Le Giornate del Cinema Muto omaggiano Eugenio Cardini: un documentario sull’antesignano della settima arte
Fotografo e cineasta amatoriale, ma antesignano della settima arte: all’argentino Eugenio Alejandro Cardini è stato dedicato uno spazio alle Giornate del Cinema Muto per l’eccezionalità della sua opera e perché i familiari, presenti a Pordenone per l’occasione, stanno realizzando un prezioso progetto di recupero e digitalizzazione del patrimonio del progenitore. Ne parlano nipote e pronipote, rispettivamente Marcelo Juan e Roberto Juan Cardini.
«È questo un progetto di famiglia, collettivo, che ha l’obiettivo di ricostruire e dare valore al lavoro artistico di Eugenio Cardini – ha premesso il pronipote –. Due sono gli obiettivi: il progetto documentario sulla sua figura e il progetto di archivio, per recuperare e digitalizzare le sue opere».
Eugenio Cardini è nato a Buenos Aires il 9 febbraio 1879 ed è morto a Mar de Plata nel 1964. Le sue origini sono italiane: il nonno infatti emigrò nel 1865 da Omegna, piccolo comune del Piemonte e fondò un’industria metallurgica: questa fabbrica viene immortalata anche nel film in programmazione oggi e la si vede nella sequenza di uscita degli operai. Anche il padre e lo stesso Eugenio lavorarono in quest’azienda: per Eugenio quello di fotografo e cineasta fu un’attività amatoriale, che gli permise di girare il mondo.
Nel 1897, a 18 anni, si prese un periodo di vacanza, spesato dalla famiglia, per recarsi in Francia dove acquistò una cinepresa, la numero 7 costruita dai fratelli Lumiére e si trasferì in Italia, a Lecco, città d’origine della nonna, dove girò quello che è sicuramente il primo filmato girato in città e, chissà, forse anche in Italia. Di nuovo si trasferì a Buenos Aires e anche lì continuò la sua attività riprendendo in particolare scene di vita quotidiana. Sperimentò anche l’utilizzo dell’autocromo dei Lumiére prendendo come modello la moglie Maria Maddalena Malugani Valsecchi.
La sua produzione amatoriale proseguì anche negli anni successivi, ma è in questa prima parte pioneristica che si concentrò il lavoro dei discendenti di Cardini e della catalogazione e digitalizzazione del materiale.
«Il primo passo che è stato compiuto è stato quello di radunare la famiglia e chiedere la disponibilità di materiali e di una piccola donazione – hanno spiegato i discendenti di Cardini –. Con questi primi fondi abbiamo realizzato un teaser che ci servirà per costruire il progetto».