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Missione Finals (Cocchi). Il dominio di Sinner (Bertolucci). L’elogio di Nole a Sinner (Giammò). Sinner «Ho perso un po’ di sorriso» (Strocchi)

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Missione Finals (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Prima un tuffo tra i petrodollari sauditi per l’esibizione da sei milioni insieme ad altri 5 big, poi testa al rush finale della stagione con l’ultimo Masters 1000, a Parigi Bercy, le Atp Finals di Torino e la Coppa Davis a Malaga. […] Gli impegni del 2024 Sinneriano non sono esauriti, anche se il più s’è fatto. Jannik ha tagliato il traguardo più ambito, il numero 1 di fine anno, ma non significa che i desideri siano sopiti. Dopo la vittoria nel Masters 1000 di Shanghai contro Djokovic, Sinner è pronto a volare in Arabia per il Six Kings Slam, dal 16 al 19 ottobre insieme a Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Nadal e Rune. Una ricca pausa dal circuito prima di tornare alla carica in un finale di stagione in cui c’è ancora tanto da conquistare. Il tutto nelle condizioni ideali per Jannik: su cemento indoor, il numero 1 al mondo diventa ancora più dominante. Lo sa bene Djokovic che dalla finale di Torino 2023 non è più riuscito a battere il giovane virgulto rossocrinito. E allora il capoluogo piemontese diventerà il luogo in cui l’allievo di Vagnozzi e Cahill potrà chiudere un cerchio magico aperto proprio al palazzetto olimpico, ora Inalpi Arena, nel novembre scorso. […] A Torino, davanti al pubblico italiano che quest’anno non ha ancora avuto la gioia di vederlo giocare in casa, Jannik Sinner riceverà il premio di numero 1 di fine anno. Sarà un momento magico, capace di addolcire le amarezze degli ultimi mesi, velati di tristezza prima per l’accidentale positività al Clostebol, poi per il ricorso della Wada che vorrebbe da uno a due anni di squalifica per negligenza. Nonostante questo macigno sulle spalle, il campione 23enne è riuscito a vincere tutto. […] «Quest’anno ho avuto tanti successi – ha detto Jannik dopo la premiazione di Shanghai -, ma è stato anche un anno molto difficile per altre circostanze: ho perso un po’ il sorriso per questioni che non riguardano il campo e che rimangono a volte nella mia mente. Non è mai facile giocare nella situazione in cui mi trovo, ma ho cercato di godermela il più possibile». […] Resta il fatto, comunque, che sei sconfitte in tutta la stagione sono un record da stropicciarsi gli occhi. Di queste poche frenate, ben tre sono arrivate contro Carlos Alcaraz […]. Due Slam a testa per i rampolli d’oro del tennis, con l’altoatesino capace di staccare lo spagnolo di quasi 5000 punti, vincendo sette tornei contro quattro. A Parigi Bercy, la distanza da Sinner potrà anche aumentare: nel 2023 aveva dovuto ritirarsi dal torneo prima degli ottavi di finale dopo aver terminato il primo match, contro Mackenzie McDonald, alle 3 di mattina […]. Dopo Bercy, una settimana di scarico per arrivare a Torino ed entrare in clima Finals: il torneo dei Maestri si svolgerà dal 10 al 17 novembre e la sfida tra fenomeni si sposterà in Italia. Ma se Torino è la terra di casa da conquistare per chiudere il cerchio (Jannik non ha mai vinto un torneo Atp nel Belpaese), Malaga è il territorio da provare a difendere in tutti i modi, in giornate dal grande peso emotivo per il ritiro annunciato di Rafael Nadal, in campo con la Spagna nelle Final 8 insieme ad Alcaraz. […]

Il dominio di Sinner è soltanto all’inizio migliorerà ancora (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

