ru24.pro
World News
Октябрь
2024

Il pane non va mai sprecato, in Canavese il 20% della popolazione butta l’eccedenza

0

Ivrea

In Canavese il pane non si spreca, se non in casi rari. È quanto emerso dal questionario sulle abitudini alimentari delle famiglie promosso da Ecoredia, gruppo di acquisto solidale nato a Ivrea nel lontano 2003, e i cui risultati sono stati presentati il 6 ottobre in piazza Ottinetti durante Sana Terra. Dati dai quali si evince come, quando si parla di un’eccedenza integra, meno del 13% della panificazione in eccesso venga buttata. Un numero che si alza a circa il 20% se invece si parla di eccedenza non integra, come pane sbocconcellato o pacchi di grissini aperti. La maggior parte viene quindi riutilizzato in cucina per altre ricette o come cibo per gli animali, propri o dei vicini di casa.

Un risultato che mette in luce la grande consapevolezza del territorio sull’importanza di evitare lo spreco del cibo. «Abbiamo ricevuto in pochi giorni 344 risposte, un numero che già da solo ci fa capire come l’argomento sia estremamente sentito sul territorio – spiega la presidente di Ecoredia Anna Maria De Pieri –. Il questionario è stato fatto girare all’interno dei gruppi di acquisto solidale attraverso il passaparola, cercando di coinvolgere una platea che fosse il più vasta possibile, ma la considerazione conclusiva è comunque che sembra esserci una grande consapevolezza riguardo lo spreco del cibo: il pane non solo viene quasi sempre riutilizzato, ma viene anche comprato quasi sempre in quantità giuste, che è un altro aspetto davvero importante».

Un esempio insomma di grande sensibilità sul tema, legata sicuramente anche al contesto e alla tradizione a maggioranza rurali del Canavese, ma non solo. «Le motivazioni di questa consapevolezza sono molteplici, sia etico-culturali, che riguardano cioè un rispetto quasi tradizionale del pane in quanto alimento, sia certamente economiche – continua la presidente De Pieri –. Molto presenti sono poi anche le motivazioni di carattere ambientale: in tanti si sono dimostrati consapevoli che dietro allo spreco del pane vi è anche lo spreco delle risorse primarie utilizzate per produrlo, come l’acqua, il grano e l’energia».

Interessante anche notare come in Canavese circa il 20% dei prodotti di panificazione non venga acquistato, ma prodotto autonomamente in casa. Il questionario è stato poi proposto anche a diverse aziende, in particolare ristoranti e agriturismi del territorio, ottenendo risultati molto simili rispetto a quelli delle famiglie per quanto riguarda lo spreco alimentare.

Al contrario la percentuale di prodotti di panificazione realizzati autonomamente raddoppia, arrivando fino al 40% del pane che viene poi servito in tavola.