La Barcolana e quell’ultimo minuto prima dello sparo, in attesa del vento
Ore 10.29. In Stazione marittima arriva il bollettino dell’anemometro: in golfo ci sono due nodi da 120 gradi, ruota a sinistra. Il vento cala prima di risalire da libeccio. In prima boa c’è il muro di vele pronte ad assistere al passaggio dei favoriti. I piccoli si avvicinano a Barcola e tentano il colpaccio. I maxi issano i fiocchi e si contendono una scacchiera difficile da prevedere. Prosecco Doc è al centro e Arca Sgr dei Benussi assiste impotente. Manca un minuto al colpo di cannone.
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MENO SESSANTA
In cabina di regia i telefonini vibrano nervosi e consegnano decine di notifiche al secondo. Messaggi dai responsabili della logistica, della sicurezza, circoli, equipaggi, corrispondenti di televisioni, gazzette sportive e riviste veliche. Nei furgoni targati Videe lavorano due produzioni, italiana e internazionale. I ragazzi in stage dall’istituto Galvani, indirizzo Audiovisivo, non rivedranno tutta quella strumentazione prima di anni. Meno sessanta, cinquantanove: dai monitor scorrono immagini da tutto il golfo.
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L’IMPORTANTE È ESSERCI
Il mare ribolle di eccitazione, perché quelle 1.757 barche hanno lavorato un anno intero per esserci. Il team di regata ha un minuto esatto per ultimane le manovre e sgomberare il campo ai diportisti. Il presidente del Comitato di regata Giancarlo Crevatin è in acqua su un rimorchiatore e secondo per secondo comunica a terra aggiornamenti su distanze tra le vele, intensità del vento, previsioni sul tempo di percorrenza. Mitja Gialuz è a bordo di un gommone e monitora il posizionamento dei più quotati: in regia arriva il video ma non l’audio. La regata va raccontata dal mare.
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IL VENTO DEBOLE
I giudici battono il quadrilatero e ormeggiano alle boe, pronti a prendere tutti i tempi di arrivo anche in caso di riduzione del percorso tradizionale. I gommoni di supporto classe zulu prendono posizione nel reticolo, ognuno nel pezzettino di mare assegnato. I soccorritori puntano i cannocchiali a Barcola, tesi come corde di violino: niente deve andare storto, ma in caso di necessità dovranno intervenire veloci come razzi. Il vento è debole, salirà più tardi quasi fosse un saluto, e per loro è un’ottima notizia.
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L’ATTESA È FINITA
Il blu si increspa solo al passaggio dei due elicotteri della produzione. A bordo ci sono i quattro fotografi di regata e i cameraman per la diretta internazionale. In video c’è il ciglione carsico invaso da un pubblico che non si vedrà per il resto dell’anno. Materassini e sdraio distesi a ridosso delle falesie, tovaglie e borse frigo piantate tra i cedri secolari del Bovedo: tutti in attesa, all’ombra del tracciato dell’annunciata cabinovia.
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I PUNTI PANORAMICI
Qualcuno si è piazzato lì dal primo mattino, ingannando le ore con bollicine e fette di pane e prosciutto assemblate lungo le sinuose curve di strada del Friuli, soprattutto nel piazzale di Monte Grisa, dalle ringhiere della Napoleonica. Affollate e scomode, ma l’importante è esserci, e alzarsi in piedi in quell’ultimo minuto. I treppiedi montati ai parapetti dell’altipiano e le reflex puntate all’orizzonte, in modalità panoramica per riprendere il momento in cui il vento darà un colpetto alle vele dei grandi.
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LA FESTA A TERRA
In basso c’è il villaggio delle Rive, le barche rimaste ormeggiate all’ultimo, la telecronaca del pre-regata appiattita dalla musica pompata dalle casse. Molo Audace che scompare tra le polo rosso bretone protese verso la linea bianca posizionata al via. I main sponsor con i premi scintillanti, i testimonial della B56, i politici rimasti a terra, i volontari e gli addetti stampa in piena botta di adrenalina. Migliaia di persone in fila per una vaschetta di sardoni barcolani invece dimenticano di controllare l’orologio: fa niente, per loro la festa è iniziata molto prima della partenza. Manca un minuto e i truck del food battono scontrini alla velocità della luce.
AI NASTRI DI PARTENZA
I regatanti si aggrumano ai nastri di partenza. Le barche più piccole fiutano l’inedito refolo: prevedono una regata tecnica, tentano il tutto per tutto, ma per loro in realtà il traguardo è già alle spalle. I maxi puntano a partire da Barcola: Ancilla Domini per Emergency, Nice e Fiamme Gialle. Lady Wendy Schmidt attende a Miramare, al timone del suo ketch Elfie da 52 metri. I walkie-talkie iniziano a fare bip: sarà una partenza di bolina, ad armi pari, la più bella che un velista possa desiderare. Non capitava da almeno otto anni.
IL COLPO DI CANNONE
Manca un minuto e in cabina di regia scorrono le immagini da tutto il golfo. In prima boa c’è il muro di vele pronte ad assistere al passaggio dei vincitori. Prosecco Doc si posiziona in mezzo alla linea e in questa fase è la più aggressiva. Alle 10.30 la sua è una partenza da manuale. Il colpo di cannone dal Circolo di Barcola e Grignano è perfetto e Mitja Kosmina è soddisfatto per essere riuscito a farsi strada in quella marea di barche, partire esattamente al via e lasciare l’avversaria in poppa. A bordo di Arca Sgr c’è un certo nervosismo, Benussi è sottovento. Furio e Marta sanno però che la loro barca è più grande e questo è un aspetto che conta. Il bollettino si aggiorna: in golfo ci sono due nodi da 120 gradi, ruota a sinistra. Risalirà da libeccio. —
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