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Октябрь
2024

Giornate del cinema muto sempre più internazionali: tra il pubblico studenti da Arabia, Argentina e Hong Kong

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Un’edizione che più di altre ha dato voce alla marginalità, sia geografica che didattica, e che ha affrontato temi di assoluta attualità. Un programma imponente, ma anche condiviso, capace di dare voce a una community che potrà vivere tutto l’anno: sabato 12 ottobre il direttore artistico delle Giornate del Cinema Muto, Jay Weissberg, ha fatto il punto sulla 43esima edizione. «Sono molto soddisfatto – ha affermato – . Credo di aver trovato un modo efficace per collegare di più il passato con il presente, essere più esplicito sulle questioni delle marginalità, come l’aver esplorato il mondo sudamericano. Nella percezione dei cineasti, dei cinefili e soprattutto nei corsi di studi, nelle università, si considerano quasi solo i grandi maestri, i film del canone, ma l’unico modo in cui si può capire il passato è allargare il nostro sguardo. Per questo, avere nel programma film dell’America Latina è stato importante».

Lo stesso ha riguardato i film dall’Uzbekistan. «Conosciamo abbastanza bene il cinema sovietico con i grandi maestri, ma quelli che abbiamo portato al festival sono nomi quasi sconosciuti – ha rilevato Weissberg -. I temi trattati hanno puntato sull’indipendenza delle donne. In Uzbekistan il cinema ha dato per tante donne l’idea di un’altra vita».

Si è trattato inoltre di pellicole autentiche, mai viste finora che hanno aperto gli occhi su un cinema inaspettatamente molto avanzato. Il ponte tra storia e attualità ha riguardato anche i film sul mondo arabo, in particolare “The land of promise”, un film sugli ebrei in Palestina. «Ho visto quel film più di un anno fa, prima del 7 ottobre, a Praga – ha raccontato il direttore artistico -. È un film appena restaurato con immagini bellissime. Sono molto legato a questo tema, e l’idea che la guerra tra Israele, Gaza e Libano nasca con Netanyahu è uno sbaglio totale: dobbiamo guardare il passato, dobbiamo guardare oltre un secolo fa, prima della dichiarazione Balfour».

Il calendario degli appuntamenti di quest’anno è stato imponente, con importanti focus sui film fondamentali analizzati nell’ambito del “Canone rivisitato” a cura di Paolo Cherchi Usai. Film ma non soltanto: elemento vincente è stato anche il coinvolgimento del pubblico più giovane, sia i partecipanti al Collegium, ricercatori quest’anno arrivati da Arabia Saudita, Egitto, Cina, Turchia, Argentina, sia per la “delegazione” di liceali di Hong Kong. Giovani anche i musicisti selezionati per accompagnare gli artisti già affermati: Andra Bacila e il pordenonese Gabriele Rigo.

Un po’ di numeri di questa edizione: 220 i titoli presentati, quasi un migliaio gli accreditati, dal web MYmovies ha registrato 400 accreditati da 40 Paesi per un totale di quasi 4.000 visioni, 85 mila le pagine visitate sul sito e nei social (facebook e Instagram).

Poche le anticipazioni per il 2025, se non che si proseguirà il viaggio in Italia, dopo la tappa in Sicilia di quest’anno. Ma quale sarà la regione prescelta, c’è ancora riserbo.