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Trieste, il progetto per Porto vecchio divide l’Aula: cosa c’è e cosa manca nelle 5000 pagine redatte dalla Costim 

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Il telo da proiettore scende sull’aula alle 17.03. Il dibattito è in corso da tre ore: i partiti di opposizione hanno presentato una dozzina di questioni di pregiudizialità e i lavori sono stati interrotti per due volte.

I tecnici abbassano le luci e sul maxischermo appare il logo di Porto Vecchio-Porto Vivo su sfondo verde, l’alabarda rossa e il nome della società pronta a impegnarsi nella riqualificazione dello scalo. Il primo render mostra moli e costa trasformati in marine, il secondo residence e hotel di lusso insediati nei magazzini dello scalo.

La proposta di project financing avanzata da Costim con Elemet Srl e Impresa Percassi Spa per la rigenerazione del Porto Vecchio arriva infine in Consiglio comunale.

Il primo dei tre giorni di convocazione straordinaria – in triplice seduta lunedì 7, martedì 8 e mercoledì 9 la mattina– si chiude dopo più di sei ore e mezza di confronto serrato.

I lavori sono sospesi alle 20.43 su decisione del presidente Francesco Panteca al termine del primo round di interventi dei partiti di opposizione, fino all’ultimo contrari al pubblico interesse del project dei bergamaschi. Mancano all’appello cinque consiglieri: il sindaco Roberto Dipiazza è assente per motivi istituzionali.

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Il racconto della giornata

Il pomeriggio inizia alle 14. Il calepino è dedicato all’esposizione della delibera firmata dall’assessore Everest Bertoli, ma il momento della presentazione viene rinviato per tre ore: nell’ordine ci sono una sospensione dei lavori, una riunione dei capigruppo e una mozione del Pd per dare priorità alla delibera sulla privatizzazione dell’asilo di Roiano.

L’atto è respinto ma i microfroni a sinistra della giunta si accendono di verde. L’opposizione mette in dubbio la legittimità della delibera e ne chiede l’immediato ritiro: la prima è la dem Laura Famulari che contesta la «mancata trasparenza» della procedura iniziata in pieno agosto con la mancata condivisione di tutti i documenti alle Circoscrizioni.

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A ruota segue il puntofranchista Alberto Pasino, inamovibile sull’impossibilità di esprimersi circa la fattibilità del progetto: bypassata la fase di valutazione e comparazione di proposte alternative a Costim. «Questa delibera è un disastro», tuona l’avvocato di Punto Franco. «E noi, voi ne siete responsabili».

Nelle cinquemila e più pagine di allegati manca poi il piano di investimenti dei bergamaschi per la parte privata, fa notare Giovanni Barbo del Pd: questo perché «una volta alienati i magazzini, il privato può farne quello che vuole», quindi «il progetto può essere disatteso».

Tutte le pregiudiziali sono respinte a maggioranza, così come la richiesta di revoca della seduta e poi la sospensiva della pentastellata Alessandra Richetti che ritiene «inaccettabile che il Consiglio venga chiamato a deliberare senza la documentazione completa»: i dirigenti rispondono che tutti i documenti sono stati forniti.

Il centrosinistra fa quindi muro e rinnova l’ostruzionismo. Riccardo Laterza di Adesso Trieste nota come «dieci anni fa la Lega, in testa Fedriga, denunciava che il Porto Vecchio sdemanializzato sarebbe stato preda della speculazione edilizia: oggi Lega e centrodestra vogliono realizzare concretamente l’incubo che denunciavano quand’erano all’opposizione». La dem Valentina Repini sottolinea l’assenza del sindaco Dipiazza dall’aula e della cabinovia dai rendering.

L’unico consigliere di centrodestra a prendere parola è il forzista Alberto Polacco, certo della «correttezza» dell’iter seguito e che «andremo avanti». In aula appare anche l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, che sui social parlerà poi di «inutile ostruzionismo» contro «un’operazione modello».

Il rendering di Costim

Il maxi-telo scende infine sull’aula e l’assessore Bertoli inizia la presentazione della delibera, proietta i rendering di Costim e i numeri del project: 620 milioni di lavori, 1.400 parcheggi e 26 mila metri quadrati di retail. L’esponente di giunta difende la proposta, parla di un «progetto di grande impatto sociale con una forte governance pubblica» e rassicura sul fatto il trasferimento dei magazzini avverrà solo a completamento delle opere pubbliche. Arringa Francesco Russo: «Di certo dieci anni fa, quando ho sdemanializzato Porto Vecchio, non pensavo di trasformarlo in una sorta di Porto Piccolo». I lavori sono sospesi e rinviati a stamani: si riparte alle 9.