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Октябрь
2024

Vittorio Veneto sempre più desolata: in 3 mesi chiuse 6 attività

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Crisi senza fine anche per il commercio vittoriese. In viale della Vittoria in soli tre mesi hanno chiuso sei negozi. A settembre hanno abbassato le serrande Benetton e Sisley, prima ancora la Panetteria. Il negozio di abbigliamento per bambini “Scoop” l’anno scorso ha levato le tende e sulle vetrine c’è ancora il cartello “affittasi”. A fine ottobre chiuderà definitivamente anche il bar Alexander e non ci sarà ricambio. De profundis anche nella galleria al Cavallino dove a giugno ha chiuso il bar Genny ed entro dicembre abbasserà le serrande anche il negozio di dischi.

Stessa desolazione in galleria Concordia, in Quadrilatero. Anche i parrucchieri di Klam hanno da poco lasciato vuote le grandi vetrine. Affitti e spese condominiali insostenibili li hanno fatti emigrare più a nord, a Porta Cadore. La mancanza di ricambio generazionale resta uno dei fattori principali. Fatica a trovare successori disposti a rilevare l’attività la “Casa della Bambola”. «Resisto per non svuotare il centro, per amore della città», allarga le braccia il titolare Michele Toffoli. «Quando i clienti hanno intuito la possibile chiusura sono venuti a supplicarmi di non farlo. Non ho mai visto tanto calore da parte della gente. Ho 63 anni e sono in pensione, sto valutando seriamente cosa fare, chiudere anche qui sarebbe un problema per il centro, il negozio è ancora un punto di riferimento importante fino al bellunese».

Secondo Toffoli la città sta pagando i danni di una mancata programmazione di 20 anni, che l’ha privata di un’identità. «Questi sono i risultati, lamenta il commerciante, «il problema non è creare delle manifestazioni limitate alla piazza, non portano niente al commercio. Il problema è portare gente. Gli amministratori dovrebbero allargare gli orizzonti, andare in giro per vedere cosa fanno gli altri, abbiamo una classe politica chiusa e ottusa».

La chiusura del bar Lux, annunciata per almeno sei mesi, non farà che ridurre il passeggio in centro, accentuando un momento molto critico per il centro città. «Durante il Centenario abbiamo perso un sacco di soldi perché non c’era neanche un albergo», accusa Toffoli, «la gente arrivava qui, faceva la sua sfilata e scappava via. Perché in questi anni non è stato programmato un altro albergo? La crisi c’è, ma non è solo questo, la vendita su internet si è già presa la sua fetta di mercato e anche Amazon comincia a mostrare i primi segnali di crisi». Appena fuori dalla piazza non va meglio. A Vittorio 2, in via Giulio Pastore, chiuderà i battenti il 31 dicembre il negozio “Sport 2000” per cessata attività. «Ho 75 anni, ho tenuto aperto il negozio per 48 anni. Spero che qualcuno rilevi l’attività», dice Lidia Zanetti. Chiusura per cessata attività dopo 61 anni anche per il negozio di bomboniere Flora, in viale Cavour.

Serrande abbassate da gennaio 2025 pure da “Gaia life”a San Giacomo di Veglia. Le sorelle Buosi andranno in pensione e anche qui non ci sarà ricambio generazionale. «Credo sia un momento difficile per tutto il commercio», spiega il vicepresidente Ascom, Michele Paludetti, «è un discorso globale. Bisogna fare di tutto perché i negozi riaprano e ci sia un po’ di positività. Ci deve essere un piano dei comuni e della politica per riqualificare i centri storici, altrimenti non si va più da nessuna parte».