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Октябрь
2024

Clochard trovato morto alla stazione: un omicidio alle spalle, poi finì in strada

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PAVIA. Lo hanno trovato all’alba di domenica sulla banchina tra il binario 2 e 3, da tempo il suo letto. Walter Bombardieri, 64 anni e un passato difficile alle spalle, era vicino a una panchina, avvolto nella coperta che gli avevano dato i volontari della Croce rossa per proteggersi dal freddo, già pungente in queste serate di autunno. L’uomo era ormai senza vita: gli operatori del 118 sono intervenuti verso le 6.30 in stazione, ma è stato inutile. Bombardieri viveva per strada da anni, dopo avere scontato una condanna per un omicidio commesso nel 2003 a Vidigulfo. Un’esistenza trascinata in condizioni al limite, spesso affidando la sua sofferenza e solitudine alla bottiglia. Un modo di vivere che non ha giovato alla sua salute. L’autopsia farà chiarezza sulle cause della morte.

La sua storia

Originario di Vidigulfo, dove prima del carcere viveva con una compagna, era finito per strada dopo avere trascorso un periodo della sua vita a Torre del Gallo. Uscito dal carcere era stato accolto al Villaggio San Francesco, a Pavia, quando ancora il centro ospitava senzatetto soli e non famiglie e minori, come è stato in seguito. Poi la strada era diventata la sua casa. L’anno scorso, durante l’inverno, era stato ammesso al dormitorio San Carlo, ma ci era rimasto poco, appena due mesi. «Non riusciva ad adeguarsi alle regole e agli orari del dormitorio», spiegano i volontari che lo seguivano da anni. «Però era una persona buona, non aggressiva, non sapevamo nulla dei suoi guai giudiziari – racconta Antonella Politi, responsabile dell’Unità di strada della Croce rossa –. Non amava parlare della sua vita e noi non chiedevamo nulla. Era molto riservato. Abbiamo solo cercato di aiutarlo con le nostre iniziative, ci chiedeva ogni tanto le coperte. Faceva parte del gruppo che dorme in stazione o sui treni». Alcuni clochard, tra cui Bombardieri, hanno continuato a dormire in stazione a Pavia nonostante la chiusura dalle 2 alle 4, sia sui binari dell’area off limits, entrando prima dei lucchetti sui cancelli, oppure nella zona aperta, vicino ai binari 4 e 5, dove però i posti per dormire sono pochi. Anche per questo Bombardieri, come altri, si ritrovavano spesso a prendere un treno per dormire alla stazione di Certosa.

Il riconoscimento

I volontari non hanno fatto fatica a riconoscerlo ieri mattina, quando il corpo senza vita è stato scoperto dal personale della stazione ferroviaria. Sembrava stesse dormendo ma nel giro di poco tempo gli addetti si sono accorti che non dava segni di vita. A quel punto sono stati chiamati i soccorsi, ma non è servito. Sul posto, per il riconoscimento, è arrivato anche don Dario Crotti, della Casa del Giovane e per anni direttore di Caritas, che gli ha impartito la benedizione.


La vicenda giudiziaria: accoltellò il vicino a Vidigulfo nel 2003 e fu condannato a 14 anni

La sera di sabato primo marzo 2003, in un condominio popolare di Vidigulfo, Walter Bombardieri, che aveva 43 anni uccise con una coltellata il vicino di casa, Claudio Berneri di 23 anni. Un omicidio per il quale in primo grado, con il rito abbreviato, Bombardieri venne condannato a 14 anni e 8 mesi di reclusione. Quel sabato sera Walter Bombardieri andò a dormire presto, intorno alle 20.30, poiché la mattina successiva avrebbe dovuto svegliarsi presto per andare al lavoro. Ma dall’appartamento al piano di sopra, in un grande condominio di edilizia popolare in via Aldo Moro, giungevano rumori che l’uomo considerò insopportabili.

Non era la prima volta, del resto, che si sviluppavano violente liti tra le famiglie dei due appartamenti. Così Bombardieri aprì la finestra e gridò, esasperato, «Scendi che ti ammazzo». Claudio Berneri lo sentì, aprì la porta dell’appartamento e scese i pochi gradini che lo separavano dal piano inferiore armato di un bastone. Fece in tempo a colpire due volte la porta dell’alloggio di Bombardieri. Il quarantatreenne aprì e si trovò di fronte il «nemico» di tante liti. Prese un coltello che teneva in un mobiletto a poca distanza dalla porta e vibrò un colpo all’addome del muratore.

Nella circostanza, probabilmente, l’altro riuscì a colpirlo con una bastonata fratturandogli la clavicola destra. Bombardieri richiuse la porta e Berneri ebbe solo la forza di suonare il campanello di un vicino e chiedergli di chiamare un medico prima di crollare al suolo esanime. Morì nonostante l’intervento del «118». Walter Bombardieri venne preso in consegna dai carabinieri e, dopo essere stato medicato, fu portato in cella.

L’assessore ai servizi sociali: «Già ospite delle strutture e seguito nel tempo, ma rifiutava gli aiuti»

«Era conosciuto ai Servizi sociali ma faceva parte di quel gruppo di persone che non è facile intercettare. La rete di sostegno con lui è scattata, ma non voleva farsi aiutare». Francesco Brendolise, assessore comunale ai Servizi sociali di Pavia, dice che «non ci sono problemi a trovare una struttura, ma ci sono persone tra i senzatetto che, pur essendo monitorate, sfuggono al controllo, perché non accettano di fare un percorso di aiuto e di reinserimento nella società. A volte ci sono disturbi psichici, oppure dipendenze. Non è facile dare sostegno a chi non vuole».

Bombardieri aveva avuto anche guai giudiziari e forse questo ha condizionato la sua esistenza, anche se non ne parlava mai. «Sappiamo solo che era stato in carcere – dice l’assessore – e che dopo Torre del Gallo era stato accolto nelle strutture della città. Gli era stato anche offerto un percorso al Serd, per la sua dipendenza da alcol, ma ha rifiutato ogni soluzione». A Pavia secondo Brendolise, non c’è un problema di accoglienza per chi chiede aiuto: «Chi dorme per strada è perché non accetta il dormitorio – dice l’assessore –. Tutte le associazioni del Terzo settore che fanno attività alla stazione, come Croce Rossa, Caritas e Comunità di Sant’Egidio, sono coordinate dai Servizi sociali, attraverso il Tavolo di fragilità. Le situazioni di disagio vengono quindi intercettate». Per quanto riguarda le strutture, Brendolise spiega che resta a disposizione il dormitorio di San Carlo oltre alle strutture della Caritas. «Nell’immobile c’è un’ala che ospita persone solo di notte, dalle 8 di sera alle 8 del mattino, e un’altra ala dove sono in corso lavori di ristrutturazione – aggiunge –, che vogliano destinare alla gestione delle emergenze, ad esempio d’inverno». —