La fantastica stagione di Jannik Sinner conosce un’altra giornata di gloria con il successo al Masters 1000 di Shanghai, il settimo trionfo stagionale che segue di appena un giorno la certezza di chiudere l’anno al numero uno del mondo […]. Ed è significativo che il trionfo in Cina sia stato ottenuto contro Novak Djokovic, cioè il campione che ha dominato il circuito fino a un anno fa, quando la sconfitta in Davis con tre match point annullati dall’azzurro segnò il cambio di direzione, aprendo le porte alla favolosa ascesa di Jannik. Il successo di ieri, dunque, è una conferma del passaggio di consegne tra l’alfiere della generazione dorata e il portabandiera, insieme ad Alcaraz, della nuova ondata […]. Perché Sinner, nonostante un’annata che per valore dei risultati e qualità tennistica si avvicina molto a quelle straordinarie dei Federer, dei Nadal e dei Djokovic dei tempi d’oro, possiede ancora margini di miglioramento per affinare ancora di più il suo dominio sul circuito. A 23 anni, d’altronde, la formazione di un tennista, seppur di livello assoluto, non può essere completa, sotto tutti i punti di vista. Certamente, il ragazzo della Val Pusteria può contare su una dote innata che possiedono solo i fuoriclasse, cioè la capacità di alzare il livello nei momenti decisivi, e perfino un professore della materia come Djokovic ha finito per rendersene conto sulla propria pelle, all’inizio del tie-break del primo set e poi nel game in cui ha subito il break decisivo nel secondo parziale. A questa enorme lucidità tattica e forza mentale Sinner ha aggiunto un servizio diventato ormai un’arma affidabile e tagliente, un colpo che gli conferisce sicurezza anche quando le trame delle partite tendono a complicarsi, nonché una crescita nell’utilizzo della palla corta e del gioco a rete, aspetti in cui peraltro presenta ancora ampi margini di crescita. Ma la maturazione definitiva, nei prossimi anni, riguarderà soprattutto la personalità da mettere in campo, che sicuramente può consolidarsi attraverso l’esperienza di una serie continua di match ad altissimo livello. Ora […] deve aspettarsi che ogni avversario lo affronti con gli occhi iniettati di sangue per giocare il match della vita […]. Dunque, serviranno una concentrazione e una determinazione feroci, e sarà appunto necessario portare sul terreno di gioco tutto il peso del proprio blasone e della propria qualità tennistica. Questo 2024, intanto, ci ha detto che la perfetta sintonia con i coach Vagnozzi e Cahill ha prodotto una programmazione perfetta, che lo ha preservato per gran parte della stagione da magagne fisiche importanti (se si eccettua l’inizio della primavera con i problemi all’anca) e gli consentirà di affrontare gli ultimi appuntamenti di stagione con le energie sufficienti per continuare ad essere il favorito. Da questa prospettiva, perciò, il 2025 dovrà ricalcare la stessa falsariga dell’anno che sta per finire. In definitiva, […] chi potrà fermare questo Sinner? Certamente Alcaraz, nelle giornate di grande ispirazione, è un rivale formidabile e probabilmente può attingere ad un bagaglio tecnico superiore, ma gli manca la continuità per tenere a lungo picchi di rendimento elevatissimi, mentre Djokovic rimarrà sempre pericoloso ma il suo tramonto mi sembra irreversibile. Butterei un occhio sul ceco Mensik, tra un paio d’anni, ma al momento per battere Sinner ci sarebbe bisogno di un giocatore costruito in laboratorio.

L’elogio di Nole «Fa quello che facevo io» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

