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Октябрь
2024

Trieste e una donna: artisti tra ’800 e ’900 dialogano coi versi di Saba al Museo Carà

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Tra le prime raccolte di poesie di Umberto Saba, risalenti al 1910-1912, c’è “Trieste e una donna” con i versi dedicati a una città raccontata nei suoi aspetti più affascinanti e contraddittori, con “il suo paesaggio, materiale e spirituale”, attraverso ricordi d’infanzia e sguardi disincantati, le sue donne e una in particolare: Lina, sua moglie.

“Trieste e una donna” è anche il titolo della mostra che si è da poco inaugurata al Museo d’arte moderna Ugo Carà di Muggia, pensata per celebrare il canzoniere triestino con una selezione di una quarantina di opere di grandi autori attivi a Trieste tra Ottocento e Novecento dalla collezione d’arte della Fondazione CRTrieste.

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“Dopo la trilogia artistico-letteraria dedicata a “Vita col mare” (Stelio Mattioni), “Il mio Carso” (Scipio Slataper) e “La città di Zeno” (Italo Svevo) dipinti, sculture, disegni e incisioni che fanno parte del patrimonio della Fondazione sono convocati quest’anno per dar forma a un’ulteriore suggestione -dice Alessandro Del Puppo curatore della mostra e della Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste-: attraverso la parola poetica del canzoniere di Saba, la mostra racconta oltre un secolo di immagini femminili e al femminile, tra incanto e mistero, in un seducente gioco di sguardi reciproci”.

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Dal realismo ottocentesco alla trasfigurazione mitologica, all’idealizzazione carica di misticismo o di erotismo delle opere degli autori della prima metà del Novecento l’universo femminile viene declinato nelle sue più varie e attraenti sfaccettature, talvolta proposte dalle stesse donne artiste, come nel caso di Leonor Fini e Miela Reina.

Accanto ai dipinti si possono leggere i versi tratti da vari componimenti sabiani come quelli de “La bugiarda” che ricordano i gloriosi poeti, i vecchi saggi e gli eroi insieme ai loro “immortali viaggi”, “fra il pensato e il vero” che vengono ad affiancare i bozzetti pittorici di soggetto allegorico di Eugenio Scomparini raffiguranti la Giustizia, la Saggezza, la Musica; o quelli de “La gatta”, “selvaggia ma come te ragazza”, abbinati al foglio “Donne e gatti” di Leonor Fini.

Alla prorompente “Donna e barca” di Vittorio Bergagna, scelta a immagine della mostra, viene accostata “Citta vecchia” con “la tumultuante giovane impazzita d’amore” e tutte le “creature della vita e del dolore”, mentre le parole che il poeta triestino dedica al sentimento della malinconia si possono leggere attraverso il volto femminile ritratto da Arturo Fittke. E ancora i “Nuovi versi alla Lina”, “Or sorella, or amante, ora nemica”, sono posti a commento dei sette studi per ritratti femminili di Arturo Rietti, laddove “Gli amici” di Miela Reina con il suo brio di colori rimanda a “le belle giornate movimentate / come la folla in una lunga istoria, / dove azzurro e tempesta poco dura” de “Il poeta”.

L’esposizione, oltre a offrire la possibilità di rileggere Saba in maniera inedita, ha rappresentato un’ulteriore occasione di studio, di scoperta o riscoperta di opere o autori presenti nella collezione della Fondazione come per il dipinto “Sintesi di Gabriele D’Annunzio” di un ancora poco noto Bruno Sossi. Si tratta di un ritratto del poeta vate in chiave futurista, dove l’immagine di un nudo femminile pare fuoriuscire direttamente dalla mente di D’Annunzio, sovrapponendosi alla figura del biplano da lui utilizzato per il volo su Vienna e ad un convoglio di camion Fiat 18 BL impiegati durante il primo conflitto mondiale e nella Marcia su Roma: un dipinto insieme “erotico, eroico e fascista” lo ha definito Del Puppo. In fase di allestimento, sul retro dell’opera, si è rivelata la presenza della firma dello stesso scrittore pescarese.

Una più certa attribuzione è stata data poi ad un piccolo olio su cartone di recente acquisizione, intitolato “Donna alla toeletta”, creduto di autore spagnolo e invece da riferirsi, in base a raffronti comparativi, al pittore francese Delphin Enjolras, specializzato in scene di seduzione femminile su piccoli formati.

La mostra al Museo Carà, organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Muggia e dalla Fondazione CRTrieste, si inserisce nel calendario delle iniziative culturali della Barcolana e rimarrà aperta fino al 6 gennaio. —

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