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Октябрь
2024

«Troppi vincoli, così chiudiamo»: la rivolta dei locali del centro di Mestre

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«Se va avanti così, consegneremo le chiavi dei locali al sindaco. Che ci pensi l’amministrazione a far vivere la città, illuminare le vie buie, litigare ogni mattina con chi bivacca la notte e con i resti che lasciano i tossicodipendenti al mattino. Oltre che pagare le tasse e rientrare con le spese nonostante restrizioni e multe. Ogni volta che passano i vigili abbiamo le palpitazioni».

I titolari dei locali del centro, si sono messi insieme, stanchi – dicono – di una situazione che li penalizza e corre su un doppio binario. Tra loro la maggior parte delle attività di via Manin, da Nudi e Crudi al bar Roca, da Soraprova a Marais Wine and Cocktails. E poi ci sono Le Colonne, di via Palazzo, ma anche Hanky Panky di corte Calle Legrenzi, dall’altra parte del “salotto cittadino”.

L’osteria Ceola, di galleria della Torre e diverse attività di piazza Ferretto. E alcuni negozi solidali con i locali, tra cui Si.Mo e Simo Riviera.

Il più agguerrito è Stefano Ceolin, titolare della cicchetteria centrale: «Non c’è rispetto per il nostro lavoro» spiega «La sera fuori dal locale, appena scesi in riviera Magellano, ci sono gli spacciatori tunisini che stazionano, litigano, infastidiscono la gente. E sono stufo di andare a mandarli via. Tra un po’ lascerò correre». Prosegue: «Per non parlare dei bilancini e di tutto il materiale per “addetti ai lavori” che trovo nelle fioriere e che segnalo alle forze dell’ordine».

Prosegue: «Se non ci fossimo noi, il centro sarebbe buio, senza vita, rimarrebbero solo sbandati, ladri e tossicodipendenti. La situazione per noi è insostenibile, tanto che vorremmo prendere le chiavi dei locali e consegnarle all’amministrazione

. Ci svegliamo all’alba per lavorare, ma dobbiamo chiamare le forze dell’ordine, per segnalare quello che accade. L’affitto dei muri è parcellizzato durante giornata. Io lavoro di giorno e parte della sera, poi ci sono gli “altri” durante la notte».

Chiarisce: «Vogliamo fare il nostro lavoro e ritornare qualche cosa di positivo alla città, renderla viva e frequentata: sarebbe opportuno ascoltare anche cosa ne pensiamo noi, motivare le decisioni. Perché non c’è dialogo? Ci pongano dei paletti, ma non a prescindere.

Al Sopraprova sono state contestate delle persone in piedi, perché non ci stavano sedute, alle 20 della sera. Questa città si deve domandare politicamente cosa vuole».

I locali rimarcano il loro ruolo “sociale”, quello cioè di portare sicurezza, allontanare la microcriminalità, rendere il centro vivo, far si che le persone possano passeggiare senza temere aggressioni, furti, scippi. La Polizia locale ribadisce, da sempre, che le regole valgono per tutti e vanno rispettate, per rispetto della cittadinanza.

Sullo sfondo, il rinnovo dei “pianini” che non comprenderà più solo piazza Ferretto, ma anche le zone limitrofe al salotto cittadino e che attorno ad esso gravitano, tra cui via Manin, i locali che si allungano verso Ca’ Mestre da una parte, galleria della Torre e le attività limitrofe dall’altra, così come l’area del Toniolo.

Tra le proposte suggerite alle attività quella di organizzarsi con vigilanza privata, farsi seguire da un’agenzia privata per evitare schiamazzi e situazioni di potenziale pericolo. «Attendo che la Conferenza dei servizi mi dia le indicazioni per portare la delibera dei pianini di piazza Ferretto in giunta» spiega l’assessore al Commercio, Sebastiano Costalonga «Allargheremo il perimetro del pianino dialogando con tutti».

Al locale di Ceolin, è stata contestata una parte del plateatico: «Dicono che la galleria deve rimanere sgombera, per questioni di pubblica sicurezza. Ma ciò, per me, significa chiudere, per questioni di sostenibilità economica. Le istituzioni ci dicano se preferiscono una città spenta, oppure una città che vive». —