È un Novak Djokovic a due facce quello che ripercorre la finale appena persa a Shanghai contro Jannik Sinner. Da un lato la consapevolezza di aver disputato un ottimo torneo in cui è riuscito a ritrovare stimoli, livello e competitività. […] La serenità […], ed ecco l’altra faccia della medaglia, di aver ceduto a un rivale dimostratosi «troppo più bravo di me». […] era lo stesso Nole un anno fa, dopo essersi visto annullare tre match point nella semifinale di Coppa Davis dall’altoatesino (nessuno ci era mai riuscito) ad averlo intuito come suo degno erede. Un’intuizione che in Cina si è fatta vera e propria investitura e che il serbo ha confermato urbi et orbi in conferenza stampa: «Jannik Sinner mi ricorda me». […] «Non mi sentivo fresco al 100%, ma va dato grande merito a Jannik che ha giocato i punti importanti meglio di me. Ha meritato la vittoria», ha precisato il titolare di 24 Slam in carriera davanti ai microfoni. Non risparmiandosi, quando chiamato a farlo, nel radiografare la crescita dell’attuale n.1 del mondo, tanto nel gioco quanto nell’approccio mentale: «Il suo servizio è tremendamente migliorato, è aggressivo dal fondo e appena ha una palla più corta da attaccare prende l’iniziativa. È molto solido sia col diritto che col rovescio, non commette molti errori e cerca di togliere tempo all’avversario. È quello che ho fatto per tanti anni: togliere tempo, soffocare gli avversari, metterli sotto pressione tanto con i colpi quanto con la presenza in campo. E lui lo fa, e quest’anno è stato impressionante». […] Si direbbe un passaggio di consegne. […] Se non fosse per l’orgoglio del campione ferito, autore di una stagione sottotono in cui, pur privo di titoli, è riuscito comunque a risalire la china fino a consolidare sempre più la sua presenza alle ATP Finals di Torino. Un orgoglio che, acquattatosi dietro una coltre di serena accettazione del risultato, come la cenere nasconde ancora la scintilla della voglia di riprovarci: «Amore, passione e voglia di competere: è questo che mi motiva – ha rilanciato Djokovic – ho giocato una buona finale e questo mi fa credere che sono ancora in grado di affrontare questi giocatori che sono i migliori del mondo». Esserlo e confermarsi. La differenza sta tutta qui. E Djokovic lo sa bene.

«Io tra leggende però ho perso un po’ di sorriso» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

La fierezza di chi sta vivendo una stagione da record nonostante le preoccupazioni extra campo. C’è tutto questo e forse anche di più dietro il volto soddisfatto di Jannik Sinner, capace di bagnare la certezza di chiudere l’anno sul trono con il titolo anche a Shanghai, il 7° nel 2024 e quarto in un Masters 1000 in carriera. «È stato un giorno molto speciale – ha riconosciuto il 23enne di Sesto Pusteria -. Ho giocato con Roger e Carlos in tribuna, l’atmosfera era splendida. E affrontare Novak è sempre molto duro. Nel primo set ha servito benissimo e ho faticato per avere un break, ma stavo giocando con fiducia. Non c’è un segreto, ma ho solo colto le poche opportunità che mi ha concesso […]». Poi l’analisi dell’azzurro si amplia. «Ci sono ancora un paio di tornei da giocare, ma quest’anno ho avuto tanti successi. È stato anche un anno molto difficile per altre circostanze, ho perso un po’ il sorriso per questioni che non riguardano il campo e restano a volte nella mia mente. Le persone pensano che se vinci, non hai nessun problema. Ma non è così. Non è facile giocare nella situazione in cui mi trovo, però devi accettarlo. Sento di essere forte quando vado in campo, cercando di non pensarci e di rimanere concentrato in tutto quel che faccio, di dare il 100% in ogni singola partita, ogni singolo allenamento, ogni singola cosa da quando mi sveglio la mattina. Sono molto grato a chi ho intorno, mi conoscono bene e io so le persone di cui mi posso fidare. Il successo non mi cambierà, né come persona né come giocatore». Affermazione non banale specie dopo le settimane in Cina, dove è stato raggiunto dalla notizia del ricorso della Wada contro l’assoluzione per la positività al Clostebol. «Ho cercato di rimanere calmo, di non farmi problemi se sbaglio qualche colpo, ma di continuare a spingere ogni giorno con la miglior energia. Sono felice di come sto affrontando le situazioni in campo, mi soffermo sugli aspetti che posso controllare, come mente e fisico». Atteggiamento che gli ha permesso di diventare il più giovane dei tre giocatori capaci di vincere in una stessa stagione Australian Open, US Open e almeno tre Masters 1000 sul duro (guarda caso Djokovic e Federer gli altri due). «Ho cambiato qualcosa rispetto al passato – ha spiegato Jannik -. Sento di essere fisicamente più pronto per giocare al massimo livello possibile per un tempo più lungo. Anche mentalmente sono pronto ad accettare ogni situazione difficile […]». […] Il 37enne di Belgrado non ha rimpianti per il 100° titolo sfumato. «Arrivarci sarebbe un bonus, continuerò a provarci ma non è una questione di vita o di morte, credo di aver raggiunto tutti i miei più grandi obiettivi in carriera […]».