Cos’è la spermidina, la molecola che allunga la vita: “Previene tumori, cardiopatie e malattie metaboliche e neurodegenerative”. Ecco in quali alimenti si trova
Spermidina. Se il suo nome vi dice qualcosa, avete ragione: questa molecola, appartenente alla categoria delle poliammine biogene, essenziali per l’equilibrio cellulare, fu così battezzata già nel ‘600 perché scoperta nello sperma. Per il resto, agli occhi dei non addetti ai lavori rimane solo un nome come un altro, ma per gli scienziati è di grande importanza, tanto da averle dedicato negli anni molti studi, che per la maggior parte la giudicano positivamente. L’ultimo arrivato, pubblicato ad agosto sulla rivista scientifica Nature Cell Biology, si incentra sulla sua capacità di favorire la longevità attraverso un meccanismo noto come autofagia cellulare, fondamentale per il benessere dell’organismo.
Autofagia, ma non solo
Il processo dell’autofagia consente alle cellule di eliminare quelle parti danneggiate o inutili che potrebbero rivelarsi dannose; è un processo di pulizia e riciclo talmente importante per la salute da aver fatto meritare il Nobel della medicina nel 2016 a Yoshinori Ohsumi. Se il meccanismo non funziona, è la malattia. Infatti questo controllo di qualità sulle cellule aiuta a prevenire cardiopatie, tumori, malattie metaboliche e neurodegenerative. E senza tutti questi pesanti fardelli, si vive di più. Lo studio di agosto, “Spermidine is essential for fasting-mediated autophagy and longevity”, riconosce fin dal titolo il ruolo della molecola nella longevità, ritenendolo mediato dal digiuno, di cui sono riconosciuti i benefici sulla durata della vita in salute. Dopo 4-5 giorni di digiuno, i livelli di spermidina aumentano del 50%. Ma certo la prospettiva di saltare i pasti non aggrada a tutti, e del resto non tutti possono digiunare. Per fortuna, da precedenti studi emerge che assumere più spermidina con la dieta sembrerebbe favorire molti dei benefici effetti indotti dalla restrizione calorica. Vale davvero la pena farci un pensierino, perché invecchiando – cioè quando più servirebbe – la spermidina viene prodotta in minor quantità dall’organismo. Inoltre studi anche recenti le riconoscono ulteriori proprietà, che vanno tutte nella direzione della longevità: azioni antinfiammatorie e antiossidanti, regolazione della termogenesi (la combustione dei grassi), promozione dell’apoptosi (morte cellulare programmata), lotta al declino cognitivo.
La spermidina nel piatto
Sintetizzata dall’organismo a partire dalla putrescina (un’altra poliammina), la spermidina è presente in numerosi alimenti: in questo modo si può mangiare un po’ di tutto senza fissarsi solo su questa molecola, che per quanto promettente è solo un ingranaggio di un complesso meccanismo. Il fatto che possa essere carente dipende da molti fattori, tra cui la riduzione dell’assorbimento dei nutrienti, causata dall’età ma anche da uno squilibrio alimentare o una dieta scorretta. Non aiutano infatti a produrre spermidina i cibi processati, le carni lavorate, gli alimenti ricchi di zuccheri e grassi e quelli fritti, l’alcol.
Dal germe di grano al pepe verde
L’alimento in assoluto più ricco è il germe di grano (350 mg/kg), che va però usato come un integratore, alle dosi di circa 2 cucchiai al giorno. Seguono gli ortaggi, in particolare quelli verdi: broccoli, piselli, lattuga e peperoni. Questi alimenti sono dei toccasana per l’organismo, quindi consumarli è tanto di guadagnato. Per esempio i broccoli, che contengono 100 mg/kg di spermidina, aiutano a combattere i tumori, proteggono la vista (grazie alla presenza di betacarotene e luteina) e rafforzano le ossa (grazie alle vitamine D e K e al calcio), mentre i piselli (140 mg/kg) contengono i preziosi folati. Ma pure ortaggi come il cavolfiore non sono da disdegnare per la presenza di spermidina, che poi si trova nel tè verde (38,1 mg/kg), un notissimo antiossidante.
Tra le tante proprietà dei cereali integrali c’è anche quella di contenere spermidina, in particolare riso, mais, miglio e amaranto: una buona occasione per scoprire una gustosa varietà di chicchi e farine. I cereali forniscono le proteine complete se associati ai legumi, anch’essi interessanti per la presenza di spermidina, soprattutto fagioli rossi e lenticchie, ma ancor di più la soia (207 mg/kg) e derivati – tofu, tempeh e natto, un prodotto giapponese fermentato.
Possono dare una mano i formaggi stagionati (quelli blu, ma anche parmigiano, grana e pecorino), sempre che siano consumati con moderazione. Per la presenza della molecola si segnalano anche i funghi, con dosaggi variabili tra 62,4 e 139,3 mg/kg. Tra i più ricchi ci sono i giapponesi shiitake, che oggi stanno guadagnando molta popolarità. Infine vanno ricordati il pepe verde fresco (90 mg/kg) e, tra la frutta, le pere; contengono per lo più putrescina pompelmi e arance. Quanto a carne e pesce, questi offrono soprattutto la poliammina spermina, dalla cui degradazione l’organismo ricava la spermidina. Tuttavia, anche senza concentrarsi su specifici alimenti, da questa selezione risulta chiaro che variando i cibi e dando la preferenza a quelli freschi si può dare una mano alla longevità.
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