Piogge torrenziali, danni nell’Alta Marca: frane e acqua non potabile in due comuni
Solo questa mattina si saprà se l’acqua del rubinetto di casa sarà potabile o meno. Il Consorzio Piave Servizi si è riservato le ultime analisi a ridosso dell’esito atteso non solo a Vittorio Veneto, ma anche nei Comuni di Cappella Maggiore, Colle Umberto, Sarmede, Cordignano, Godega, Orsago, Gaiarine e San Fior. L’acqua è diventata torbida a seguito degli ultimi acquazzoni che hanno interessato le falde della Val Lapisina e, prima ancora, della Valbelluna, quindi sotto il Col Visentin. Sia a Vittorio Veneto che a Cordignano sono state emanate ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua per fini alimentari. Negli altri Comuni le criticità rilevate sono stati di minore tenore. L’esito è stato l’assalto dei consumatori agli scaffali delle minerali nei supermercati. Nel frattempo continua il monitoraggio a cura di Piave Servizi in collaborazione con l’Ulss.
Il divieto
«Fino a diversa disposizione – ha fatto sapere ieri il sindaco Mirella Balliana – permane su tutto il territorio comunale il divieto di utilizzo dell’acqua per fini alimentari. Ogni evoluzione sarà prontamente comunicata attraverso i canali istituzionali del Comune. Dalle prime analisi, la potabilità dell’acqua non sarebbe stata compromessa, tuttavia – spiega Balliana – sentita l’Ulss, in via prudenziale, ho firmato l’ordinanza di divieto d’uso dell’acqua potabile a scopo alimentare. L’acqua può comunque essere utilizzata ai fini alimentari se sottoposta preventivamente a bollitura per 15 minuti. La situazione è monitorata dai tecnici». Anche a Cordignano il sindaco Roberto Campagna ha inteso ricorrere all’ordinanza con decorrenza immediata per evitare l’uso dell’acqua nell’alimentazione. Con una nota aggiuntiva: «È tuttavia ammesso l’uso alimentare dell’acqua se la stessa sia stata fatta preventivamente bollire per almeno 15 minuti».
Le altre segnalazioni
Piave Servizi ha confermato ieri che il fenomeno della torbidità è presente nei comuni del comprensorio nord ma «con segnalazioni non paragonabili in quantità a quanto occorso a Vittorio Veneto. Ad ora non sono state rilevate criticità tali in rete da attuare provvedimenti restrittivi degli usi dell’acqua pari a quanto preso per il Comune di Vittorio Veneto, che è alimentato da una fonte dedicata. Seguiranno aggiornamenti attraverso i canali istituzionali e social qualora le condizioni dovessero subire variazioni anche dipendenti dalle condizioni meteorologiche e delle precipitazioni in atto».
La testimonianza
Sergio Colladel abita in Val Lapisina e ogni giorno si reca in passeggiata verso le sorgenti del Meschio. «Di acqua ne è venuta giù davvero tanta e ha dilavato i versanti della montagna. Non ho mai visto le condotte così piene. Già da queste parti si notava l’intorbidimento». Tuttavia il maltempo non ha coinvolto solo l’acquedotto.
Le frane
Ci sono state pure delle frane. Ben due lungo la strada di San Mor, sulle colline di Cozzuolo, non distante dalla località Perdonanze. «C’è stato un distacco di oltre due metri di versante a valle della strada e vicino ad una tenuta agricola – riferisce l’assessore Giulio De Antoni –. Se ieri fossero continuate le precipitazioni avremmo chiuso la strada, invece ci siamo limitati a transennare una carreggiata. Sull’altra è possibile ancora transitare. In ogni caso provvederemo nei prossimi giorni a metterla in sicurezza». La strada è comunale. La seconda frana, invece, si è verificata all’interno di una proprietà privata.
A Pieve di Soligo
Uno smottamento si è materializzato anche lungo un tratto ciclopedonale tra via Cal Sega e la “rosta dei Marin”, lungo il fiume Soligo, a Pieve. Già un mese fa era stata segnalata l’erosione nella sponda sinistra del tratto ed era stata prontamente segnalata al genio civile e inserita nei lavori di programmazione. Con la piena dell’altra notte, l’erosione è progredita a causa dell’aumento di portata del corso d’acqua.
Il Soligo ha creato una voragine al di sotto della pista che, ora, si trova in condizioni di precaria stabilità e dunque è stata presa la decisione di chiuderla al traffico. I sindaci della pedemontana tra Valdobbiadene e Cordignano hanno mobilitato i loro uffici tecnici e le squadre di Protezione civile per perlustrare il territorio per individuare altri movimenti franosi.