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Октябрь
2024

Minorenne viene approcciato da un trentenne nel tragitto casa-scuola che inizia a tormentarlo con chiamate e messaggi

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L’ha avvicinato nella stazione ferroviaria di Udine. Settimana dopo settimana è riuscito a conquistarsi la sua fiducia, fino a ottenere il numero di cellulare. A quel punto un cittadino pakistano di 31 anni, residente in città, ha iniziato a molestare un minore italiano rivolgendogli apprezzamenti e inviandogli messaggini via Whatsapp, contenenti anche riferimenti affettivi espliciti. L’insistenza è diventata tale da costringere il ragazzino a cambiare le proprie abitudini, causandogli un grave stato d’ansia. In ragione di tutto questo il trentunenne e stato condannato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, Mariarosa Persico, a un anno di reclusione, con pena sospesa, per il reato di stalking (atti persecutori).

Da quanto è stato ricostruito dalla procura, lo straniero, assistito dall’avvocato Andrea Dri, ha tentato un approccio di tipo amoroso nei confronti del minore, con messaggi scritti e vocali nei quali assicurava di amarlo, proponendogli regali e invitandolo a casa sua con il pretesto di dargli lezioni di inglese.

Una situazione che ha spinto il minore a cambiare il tragitto per recarsi a scuola, facendosi accompagnare dai genitori ed evitando così la zona della stazione. Non solo, aveva cominciato a spostarsi in gruppo e mai da solo, per timore di imbattersi nel suo spasimante. Una vicenda che si è sviluppata tra l’ottobre e il dicembre 2022 a Udine, e nella zona di borgo stazione in particolare.

Durante una perquisizione effettuata nell’abitazione del cittadino pakistano, gli agenti della questura di Udine hanno rinvenuto il telefono cellulare con cui il 31enne era solito inviare messaggi al minore.Tra le foto ritrovate anche una con contenuto esplicitamente sessuale.

Nonostante il giovane avesse bloccato il numero del suo spasimante, quest’ultimo si era rifatto sotto utilizzando un’altra utenza telefonica. La vicenda è venuta a galla dopo che il ragazzino si è confidato prima con alcuni amici, manifestando la sua preoccupazione per la situazione venutasi a creare, e in seguito con i genitori. Sono stati questi ultimi a sporgere denuncia in questura.

A convincere il gup a procedere con la condanna è stata l’insistenza con cui il 31enne ha continuato ad approcciarsi al minore, che si è sentito minacciato dal comportamento del cittadino pakistano. Nel momento in cui le azioni reiterate sono in grado di causare ansia e un cambio di abitudini in una persona, per il giudice, il reato è riscontrabile. Con il rafforzativo del turbamento provocato nel ragazzino da un approccio di tipo omosessuale.

Per l’avvocato Dri, che ha già annunciato di voler ricorrere in appello, si è trattato solo «di espressioni d’affetto nell’ambito di un corteggiamento, mai sfociate in atti fisici o azioni sessuali».