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Allarme risse e rapine a Treviso, Conte: «I ragazzi si danno appuntamento su Telegram, TikTok e Instagram»

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Sono messaggi in codice e di poche parole, contengono un luogo e un orario e si diffondono alla velocità di un “invio”. Le risse e le rapine sono organizzate sui social e i protagonisti sono ragazzini che non sono residenti a Treviso, ma si accordano per far diventare la città la sede dei loro scontri. Un metodo che rende difficile l’intervento delle forze dell’ordine, perché si tratta di ritrovi puntuali e della durata di pochissimo tempo, quello necessario per fermare, malmenare e derubare dei coetanei.

La denuncia stavolta arriva direttamente dal sindaco Mario Conte, dopo gli episodi degli ultimi giorni: «I ragazzi si danno appuntamento su Telegram, TikTok e Instagram, è un problema. Quello che chiedo è risposte più rapide da parte dello Stato, e certezza della pena: chi commette certi gesti deve sapere che sarà punito».

All’indomani dell’ennesima rapina di una gang di bulletti ai danni di un quattordicenne in pieno centro a Treviso, le istituzioni si fermano a studiare il fenomeno con l’obiettivo di sradicarlo definitivamente.

«Sono episodi che vogliamo debellare e che combattiamo attraverso la presenza delle forze dell’ordine sul territorio, nel caso della rapina di qualche giorno fa le forze dell’ordine sono intervenute pochi minuti dopo», continua il primo cittadino, «ma dobbiamo agire da comunità: i genitori facciano i genitori, mi aspetto una reazione anche da parte loro». Conte ribadisce che è necessario lavorare sulla percezione della sicurezza che possono avvertire i cittadini e parla direttamente a loro, agli adulti, e lancia un appello: «L’appello che continuo a fare è non dare per scontato che i nostri figli siano esenti da questo tipo di atteggiamento. I giovani sono il presente e il futuro della nostra comunità, la stragrande maggioranza dei giovani ci regala soddisfazioni enormi, chi attua questi comportamenti è una minoranza».

Intanto oggi e domani i presidi delle forze dell’ordine sono stati rafforzati. L’obiettivo è prevenire in ogni modo situazioni borderline, che possano degenerare in qualcosa di pericoloso. Secondo Conte, con il decreto Caivano, la legge può essere di supporto ad ostacolare comportamenti criminali nei giovani, peccato che ad essere meno incisivi siano le passi relative all’applicazione di tali leggi: dai tempi ai modi: «Agiremo con tutti gli strumenti a disposizione: le forze dell’ordine, e progetti di sensibilizzazione. Servirebbe più rapidità e certezza nella pena, piccola o grande: la risposta da parte dello Stato dev’esserci. Il senso di impunità è abbastanza diffuso».

L’ultimo episodio di rapina risale a mercoledì scorso quando un ragazzino di 14 anni è stato rapinato da un gruppetto di giovanissimi – sette persone, secondo le prime testimonianze – che lo hanno derubato di pochi spiccioli, gli unici che il ragazzino aveva con sé.

La rapina si è consumata in vicolo Tezzone, poco prima delle 15: il quattordicenne stava tornando a casa dopo essere uscito da scuola, quando un gruppo di ragazzi poco più grandi di lui gli ha sbarrato la strada. Alla richiesta di consegnare tutto ciò che aveva sono seguite le minacce e, pare, uno schiaffo in volto da uno degli aggressori. Il quattordicenne ha quindi svuotato le tasche, consegnando alla banda settanta centesimi, in monetine.

La famiglia della vittima ha presentato denuncia alla questura e due dei rapinatori sono stati immediatamente identificati: hanno 15 e 16 anni.