Videocamere subacquee per trovare il disperso nel Piave
«Il fiume ci ha dato tutto e adesso mi ha portato via tutto». Commoventi le parole di Silvana, la moglie di Gianfranco Zamuner, l’uomo scomparso nel Piave mercoledì.
La famiglia, la moglie e i tre figli, stanno vivendo ore interminabili in attesa dell'esito delle ricerche lungo il fiume, ingrossato dalle piogge degli ultimi giorni.
Giovedì le ricerche sono andate avanti in maniera incessante, per ritrovare il 78enne scomparso nel Piave alle 4.30 del mattino mentre issava a riva, assieme ai tre cugini, il ponte di barche gestito dalla famiglia Zamuner a Fossalta.
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Lo hanno sentito gridare aiuto e poi è scomparso, scivolato in acqua in un istante mentre si trovava sul ponte, pur protetto dai parapetti. Qualcosa non è andato per il verso giusto, dopo tanti anni di esperienza accumulata in queste operazioni per lo più automatizzate e comunque sempre effettuate in sicurezza.
Lo Spisal dell'Usl 4, competente in caso di incidenti sul lavoro, ha effettuato tutti i controlli nell'area del ponte e sulla infrastruttura. Non servivano particolari accortezze o dispositivi di sicurezza per le manovre abbastanza semplici, che consistevano nello sganciare il ponte da riva per poi lasciarlo scorrere parallelamente. Non è stato pertanto disposto alcun sequestro della struttura, anche se il ponte è rimasto a riva in attesa che la corrente si attenui.
Non si sono immersi per ora i sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia, giunti ieri mattina in via Gonfo dopo i colleghi di Vicenza, perché l'acqua è ancora molto torbida e percorsa da forti correnti, oltre che da tronchi e arbusti pericolosi. Scandaglieranno i fondali con delle speciali videocamere subacquee a partire da venerdì, quando da Padova arriverà l'imbarcazione speciale “Idra” dotata di ecoscandaglio.
Ha invece sorvolato tutta l'area fino alla foce di Cortellazzo l' elicottero dei pompieri, che hanno azionato anche i droni, arrivati dai reparti specializzati di Padova e Rovigo, durante la giornata di ricerche ininterrotte fino a sera. I vigili del fuoco sono saliti, inoltre, sul gommone per misurare profondità del fiume nell'alveo e controllare le sponde in vari punti.
Sul posto, i familiari di Zamuner con parenti e amici che hanno seguito con apprensione le ricerche, in stretto contatto con i pompieri e i carabinieri della compagnia di San Donà.
«Mio marito ha sempre lavorato con il fratello e i cugini, prima nelle aziende di scavo e vendita ghiaia e calcestruzzo e da sempre sul ponte», ha detto la moglie Silvana che vive in centro a Musile di Piave con il marito, «tanto che le manovre per togliere e rimettere il ponte le conosce come le sue tasche. Queste ore non passano mai. Il Piave ci ha dato tanto e in un secondo mi ha portato via tutto. Vorrei solo che il fiume me lo potesse restituire».
La coppia ha avuto tre figli: Cristiano, Federico e Massimiliano. Quest'ultimo vive e lavora in Australia e sarà a Fossalta domenica, non appena ha saputo dell’accaduto ha organizzato in fretta il volo per il rientro a casa, per stare accanto alla mamma e ai fratelli. Tutta la famiglia Zamuner è stata colpita da questa tragedia, dopo decenni in cui non è mai accaduto nulla di grave nello svolgimento di simili operazioni.