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Октябрь
2024

La Fondazione Vajont: «Noi al fianco della mobilitazione anti Vanoi» 

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Un netto no alla diga del Vanoi, il cambio di passo della Fondazione Vajont e tanti progetti in cantiere per l'associazione “Vajont, il futuro della memoria”. L’assemblea del sodalizio che raggruppa gran parte dei superstiti, ha visto l’esordio del nuovo presidente Michele Giacomel al posto dello storico Renato Migotti. Il dibattito si è focalizzato su molti temi sollecitando anche il presidente della Fondazione Roberto Padrin.

«In questi mesi», spiega Giacomel, «le popolazioni del Vanoi hanno cominciato a raccontare la storia di gruppi di potere che hanno interessi su una vallata per sfruttarne le sue acque. Sono dinamiche ovviamente molto simili al Vajont. Credo che quella gente abbia bisogno anche del nostro sostegno, altrimenti non avrebbe senso lo scopo stesso della nostra associazione. Per questo anche noi aderiamo convintamente alla battaglia per fermare il progetto di quella diga».

Il sodalizio chiede poi cambiamenti sulla gestione della Fondazione Vajont. «Vogliamo avere un rapporto più chiaro», continua Giacomel con Renato Migotti, «in primis un maggior coinvolgimento delle comunità superstite soprattutto della Valcellina. E’ giusto quindi che nel cda della Fondazione entrino anche i Comuni di Erto e Vajont e la Regione Friuli, così come è necessario far ripartire il comitato scientifico».

«In questi mesi», proseguono, «sono stati fatti passi avanti con dei protocolli d’intesa sul tema della formazione degli informatori della memoria. Adesso la Fondazione sta avendo una fase di transizione e si sono viste diverse carenze di gestione di comunicazione sul calendario degli eventi commemorativi 2024 (per esempio l’annullamento per due anni di fila dell’annunciata presentazione del libro di Maurizio Reberschak sulla sentenza Vajony, ndr). Ci sono state sovrapposizioni di eventi e a volte scarsa informazione: speriamo che i tempi siano maturi per una nuova collaborazione».

«So che ci sono stati problemi di comunicazione», spiega il presidente della Fondazione Roberto Padrin, «ma sono convinto che la Fondazione deve fare da collante per la gestione della memoria e quindi deve essere titolata prima di tutto a fare i corsi per gli informatori, superando le divisioni tra associazioni e Pro Loco. Portiamo pazienza: la Fondazione ha avuto una ristrutturazione organizzativa recente: oltre al direttore Mauro Carazzai, che è riconfermato, dal primo luglio c’è anche una nuova figura che si occupa di funzioni di segreteria ovvero l’ex assessore Manola Sacchet. Discorso più complesso quello dell’ingresso di nuovi membri del cda: qui bisogna pagare una quota di capitale di quasi 400 mila euro. I due Comuni non li hanno, ma la Regione Friuli invece sta studiando la possibilità di esserci. Pensiamo intanto a rilanciare il comitato scientifico con un modalità utile a coinvolgere maggiormente i superstiti».

Per quanto riguarda il bilancio e i progetti in cantiere l’associazione è stata impegnata su più fronti: dalla pedonata dei Percorsi della memoria, sempre molto partecipata, fino ai tanti eventi del sessantesimo alla visita del presidente Mattarella. Sessantesimo che ha visto il passaggio sulla diga di 150 mila visitatori, che confermano l’interesse per il significato che il Vajont rappresenta; 43 gli eventi organizzati direttamente dalla Fondazione Vajont per celebrare l’anniversario 2023; 6mila euro sono gli utili del bilancio della Fondazione .

«Nel 2024, infine, sono stati finalmente raggiunti due obiettivi attesi da anni», dicono dalla Fondazione. «La sistemazione del sentiero Col Paternoster grazie a Comune di Longarone e Unione Montana longaronese, del sentiero Troi del Sciarbon grazie al Parco Dolomiti Friulane e il restauro conservativo del capitello di sant'Antonio che risale al 1600 con preziosi affreschi interni. Era in uno stato di abbandono e la nostra associazione si è attivata con la Soprintendenza per un progetto ad hoc che verrà finalmente concretizzato nei prossimi mesi». Ancora al palo, invece, il progetto del recupero delle lapidi del cimitero di Fortogna, con il presidente Padrin che ha affermato che per ora non esiste un progetto che vada bene alle sensibilità di tutti. Tra le proposte infine un nuovo sito e canali di comunicazione dell'associazione e l’idea di conferire la cittadinanza onoraria di Longarone e Marco Paolini.