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Benetton Rugby, capitan Lamaro: «Vincenti anche quando si soffre»

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La prima vittoria stagionale è coincisa anche con una delle migliori prestazioni degli ultimi anni: rifilare cinque mete ad una sudafricana, non importa a quale, è tanta roba.

E non solo per il Benetton, per tutti. Gli Sharks magari non saranno i Warriors né Leinster, restano però un avversario solido, con la mentalità tipica dei campioni del mondo, che in due gare se l’era giocata fino alla fine. Leoni dunque tornati a sprigionare quella capacità di tamponare tutto e di sfiancare mentalmente gli avversari, presi poi d’infilata. Il primo successo della stagione è stato costruito così.

Capitan Lamaro, siete stati davvero spettacolari, oltre che vincenti.

«Vincere è l’obiettivo per il quale ognuno di noi si sveglia la mattina e va al campo cercando di migliorare ogni particolare. Fondamentale a mio avviso è avere chiaro in mente l’obiettivo, raggiungerlo, se non proprio l’unica cosa, è certo quella più importante»

Avete dimostrato che spettacolo è anche difendere in quel modo.

«Importantissimo aver resistito nella ripresa. In alcune situazioni avremmo potuto fare meglio, come s’era visto nel primo tempo, ma è nei momenti di sofferenza che si vedono le squadre importanti, unite. E penso che sabato l’abbiamo dimostrato. Siamo stati molto precisi in difesa, e quando lo sei, in attacco poi riesci a sfruttare meglio le occasioni che crei»

Loro a Monigo non si aspettavano certo di prendere 30 punti…

«Gare simili ne avevamo giocate anche l’anno scorso sempre qui, contro Lions e Stormers, faticando ad evidenziare i nostri punti di forza e le loro debolezze. Stavolta siamo riusciti alla distanza creare il vantaggio che ci ha permesso di gestire meglio la partita. Perché è quando stiamo giocando meglio che dobbiamo continuare ad ampliare il gap, ad essere concreti per staccare gli avversari. Non sempre nel finale ti può andare bene»

Da capitano, vedere in prima linea giovani come Aminu, Avaca e Gallorini che sensazioni dà?

«Devo dire che almeno da un paio d’anni vediamo ragazzi che entrano a far parte dell’organico a pieno regime. Trasmettere la cultura della nostra squadra a questi giovani è splendido: Avaca ha lavorato con noi negli ultimi anni e vederlo così pronto davanti ad un campione del mondo (Trevor Nyakane, ndr) mi fa non solo piacere, ma mi rende proprio orgoglioso. E’ quando giochi non per scelta ma per obbligo che ne vedi la qualità»

E dunque eccolo, uno degli "eroi" dell'altro giorno, Enzo Avaca, pilone argentino classe 2000, 1.88 e fratello di Giuliano, apertura del Mogliano. «Ero molto emozionato. Dal punto di vista personale è stata una bellissima sensazione: mi alleno con il resto dei ragazzi da diverso tempo e alla fine sono partito titolare contro uno Springbok che ha vinto il Mondiale l’anno scorso. Una partita che ricorderò a lungo. Tutto il resto del gruppo mi ha aiutato e voglio ringraziare ogni mio compagno. Siamo una squadra molto unita e un gruppo solido»

Prestazione da sistemare nei ricordi la sua. «Contro le squadre sudafricane è sempre così, partite in cui i punti di contatto sono molto duri. Noi avanti abbiamo fatto un bel lavoro, ma ora dobbiamo focalizzarci sulla prossima partita, approcciando la settimana come abbiamo fatto con quella scorsa. Sabato contro i Dragons dovremo lasciare tutto in campo».