Protezione civile contro gli abusivi: «Troppi soccorritori improvvisati»
Sono ben 2.596 i volontari della Protezione civile bellunese, pari al 15% del totale regionale, che ha 18.447 tesserati. E vogliono essere tutelati nella loro professionalità: «Non sono i parcheggiatori delle sagre. E, auspicabilmente, non devono essere usati come tali»: in loro difesa scende in campo l’assessore regionale Giampaolo Bottacin, a capo del pacifico esercito della sicurezza in provincia e in regione.
Li tutela perfino dagli “angeli del fango”, di cui va ammirata la generosità, come è avvenuto recentemente in Emilia Romagna, ma che troppe volte risultano solo d’impiccio: quanto accaduto a Santa Giustina con i finti volontari «correttamente allontanati» dal sindaco in quanto non risultanti iscritti all’elenco regionale delle organizzazioni di Protezione civile, focalizza un tema estremamente delicato.
Il sistema
Il sistema della Protezione civile regionale, così come recentemente riformato dalla legge Bottacin, comprende 518 organizzazioni territoriali, una quarantina solo in provincia di Belluno. Sono organizzazioni di vario genere e dimensione ma tutte ugualmente importanti. Il Veneto è in assoluto la Regione che più ha puntato sulla formazione dei suoi volontari come emerso anche nel corso del convegno tenutosi alla fiera internazionale dell’emergenza svoltosi a Montichiari, a cui ho partecipato l’assessore bellunese insieme al ministro Musumeci e al capo dipartimento della Protezione civile Ciciliano. In Veneto e quindi nel Bellunese, per diventare volontario bisogna innanzitutto superare un corso base di 44 ore, di cui almeno 40 obbligatorie.
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I corsi
Seguono poi tutta una serie di corsi di specializzazione di vario tipo, caposquadra, uso della motosega, coordinatore, ricerca persone scomparse, antincendio boschivo, salvaguardia beni culturali e molti altri ancora. «L’alto grado di formazione di nostri volontari è uno degli elementi, insieme alle attività di previsione e prevenzione messe in campo dalla Regione, che ha fatto diventare il sistema della protezione civile del Veneto il migliore d’Italia, come sottolineato anche dal presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, proprio a Belluno. Come ricordo sempre, i nostri volontari non sono professionisti ma professionali». Significa che con le varie specializzazioni acquisite sono in grado di operare sinergicamente in qualsiasi scenario emergenziale. «Ho dedicato gli ultimi 9 anni a sviluppare questo sistema così evoluto perché il futuro prevederà sempre maggiore specializzazione per poter essere efficaci negli interventi. Ritengo che non ci si possa improvvisare come soccorritori e quindi il sindaco di Santa Giustina ha fatto bene ad allontanare chi, non essendo iscritto all'elenco regionale, molto probabilmente non era in grado di dimostrare di avere una preparazione pari ai volontari iscritti» afferma Bottacin. A volte i volontari della Protezione civile vengono individuati dalla popolazione come persone animate da buona volontà e questo sicuramente sta alla base di qualsiasi approccio volontaristico, ma non basta.
La preparazione
«È corretto che tutti siano a conoscenza del fatto che dietro a una divisa ci sia molta preparazione e molto addestramento oltre al senso di altruismo. Spiace infatti che spesso i volontari siano descritti come i parcheggiatori delle sagre. Non è così. Su questo ho anche scritto il mio libro “I giorni di Vaia”. I volontari, lo ripeto, sono professionali anche se non professionisti, in grado di affrontare scenari complessi», insiste l’assessore. Purtroppo, secondo l’assessore, la percezione che dietro una divisa di Protezione civile ci sia una lunga preparazione è poco diffusa a volte anche tra qualche amministratore che approfitta dei volontari per compiti impropri o banali. «I volontari hanno compiti ben precisi e codificati dalle norme di protezione civile. Ci sono attività che non possono svolgere perché non attengono alle loro competenze tipo l’ordine pubblico o la viabilità. Ormai la specializzazione è richiesta sempre più in qualsiasi ambito anche dal punto di vista della sicurezza». I volontari sono soggetti a quanto previsto dal decreto legislativo 81/2008, sicurezza sui luoghi di lavoro e possono essere attivati solo dal sindaco di riferimento o dalla Regione. In caso contrario non sarebbero neppure coperti dall’assicurazione, trovandosi quindi esposti a rischi rilevanti anche dal punto di vista civile. In Italia la legge nazionale consente a chiunque di aiutare chi è in difficoltà a seguito di calamità naturale, ma – specifica ancora Bottacin – i cosiddetti angeli del fango hanno spesso creato difficoltà a se stessi e quindi alle persone da soccorrere.