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Migranti, Mantovano: “Magistratura ideologizzata? Non è un’impressione, è una constatazione”

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Che i pm esondino è “una constatazione”. In un’intervista a tutto campo al Foglio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano – da magistratofornisce una diretta risposta a una precisa domanda. Si parla di Europa e di politiche migratorie del governo italiano che vengono guardate e imitate da altre nazioni. Dunque, fa una precisazione importante sulla necessità che nella nuova legislatura europea si parli “una sola lingua in materia di migrazione. Le migrazioni sono una delle voci non l’unica ovviamente, ma una delle voci più significative dell’ordine del giorno, dei Consigli europei, dei primi ministri e non soltanto di loro, dei ministri dell’Interno”. Il tema è determinante perché – spiega Mantovano- l’immigrazione si salda, se ben regolamentata, con il calo demografico; con la necessità di manodopera qualificata in settori che non l’hanno più”.

Mantovano: “L’Europa parli una lingua sola sull’immigrazione”

Dunque, bisogna evitare “la tentazione – soprattutto tra i partner più importanti dell’Unione europea – di fare qualche sgambetto al compagno di banco”. necessario è parlare un unica lingua “anche quanto all’atteggiamento da avere con le aree da cui proviene il maggior numero di immigrati: immaginando dei percorsi comuni; immaginando delle formazioni tendenzialmente comuni: cioè provare a parlare – se si è veramente unione-  un linguaggio non dico identico, ma abbastanza compatto”.

Mantovani: “Spetta al governo decidere sui paesi sicuri”

L’azione del governo, con il decreto flussi e con gli accordi con i paesi di provenienza sta facendo un lavoro certosino che sta dando i suoi frutti. Parallelemente, il tribunale di Palermo e non solo ha respinto la richiesta di trattenimento di clandestini alla frontiera, pronunciandosi contro le norme dei decreti Piantedosi. Dunque la domanda rivoltagli è d’obbligo: da magistrato, ha avuto l’impressione che ci sia stata in questi due anni di governo “una magistratura ideologizzata”? Desiderosa di mettere un freno all’azione di governo”?

Toghe contro i decreti Cutro: “Entrati a piedi uniti in un’area che non è la propria”

Mantovano risponde con chierezza ? “Non è tanto un’impressione, è una constatazione. Quando per esempio nella disciplina dei migranti un giudice dice e scrive nei provvedimenti che deve essere il giudice l’arbitro della decisione dei paesi cosiddetti sicuri,  mi pare che sia un’entrata a piedi uniti in un’area che non è la propria: perché la determinazione dei paesi sicuri viene fuori da un procedimento abbastanza complesso che spetta al governo. E’ un esempio, fra i tanti ce ne potrebbero essere altri”.

I giudici “rossi” hanno liberato oltre 100 clandestini da marzo

Lo evidenzia un’inchiesta del Tempo: governo e Parlamento fanno le leggi per assicurare che i migranti non aventi diritto all’asilo vengano rimpatriati. Poi, però, ci sono i giudici che li fanno uscire dai Cpr. “Non si tratta di fatti isolati, ma di una routine consolidata. Basti pensare che da metà marzo ad oggi, solo in Sicilia, non sono state convalidate 108 richieste di trattenimento avanzate dai questori. Mentre sono solo 21 quelle convalidate. Significa che su 129 casi totali, l’84% delle volte c’è stato un provvedimento di rigetto”.

 

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