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Октябрь
2024

L’autopsia sulla sedicenne morta a scuola: «Fatali le lesioni al capo nella caduta»

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Ha sbattuto violentemente al capo a terra e le lesioni sono state fatali, rendendo inutile ogni soccorso. L’autopsia sul corpo della sedicenne, fatta all’ospedale di Schiavonia, ha confermato quanto era stato ricostruito dal medico legale nel sopralluogo nell’immediatezza dei fatti, quando A.P. si è lanciata dalla scala antincendio dell’istituto Jacopo da Montagnana durante le lezioni di martedì scorso verso le 10.

Le lesioni riportate farebbero presumere una caduta di testa, da circa 7 metri con la sospetta frattura dell’osso del collo. L’inchiesta che dovrà fare piena luce sui fatti è coordinata dal sostituto procuratore di Rovigo Maria Cecilia Rebecchi. Il magistrato ha fatto ascoltare dai carabinieri gli insegnanti e i genitori della studentessa.

La dinamica pare chiara, si è trattato di un gesto volontario, ma per quanto possibile si stanno cercando di ricostruire gli attimi precedenti alla tragedia, quando l’adolescente ha chiesto di uscire dalla classe per andare in bagno, fino a quando poi, non vedendola rientrare, l’insegnante con gli assistenti scolastici hanno iniziato a cercarla. In pochi minuti è stata vista a terra, la tragedia si è materializzata.

Da quanto si apprende la procura ha aperto una indagine modello 45 per fatti non costituenti reato, senza indagati. Una procedura che consente di indagare e di effettuare l’autopsia. Gli insegnanti non avrebbero ricevuto nessuna disposizione scritta in merito ad un eventuale controllo della studentessa, che era seguita in un centro sanitario fuori Padova.

Allo stato attuale sembra difficile che ci possano essere delle contestazioni nel campo penale: un insegnante non può abbandonare gli altri studenti per seguirne uno in bagno, ancorchè senza nessuna prescrizione da parte di un ente terzo.

Dal punto di vista civilistico il campo è più aperto e potrebbe essere contestata alla scuola una responsabilità in vigilando della scuola. In astratto la legge non fa particolari distinzioni in merito all’età del minore, che resta tale quindi dalla materna alle superiori, fino al compimento del diciottesimo anno di età. In astratto il contratto degli Ata, tra i quali rientrano anche i collaboratori scolastici, prevede la “custodia e la sorveglianza dei locali scolastici e la collaborazione con i docenti”.

Tra questi ci sono sicuramente i bagni e i corridoi. La sicurezza e l’incolumità dell’alunno è un diritto superiore, così è stato definito da una sentenza della Cassazione. C’è però un ampio margine: l’onere della prova spetta all’adulto responsabile della sorveglianza e vigilanza sul minore. In pratica egli deve dimostrare che il fatto è risultato imprevedibile e inevitabile. Potrebbe essere il caso in questione. Resta tra gli insegnanti e i compagni di scuola il dolore di una tragedia simile, che nessuno si aspettava. Il non aver fatto il possibile per cogliere il disagio della ragazza.