Rugby, il Benetton trova la prima vittoria stagionale contro gli Sharks
"E vai che 'ndemo" roccheggiano i Rumatera. Eccolo il ruggito. Roboante, stentoreo, spaventevole. Leoni che, sotto lo sguardo sicuramente compiaciuto del presidente FIR Andrea Duodo, sbranano gli Squali, distrutti da cinque mete e, soprattutto, dalla difesa dei tempi belli, insuperabile non solo a metà campo ma anche laddove basta un tuffo per segnare. Con tutto il rispetto per chi non c'era, ma se in campo hai assieme gente come Brex e Smith, Ruzza e Menoncello, la musica cambia. Se poi ci mettiamo un Avaca sorprendente a sostenere la mischia chiusa si comprenderà come l'esplosione biancoverde di sabato 12 settembre sia tutt'altro che casuale.
E raccontiamola questa prima essenziale vittoria della stagione. Su tre candelotti sudafricani, nei primi cinque minuti altrettante palle regalate da Treviso, eppure c’è tanto equilibrio ed anzi la prima linea, con la spinta di un eccellente Avaca, ispira la prima azione pericolosa del Benetton. Alla fine arriva il penalty sotto i pali di Umaga.
Bella aggressività dei Leoni contro questi Squali tosti, sì, ma che non riescono ad entrare nei 22 altrui se non dopo un quarto d’ora, quel che basta per il carpire il 3-3 dopo però lunga ed infruttuosa pressione, bravo il muro biancoverde, anche ai 5 metri. Ora tocca ai nostri attaccare. E lo fanno servire la corsa di Odogwu che plana in bandierina. Umaga, dalla stessa zolla dove fallì la trasformazione allo scadere contro gli Scarlets, regala altri due punti. Nel tripudio del Monigo il Benetton si esaltano: fantastico il placcaggio di Menoncello molto bene, sempre con degli avanti ottimi per dinamismo e velocità. Da touche nasce l’azione di meta: da destra si va a sinistra, tracciante di Umaga a su Hooker in zona pericolosa, contrattacco con cavalcata di Izekor che resta in piedi due volte, riciclo per Smith, ormai imprendibile per una difesa presa d’infilata. Poco dopo Smith porta fuori dal campo Keyter prima che si giri per andare in meta.
E che dire di Brex che prima placca poi sfodera un 50:22 da favola. “Furba” battuta veloce da Mendy, raccoglie Garbisi che gliela ridà e il gaucho, dopo averlo ringraziato, fila dritto per dritto verso i pali. Riposo corroborante per gli Sharks che iniziano ad attaccare a testa bassa, memori della “remuntada” di Newport: sbagliano tanto, però di carattere ne hanno, con un flanker, Buthelezi, niente male. Quelli di Durban poi nel gioco rotto ci sguazzano: Treviso costretta all’angolo per 12 minuti, finchè Spagnolo mette le mani sull’ovale sotto i propri pali e salva tutto.
Ma la pressione continua: gli Sharks cambiano tutta la prima linea, anche per Bortolami forze fresche dopo un’ora. Altre furiose fasi ospiti ai 5 metri, la diga resiste fino alla solita palla persa sudafricana. Debutta Gallorini, entra anche Aminu ma non c’è verso di trovare un contrattacco. E si resta lì, a difendere eroicamente Fort Apache. Al 27’ finalmente ci si riaffaccia sui 22 nemici ed oplà, ecco pure il bonus. Da una storta (a favore degli Sharks…) di Bernasconi salvata da Snyman parte l’azione di Uren, poi Umaga dà il cioccolatino a Smith che fa doppietta sotto i pali. 31-3 a nemmeno 10 minuti dal termine significa non commettere sciocchezze.
Che i Leoni si guardano bene da fare, anzi già che ci sono ingranano la quinta: break del solito Smith (ispirato dai connazionali?) che fa filare Mendy, che invece di proseguire sull’out si accentra, ma dall’altra parte ce ne sono troppi di biancoverdi. E’ Marin a finalizzare, prima della meta dell'onore degli Sharks. E finalmente si può stappare il prosecco: era in fresco dall’anno scorso.