempre di Federer Severin Luhti, Benjamin Ebrahimzadeh Rezayeh per i tornei in Asia e Kenneth Carlsen, lasciato anche lui per tornare a Christensen. Nadal torna in campo a pochi giorni dal suo addio al tennis, che avverrà in maniera definitiva dopo la Coppa Davis di Malaga. Il maiorchino, che potrebbe affrontare in semifinale Carlos Alcaraz, l`erede designato, ha un legame molto forte con l`Arabia Saudita. La federtennis araba infatti lo ha assunto per promuovere il tennis saudita e aiutare la crescita di nuovi talenti locali. Una scelta che a suo tempo aveva fatto discutere. […] Se tutto andrà bene, Sinner giocherà due partite, oggi e sabato e poi tornerà in Europa dove si preparerà all`ultimo torneo della regular season, il Masters 1000 di Parigi Bercy. Lì Jannik proverà ad allungare il vantaggio in classifica, centrando l`ottavo titolo del 2024. Se l`altoalesino dovesse sollevare anche il
trofeo parigino, riuscirebbe in un`impresa da Big 3. Nessuno infatti, a parte Djokovic, Nadal e Federer è riuscito a vincere almeno quattro Masters 1000 in una sola stagione. […]

Jannik d’Arabia, esibizione da re (Daniele Azzolini, Tuttosport)

I tennisti non sono esibizionisti per natura. Solo un po`… E più fuori che in campo. Più a fine partita che durante… Sono i sauditi che li dipingono così. Six Kings Slam, simili a guerrieri di un tempo che fu, o che è esistito solo nelle fantasie di John Ronald Reuen Tolkien, che fu cittadino di Bournemouth, la città letteraria della fantascienza gotica, dove riposano Mary Shelley con il suo Frankenstein e insegnarono Robert Louis Stevenson, padre del dottor Jekyll, e Oscar Wilde, principe del decadentismo e autore del Ritratto di Dorian Gray. Ma forse l`idea dei sei Signori degli Anelli e del Tennis, veicolata per settimane in uno spot che deve essere costato un occhio della testa, i sauditi l`hanno presa dal cinema, uno dei grandi amori di Mohammad bin Salman Al Sa`ud, 39 anni, principe ereditario (primo nella linea di successione al trono saudita), primo ministro, Presidente del Consiglio per gli Affari economici e lo Sviluppo del regno, e Vice Custode delle due Sante Moschee. Anche appassionato di tennis, dicono. Sovrani e giullari insieme, i Sei Re dello Slam chiamati alla corte di Muhammad figlio di Salman, guida di un governo autoritario che ha preso a pallate (affatto simboliche) qualsiasi tipo di opposizione nel proprio Paese, ma ha aperto decine di porte all`Occidente. Tra i loro compiti, ci sarà quello, assai poco regale, di divertire il giovin signore dell`Arabia, che con il tennis ha aperto una via preferenziale lastricata di lingotti d`oro, convinto possa essere un ottimo investimento futuro per il suo Consiglio dello Sviluppo. A patto che gli venga concesso ciò che ha chiesto, altrimenti l`esibizione dei Kings, pagata un milione e mezzo di dollari a testa per la sola presenza a Riad, e sei milioni di dollari per il vincitore (di tre partite), rimarrà lo svago di un fine settimana, e non si tramuterà in quel fresco rivolo saltellante di dollari che il vertice del tennis attende. Dopo aver preso le `Next Gen Finals (a Gedda), la prima richiesta riguardava le Finals della WTA, che difatti si svolgeranno a Riad dal 2 al 9 novembre prossimi. La seconda tirava in ballo le Finals dell`ATP che di sicuro prima o poi sbarcheranno a Riad, ma forse Gaudenzi e la Fitp riusciranno a trattenere per un altro quinquennio in Italia. La terza si rivolgeva a un Masters 1000 da giocare in Arabia prima o dopo gli Australian Open. E questo obiettivo resta perseguibile, potrebbe essere una prova, l`esibizione. La quarta e la quinta non le conosco, ma non è detto che non esistano. […] I sei convocati a corte sono il Djokovic dei 24 Slam e il Nadal dei 22, cui è stato concesso un “bye” per meriti storici acquisiti ed età raggiunta. Saranno gli avversari in semifinale di Sinner e Medvedev, che si affronteranno per misurarsi con Djokovic, e di Alcaraz e Rune, il cui obiettivo sarà Nadal. Come si vede tra i sei c`è anche un “non vincitore di Slam”, Holger Vitus Rune, il “prence bilioso” della Danimarca, la cui presenza potrebbe significare che qualche “no, grazie” vi sia stato, oppure, più semplicemente, che in Arabia il giovane Rune abbia un seguito che nel Resto del Mondo non ha. […] Che l`esibizione dorata cominci, dunque. Non è la prima, e non sarà l`ultima. È semplicemente la più ricca… La storia delle esibizioni fa da architrave (secondaria, non principale) allo sviluppo del nostro sport, sin dai primi anni del Novecento, e vede coinvolti tutti i grandi campioni, nessuno escluso. Divenne professionista nel 1926 Suzanne Lenglen, pur di non rinunciare a un ricco ingaggio in dollari (50 mila) per giocare una serie di match con la più forte statunitense di quegli anni, Mary Browne, e la sconfisse per 33 volte di seguito. Gran parte del circuito professionistico, prima che gli investitori sganciassero i soldi sufficienti a organizzare i primi tornei, si svolse nella logica delle esibizioni. Che si giocavano ovunque vi fosse uno spazio adeguato. […] Si andava ovunque, in Colombia, in Perù, ad Aruba. Gli ingaggi erano buoni e aiutavano a far quadrare i bilanci di tennisti già alle prese con stagioni lunghe e (tra viaggi e alberghi) anche assai dispendiose. Erano gli anni che una vittoria al Roland Garros “pagava” 30 mila dollari al vincitore. Gli ultimi US Open ne hanno messi in palio 100 mila per i perdenti al primo turno. Una delle più ambite nacque ad Anversa, la città dei diamanti. Si trattava di una esibizione “di Stato”, un po` come quella di Riad, organizzata per poter chiedere più avanti un torneo. La paga era buona e il miraggio per il vincitore era di mettere le mani, prima o poi, sulla favolosa racchetta di pietre preziose, un gioiello a grandezza reale con incastonati 1420 diamanti. Occorreva vincere tre volte in cinque partecipazioni, per portarsela via. Vi riuscirono solo Ivan Lendl e Amene Mauresmo. […] Oggi l`esibizione più importante è la Laver Cup, voluta dalla Team8 di Roger Federer. Organizzazione principesca, televisioni e seguito mediatico, sotto l`egida dell`ATP. […]