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Assalto con esplosivo a Mazzè, bancomat Unicredit svuotato

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MAZZÈ

La banda della marmotta continua a colpire gli istituti di credito del Canavese. Dopo il colpo ai danni dell’Unicredit di Favria (mercoledì 2) nella notte di sabato è toccato allo sportello bancomat della filiale, sempre Unicredit, che si trova in pieno centro a Mazzè, in via Italia, a pochi metri dal municipio. Utilizzando una forte carica esplosiva inserita nel vano dello sportello automatico, i ladri sono riusciti ad accaparrarsi tutto il denaro contenuto all’interno. la cifra non è stata resa nota, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 40mila euro, più o meno lo stesso bottino di Favria. La forte deflagrazione ha fatto esplodere tutti i vetri della filiale, che però è chiusa dal 2018.

Il sindaco di Mazzè, Marco Formia, dopo una lunga battaglia, era riuscito ad ottenere da Unicredit il mantenimento del bancomat. Nessun danno alla palazzina di due piani, di proprietà della banca. Il boato ha svegliato i residenti che sono scesi in strada spaventati.

Dopo i controlli dell’ufficio tecnico comunale la palazzina resta agibile, mentre un cordone di sicurezza e un’auto della vigilanza privata sorveglia l’accesso in attesa dei lavori di sistemazione.

Come negli altri colpi l’azione è durata una manciata di minuti, subito seguita dalla fuga dei ladri a bordo di un’Audi di colore scuro. Il mezzo è stato ripreso dalle telecamere di video sorveglianza della banca e del Comune; immagini di certo utili alle indagini affidate al carabinieri del nucleo investigativo di Torino che stanno mettendo insieme tutti i tasselli dei vari colpi messi a segno da una batteria ben organizzata.

In ordine di tempo prima di Mazzè e di Favria a saltare in aria, nel settembre scorso, era stato lo sportello Unicredit di Rivarossa. Qui però qualcosa non aveva funzionato e la banda della marmotta era stata costretta a fuggire a mani vuote. A fallire anche il colpo ai danni della filiale della Banca d’Alba e del Canavese, che si trova nella frazione Tonengo di Mazzè, avvenuto l’anno scorso.

La carica esplosiva utilizzata non era abbastanza potente: il blocco in acciaio che contiene il denaro non si era aperto, mentre la struttura in vetro e muratura era andata distrutta.

Lo scorso 14 aprile invece un gruppo ben organizzato aveva fatto esplodere il Postamat di Strambino. Qui i malviventi erano riusciti a impossessarsi di circa settantamila euro in quanto il sistema che macchia con l’inchiostro i soldi non era entrato in funzione.