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Октябрь
2024

«Vado a riposare e poi alla festa in paese»: muore a 27 anni mentre sta dormendo

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La battuta pronta che faceva ridere tutti. Il sorriso dolce, la sua dedizione al lavoro nell’officina di riparazioni dell’azienda di famiglia. A cui lui, così appassionato di auto e motori, si dedicava con passione.

«Vado a riposare un po’» aveva detto a mamma Lucia domenica pomeriggio. «E poi esco con gli altri alla Festa d’autunno» aveva aggiunto prima di salutarla.

Alessio Romanelli, 27 anni, voleva raggiungere i fratelli e gli amici di sempre, al chiosco degli amatori calcio in centro a Feletto Umberto. Perchè era proprio questo che Alessio amava, la semplicità dello stare insieme.

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Quello vero, che nasce da legami forti e genuini. Il giorno prima era stato allo stadio, in curva, a sostenere l’Udinese, dopo la trasferta a Roma. Tifo per i bianconeri, e sopratutto condivisione, con gli amici e con il fratello di un anno più grande di lui, Antonio con cui era inseparabile.

Ma il pomeriggio di domenica Alessio non si è svegliato più, colto da un malore mentre riposava nella sua camera da letto. La mamma Lucia ha dato l’allarme.

L’arrivo dei soccorsi, i tentativi di rianimarlo, ma il suo cuore aveva smesso di battere per sempre. Alessio era il piccolo della famiglia Romanelli. Tutta riunita, ieri sera, nella casa di Feletto Umberto a Tavagnacco. Insieme, «come sempre».

Lo si percepisce subito l’amore profondo che li lega, accanto a mamma Lucia e papà Valentino ci sono Andrea, il figlio maggiore, e poi Alberto, i gemelli Arianna e Alessandro e Antonio.

E, accanto a loro, gli amici di sempre di Alessio. Ognuno ha un ricordo, un momento impresso nel cuore, una battuta che non potrà mai dimenticare, «di quelle che solo lui sapeva fare». «E lui ne diceva così tante – raccontano – e sempre al momento giusto. Era capace di far ridere tutti, anche se aveva un carattere riservato».

Per gli amici era “Il principe” «senza aver i titoli nobiliari però» precisano con un sorriso. «Per la sua delicatezza, il suo modo di essere, così unico. Potremmo stare ore a raccontare tutti gli aneddoti che ci legano. Anche noi ci sentiamo in qualche modo di far parte di questa bellissima famiglia. Perchè siamo tutti amici, perchè il bene che proviamo l’uno per l’altro è davvero forte». Alessio, dopo gli studi superiori all’Ipsia Ceconi di Udine, aveva iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia Romanelli da trent’anni anni al servizio di privati e aziende del settore edile e industriale.

«È difficile pensare di non vederlo più in officina» dice papà Valentino. «Non sono riuscito ancora ad entrarci da quando Alessio non c’è più – prosegue –. Mio figlio era determinato, un gran lavoratore. In silenzio, lo vedevo intento a sistemare o a rimettere a nuovo i vari utensili e se non ci riusciva subito, si metteva di impegno finchè non ce la faceva.

Era bravo e determinato, non si arrendeva alla prima difficoltà questo è certo». I ricordi sono tanti e attorno alla tavola, nel calore di una cucina accogliente che racconta di tanti attimi vissuti assieme, vengono condivisi. E si cerca di scacciare le lacrime, ripensando ad Alessio. «Il suo senso dell’umorismo – aggiunge il fratello Alberto –, la sua genuinità. Era proprio buono, lui amava profondamente la famiglia e i suoi tanti amici. E poi era adorato dai suoi sei nipotini per i quali era davvero uno zio super».

«Alessio se è cresciuto così bene – aggiunge poi mamma Lucia – è merito soprattutto dei suoi quattro fratelli e di sua sorella che sono stati per lui un esempio, così come i nonni che lui adorava.

E poi sicuramente dei suoi amici, che ci sono così vicini». Quegli amici con cui sabato sera, dopo la partita dell’Udinese, aveva trascorso insieme la serata in centro a Feletto Umberto, addobbata a festa. In compagnia, assieme ai fratelli. Si rileggono i messaggi scambiati sul telefonino, si guardano le foto. I momenti felici sono tanti. Come il matrimonio della sorella Arianna.

E poi gli scatti di famiglia con i suoi immancabili occhiali da sole o al lavoro, in officina. «Resterà sempre qui, assieme a noi e con noi – dicono – noi continueremo ad essere uniti, una squadra, come lo siamo sempre stati». Il giorno dell’addio ad Alessio deve essere ancora stabilito (la causa della morte verrà accertata nell’autopsia che sarà eseguita giovedì).

Il suo paese si fermerà per salutarlo – l’amministrazione comunale si è stretta alla famiglia attraverso il cordoglio del sindaco Giovanni Cucci– e per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio terreno. Quel paese in cui era cresciuto, dove aveva stretto legami forti e duraturi. «Come fossimo tutti una grande famiglia» dicono gli amici, stringendosi in un abbraccio ai fratelli di Alessio. «È qui con noi e lo sarà sempre».

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