Borgofranco, 250mila euro per valorizzare la grotta dei partigiani
BORGOFRANCO D‘IVREA
Arrivavano da una grotta nella regione Fornaci di Bajo Dora i messaggi trasmessi da Radio Londra per le formazioni dei partigiani canavesani. Una riscoperta che mette sotto i riflettori della valorizzazione turistica la frazione Bajo Dora di Borgofranco, grazie al suo fascino di luogo della memoria e di paese che ha lottato per la libertà. Qui infatti ha sede il Centro etnologico canavesano (Cec), fondato da Amerigo Vigliermo, mentre il paesaggio in cui è immerso il borgo, fino al 1928 Comune indipendente, è ricco di storia e di bellezza. Elementi che diventeranno una narrazione lungo il percorso turistico della memoria, che aspetta di essere finanziato dal bando regionale per lo sviluppo rurale. Il progetto è pronto, vale circa 250mila euro e si basa su uno studio di fattibilità elaborato dall’ingegner Stefano Grosso, mentre la narrazione fa parte del vasto patrimonio culturale di Vigliermo.
La camminata di circa 5 chilometri passerà da via dei Ribelli, dove ha sede il Cec. Già il nome evoca il tempo della lotta di Liberazione: «Quando i partigiani – ricorda l’assessore Giampiero Maridon – si nascondevano in una grotta in località Fornace: era così profonda che i tedeschi non la trovarono mai, mentre il sentiero era la via di comunicazione per portare i messaggi che arrivano da Radio Londra alle formazioni partigiane della Valchiusella e di Donato. La radio era nascosta nella grotta. Finita la guerra il terreno venne acquistato dall’ultimo dei partigiani, morto a 102 anni, proprio per mantenere la memoria». Ma quella storia non è l’unica: «Il percorso permetterà di scoprire altre peculiarità finora non valorizzate di Bajo Dora – argomenta Maridon – il castello, di cui ora rimangono solo ruderi, la chiesa, il rio Rosso con le sue acque rossastre poiché si portano dietro il ferro delle ex miniere. Abbiamo anche sei balmetti dove si respira l’Ora, vento che arriva dalla montagna. Ma ricco di fascino è l’antico borgo di Bajo, e naturalmente il Centro etnologico canavesano, da cui tutto parte». L’idea del sentiero è stata suggerita da Amerigo Vigliermo: «Non si tratta di riscoprire un mondo arcaico pieno di belle favole, ma un mondo dotato di una cultura e di una civiltà». L’insegnamento di Vigliermo resta attuale: «La memoria è importante quando è dinamica, viva - è solito ripetere il cantore del Canavese - Se produce una ricerca che continua ad interessarsi al mondo che cambia e agli effetti che produce sul territorio e sulla sua composizione sociale e culturale». Il progetto prevede il rifacimento del sentiero dei ribelli, completato da punti di sosta con totem per la narrazione della storia di libertà di Bajo Dora.