Spalletti lancia Vicario, esordio nella sua Udine. Il ct: «Qui mi sono trovato benissimo»
Il profeta in patria stasera sarà Guglielmo Vicario. Seduto accanto a Luciano Spalletti, domenica 13 ottobre in serata nel ventre dello Stadio Friuli - Bluenergy Stadium, il portiere udinese riceve la notizia tanto attesa: difenderà i pali della Nazionale contro Israele nella quarta giornata del Gruppo 2 della Nations League. Un esordio ufficiale nella propria città natale: non poteva essere così neppure nel sogno più bello di quando era un bambino che papà Michele portava a vedere le partite dell’Udinese. «Gioca Vicario», evidenzia il ct sollecitato con una domanda. Sarà l’unico nome al quale mette il timbro dell’ufficialità: «Per la delicatezza della partita dovrete aspettare», sottolinea prima di mette un punto sull’argomento formazione.
Poco prima il diretto interessato era stato piuttosto vago su un possibile impiego al posto di Gigio Donnarumma. «Dal punto di vista personale sarà per me una giornata emozionante: ci saranno in tribuna i miei genitori, i miei amici. E alla fine tornerò a casa con la maglietta della Nazionale in borsa. Sono orgoglioso del percorso che ho fatto».
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Spalletti lo ascolta e, prima di parlare di lavoro, preferisce cominciare anche lui la lì. Anzi, da qui. Dal Friuli. «Lasciatemi parlare prima di questo. Io mi sono trovato benissimo a Udine, in un territorio bellissimo, in una città civilissima. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare per presidenti forti che mi hanno insegnato tante cose e paròn Pozzo è uno di questi. Avrei preferito un clima migliore per il mio ritorno, il calcio è gioia, una gioia che non si può esprimere in pieno in questa occasione: speriamo si trovi la pace prima possibile in quel pezzo di terra».
Gianpaolo Pozzo l’ha appena salutato, il cerchio si è chiuso, spazzando le incomprensioni datate, quelle nate al momento dell’addio all’Udinese, nell’estate del 2005. È tempo di pensare all’azzurro in Friuli. Di ufficializzare la presenza da titolare di Vicario che ammette: «L’ho saputo solo adesso». Il portiere di Planis è diventato un giocatore internazionale, da Premier League: «Sto partecipando a una coppa europea col Tottenham, gioco in un campionato con un ritmo altissimo: lo zainetto della mia carriera si sta arricchendo».
L’umiltà è sempre stata una dote di Vicario. Una qualità che il ct chiede a tutto il gruppo azzurro in vista di Israele: «Sanno giocare a calcio, servirà ordine ed equilibrio. Il gioco espresso? È una cosa sulla quale si può continuare a lavorare. Il gruppo sta lavorando con impegno: retta è la via del sudore, dell’attaccamento alla maglia. Sono cose belle. Anche perché qualsiasi crescita ha dei gradini difficili. Nel calcio un episodio può gettare all’aria tutto, come è successo col Belgio».
Confessa, Spalletti, di aver studiato con attenzione «due-tre elementi di grande qualità», quando gli chiedono di parlare degli avversari. Poi aggiunge: «In alcuni momenti abbassano il blocco squadra e ti aspettano, altre si alzano. Saranno fondamentali gli attacchi alla linea difensiva: andare 5 metri sotto e salire 10 metri sopra». Chiamatela Italia a fisarmonica per suonare Israele.