Battistero di Padova, il restauro rivela segreti e storie rimaste nascoste nei secoli
Sono quasi due i milioni di euro spesi nell’ultimo biennio per il restauro degli affreschi trecenteschi e l’apertura di alcuni scavi nel Battistero che fa parte del complesso monumentale che comprende il Duomo e altri edifici adiacenti. Inoltre, grazie allo sblocco di qualche giorno fa, il ministero dei Beni e delle Attività Culturali farà arrivare un ulteriore milione di euro per mettere in sicurezza la struttura dal rischio sismico. Ma, per completare l’intervento, ne serviranno almeno quattro entro il 2028. Il lungo recupero è il frutto della sinergia tra Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, Diocesi di Padova, Fondazione Cariparo e ministero della Cultura; la collaborazione di tutti ha dato vita al “Piano di valorizzazione dei luoghi della cultura 2024” che ha rivelato importanti sorprese archeologiche.
L’opera dedicata a san Giovanni Battista costruita alla fine del XII secolo e diventata patrimonio dell’Unesco nel 2021 grazie al ciclo affrescato da Giusto de’ Menabuoi sul finire del ‘300, ha svelato nel corso degli interventi di studio e analisi un passato sorprendente. È emerso un mosaico del 400 a testimoniare che proprio in quella sede era sorta a Padova la prima comunità cristiana, libera di professare il culto grazie all’Editto di Costantino. Si tratta come sottolineano gli esperti della chiesa più antica della città e la pavimentazione diventerà di sicuro uno dei momenti salienti della futura visita turistica, che prevede tra l’altro l’accesso al battistero non più dall’interno del Duomo ma dal retro; verranno risistemati i giardini che oggi ospitano alcuni scavi.
«Domus Opera, il nome che abbiamo scelto per definire l’intero complesso delle strutture, è adatto a raccontare la storia della città, della popolazione. Poi la scoperta archeologica che racconta della prima chiesa in città non fa che sottolineare quanto la stessa sia la casa dei fedeli. Non c’erano dubbi che la costruzione fosse ricca di passato», ha evidenziato il vescovo Claudio Cipolla, intervenuto ieri a Palazzo Vescovile alla presentazione dello stato dell’arte dei lavori di restauro e recupero del monumento. «Il Battistero esprime l’evoluzione del culto cristiano, abbiamo trovato numerosi corpi principalmente di donne e bambini al di sotto della superficie del pavimento», ha aggiunto il soprintendente Vincenzo Tiné.
«Un numero davvero importante di soggetti. Per non bloccare i lavori abbiamo deciso di studiare il fenomeno prelevando alcuni campioni. Sono stati soprattutto gli spifferi d’aria e i restauri post guerra a determinare il deterioramento degli affreschi e non la presenza dei corpi. Ricordo che l’impianto medioevale del complesso vede diversi palazzi accostati, comunicanti e quindi speriamo che arrivino i fondi per mettere tutto a regime. Siamo in dirittura d’arrivo e quindi se tutto procede come da cronoprogramma, consegneremo entro Natale l’interno della struttura, mentre per vedere un nuovo accesso e un percorso dedicato bisognerà aspettare il 2025. Presumiamo che in primavera i primi visitatori possano accedere al battistero dalla zona retrostante del Duomo, dove nasceranno dei giardini meravigliosi. Ora, appena sarà decisa la ditta, continueremo con la parte strutturale esterna».
Altro luogo che diventerà parte integrante dei percorsi turistici sarà la Casa del Petrarca: «Una volta che il tutto sarà operativo, puntiamo a raggiungere trentamila ingressi per il battistero e quindi a portare nelle casse della Diocesi centomila euro», ha detto l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Colasio. «Sicuramente nel 2024 supererà le 16 mila presenze del 2023, permettendo un gettito superiore ai 50 mila euro. Siamo davanti a un unicum in tutta la città, perché la struttura è stata contemporaneamente mausoleo e battistero, con gli altri palazzi farà parte di un nuovo circuito turistico».
I restauri procedono alacremente e si spera quanto prima che anche il Duomo possa presto vedere all’opera gli esperti per dare il via al consolidamento delle navate. I lavori per capire quale tecnologia porterà i visitatori a essere “purificati” da scorie dannose per gli affreschi, saranno affidati all’Università di Padova.