Brugnaro da Piantedosi: «I Lagunari sulle strade, il ministro a Venezia a novembre»
«Abbiamo proposto al ministro di far diventare Venezia un modello di sicurezza, un caso pilota. E lui era d’accordo con noi: non possiamo tollerare che chi non vuole farsi aiutare diventi un problema per tutti gli altri, non è questa la città che vogliamo».
Di ritorno da Roma, dall’incontro con il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, il sindaco Luigi Brugnaro si dice «molto soddisfatto»: è partito alla volta della Capitale anticipando la sua richiesta di tornare a impiegare i militari lagunari del reggimento Serenissima sulle strade di Mestre, rientra in laguna anche con la risposta per le categorie, che domenica suggerivano una visita di Piantedosi in città.
Cosa ha risposto quindi il ministro?
«Ci ha ascoltato, si è detto d’accordo. Si è attivato per riportare i lagunari sulle strade, a pattugliare la città a piedi, così da essere una vera forma di deterrenza, si tratta ovviamente di far approvare le richieste, adesso. Per quanto riguarda lui, credo che verrà a Venezia già a novembre, tra un mese, un mese e mezzo circa».
Di cosa avete parlato?
«Vogliamo che la nostra città sia un esempio per tutta Italia: oggi Venezia è tra le migliori del Paese, guardando alle altre aree metropolitane, che possono essere paragonate a noi per presenze e complessità, ce lo dice la classifica de Il Sole 24 Ore. Ma non è sufficiente: abbiamo ottenuto grandi risultati, ma non ci bastano, questo lo dico io per primo, che sono arrabbiato per quello che vedo succedere. Furti, scippi, aggressioni non sono accettabili: chi non vuole farsi aiutare ne ha tutto il diritto, ma non può danneggiare gli altri».
Cosa intende quando parla di aiuto?
«Il nostro impegno sul sociale è massimo e in crescita, abbiamo aumentato la spesa da 40 a 60 milioni di euro. Ma, concretamente, i nostri servizi sociali reali sono in strada: ogni notte ci sono persone che accompagnano chi ne ha bisogno nella nostra casa dell’ospitalità, che ha oltre cento posti; raccogliamo dai marciapiedi i tossicodipendenti che non ce la fanno, con il furgone li portiamo nella struttura di via Giustizia, che sono altri 20 letti, ma possiamo farlo solo con chi accetta di essere aiutato. C’è anche chi non ha questa volontà».
Eppure due settimane fa diecimila persone hanno manifestato chiedendo un cambio di rotta.
«Io credo che chiedessero le stesse cose che ho chiesto io al Viminale, abbiamo lo stesso obiettivo. Poi, come ho detto, siamo una delle città migliori sul fronte della sicurezza, eppure l’unica dove si svolgono manifestazioni del genere, probabilmente perché l’amministrazione è di centrodestra. C’è chi ha strumentalizzato la questione, ma i cittadini devono sapere che, a quanto sembra, si andrà al voto nella primavera del 2026, e dobbiamo arrivarci assieme. Io non devo portarmi a casa niente, non sono rieleggibile, voglio solo che le cose funzionino e che in città regni il rispetto per tutti. Poi saranno le persone a valutare».
Qual è allora la soluzione?
«Ci sono leggi da cambiare e ne stiamo discutendo, anche con il ministro, ma la prima cosa da fare, subito, è applicare quelle che già ci sono, sempre. Io non sono per l’aumento delle pene, ma per la loro certezza. L’altro giorno un uomo ha minacciato una persona con una siringa sporca, questo non deve succedere e il giudice ha fatto bene a trattenerlo in cella, quindi. Dovrebbe essere sempre così. Le multe ai senzatetto non servono a niente, i fogli di via possono essere utili, dipende chi li riceve - anche se permettono di avviare altre procedure, penali».
E poi? cosa significa essere un modello di sicurezza?
«Per prima cosa continuare anche su tutti gli altri fronti, anche quelli che possono sembrare minori: in questi anni abbiamo potenziato l’illuminazione pubblica, migliorato il verde, i parchi, dato più risorse e competenze alla polizia locale - che oggi è dotata di eccellenti unità cinofile, per esempio - approvato un regolamento urbano che ha contrastato il malcostume, i tuffi in centro storico. Abbiamo approvato una norma per cui il Comune risarcisce parte dei danni ai locali che subiscono una spaccata, per incentivare alla denuncia.Tutto è importante».
E le nuove leggi?
«Penso al lavoro, che è la prima, vera forma di integrazione. Chi arriva qui, in larga maggioranza, arriva per lavorare: poi magari invece si trova invischiato nel caos. Trovare un impiego deve essere possibile, la procedura va snellita».