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Октябрь
2024

Addio al friulano Bosdaves, ex ala sinistra di Udinese, Spal e Napoli

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Amava il calcio in tutte le sue declinazioni. Lo aveva praticato fino ai massimi livelli, giocando in serie A, e lo aveva insegnato ai ragazzini allenando le squadre dilettantistiche giovanili della Pasianese Passons Calcio, dell’Udinese e del Pagnacco. Ivano Bosdaves, formatosi negli anni Sessanta nel vivaio dell’Udinese, è mancato mercoledì 9 ottobre, a 79 anni. Lascia la moglie Carmen e il figlio Marino.

I familiari, nel rispetto delle sue volontà, hanno dato comunicazione della sua scomparsa – avvenuta all’ospedale di San Daniele a causa di un male scoperto da poco – soltanto a cremazione avvenuta.

Originario di Passons, frazione di Pasian di Prato, Ivano Bosdaves viveva con la sua famiglia a Fagagna. Era cresciuto del vivaio dell’Udinese, con cui debuttò in serie B a 19 anni e dove disputò anche le stagioni 1965 e 1966 in serie, mettendosi in luce come funambolica ala sinistra. Passò poi alla Spal di Paolo Mazza, allora in serie A.

Dopo l’esperienza emiliana, si trasferì al Napoli, per due stagioni, intervallate da un anno in prestito al Brescia in B. Militò quindi nell’Atalanta e poi nel Foggia, per concludere la carriera in serie C tra Prato e Riccione.

In seguito scelse di mettersi in gioco come allenatore e fece crescere squadre giovanili a livello dilettantistico, per cui ottenne anche riconoscimenti. «Come allenatore era molto bravo – racconta il figlio Marino –, aveva ricevuto anche la Panchina verde negli anni Novanta e allenava nella Pasianese Passons Calcio, che all’epoca era un vivaio della Juventus, poi all’Udinese e al Pagnacco. Lui non prediligeva la prima squadra, voleva dedicarsi soltanto ai ragazzi. Non aveva mai conosciuto il papà di cui io porto il nome. Mia nonna mi raccontava che fin da bambino giocava a calcio, anche da solo, prendendo a calci il pallone contro il muro».

Una passione totalizzante, la sua. Ivano era una persona riservata, che «non amava apparire». «Già un anno fa – riprende il figlio –, quando cominciava a stare male, ha scritto una lettera, che ho aperto alla sua morte, nella quale specificava di non voler il funerale, chiedeva di essere tumulato a Passons e di darne notizia a cose fatte». «La sua riservatezza spiccava – sottolinea il sindaco di Fagagna, Daniele Chiarvesio –, era una persona a modo, inserita nel paese. Ha partecipato al torneo dei borghi senza mai far pesare il fatto di aver militato in serie A».

«Il Pagnacco manda avanti un’opera educativa da decenni – fa sapere il sindaco di Pagnacco Laura Sandruvi –. Esprimo la vicinanza della comunità per un uomo che ha dato il suo contributo nella formazione ed educazione dei ragazzi».

«È stato un grande amico della nostra società – indica l’ex presidente del Pagnacco, Luigi Del Fabbro – dove ha allenato diverse categorie giovanili con successo. Ricordo la sua serietà e il suo impegno».