Il Silos di Trieste pronto alla vendita: rimosse le tende dei migranti e ultimata la bonifica
Nel magazzino non restano che frammenti dei teli termici che i migranti usavano per scaldarsi, fatti volare dalla bora come fossero piccoli coriandoli d’oro e argento.
Il Silos vuoto e pronto alla vendita
Il Silos è altrimenti sgombero e pulito, non fosse per il pavimento fangoso e le pozze d’acqua piovute dai fori tra le arcate.
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I minivan dell’impresa di disinfestazione Sgd di Treviso hanno lasciato l’immobile venerdì mattina, portando via le ultime coperte abbandonate e completando così l’operazione di bonifica dei terreni e dei ventiduemila metri quadrati della struttura, per i quali Coop Alleanza 3.0 ha già firmato un preliminare con l’impresa Schwarzer Felsen Immobilien Gmbh di Klagenfurt. L’ultima dose di disinfettante spruzzata dai nebulizzatori, poi il Silos è vuoto e pronto alla vendita: il rogito notarile verrà firmato nelle prossime settimane.
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La responsabilità di Coop Alleanza 3.0
«Abbiamo ottemperato a tutte le prescrizioni che ci sono state impartite», dice il consigliere di amministrazione di Coop Nico Costa, accompagnando oltre i teloni sui quali è ancora affissa l’ordinanza di sgombero.
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Sono serviti tre mesi di sopralluoghi, nove operazioni di derattizzazione e poi tredici giorni di lavoro, impiegando squadre da sei a dieci operatori con turni da nove ore per rimuovere i tanti segni lasciati dai migranti della rotta balcanica che vi avevano trovato riparo.
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Un’operazione complessa
La complessità dell’operazione, costata 200 mila euro, è testimoniata dai numeri, non bastassero le indelebili immagini di com’era ridotto prima quel luogo di abbandono. I bobcat della ditta hanno spalato 160 tonnellate di rifiuti, anni di umanità sommersa stipati in 20 cassoni, separandoli tra carta e cartone, metallo, legno e ramaglie per quanto possibile.
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Le immagini indelebili
Più difficile separare e conferire le centinaia di tende bruciacchiate, le coperte ammuffite e piene di scabbia, i pochi zainetti trascinati dai profughi più fortunati per chilometri di cammino oltre le aspre frontiere dell’Est Europa.
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I mucchi di indumenti e di scarpe spaiate, dimenticate nella fretta dai richiedenti asilo il mattino del 21 giugno scorso, quando le forze dell’ordine e i volontari di Unhcr sono entrati per accompagnarli alle corriere dirette verso i centri lombardi.
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La sanificazione
All’inizio e alla fine dell’operazione è stata effettuata la sanificazione di tutti gli spazi, tramite principi attivi con proprietà antibatterica, antimuffa e alghicida spruzzati da automezzi o nebulizzatori a braccio. In appena trenta secondi la soluzione è capace di uccidere il 99,9% degli organismi presenti. La parte più impegnativa è stata il trattamento e lo sfalcio dell’erba nella corte interna, perché quel fazzoletto di verde era ormai un groviglio di rovi in cui si celavano teli, coperte, cumuli di deiezioni.
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Il riparo dei senza dimora
I responsabili di Coop Alleanza accompagnano alle transenne che perimetrano il magazzino. Reti metalliche ma facili da scavalcare, ammette la stessa proprietà, perché è impossibile frenare l’istinto di riparasi dal freddo e non ha altri posti in cui stare. «Abbiamo ottemperato alle prescrizioni che ci sono state prescritte», ripete Costa. «Il tema resta di competenza delle forze dell’ordine». L’altra notte erano a decine i migranti per strada, imbacuccati nei sacchi a pelo sotto le arcate dello scalo per difendersi dai colpi del vento.
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La sorveglianza
Nelle ore notturne durante tutta l’operazione di bonifica era stato istituito un servizio di sorveglianza continuo, a incolumità degli operatori, ma le incursioni non sono mancate. «Alle volte entravano mentre eravamo ancora a lavoro», racconta Francesco Maiano, responsabile dell’operazione per Sgd, e allora i vigilantes accompagnavano i migranti fuori, in piazza Libertà. «Altre volte, al mattino, trovavamo solo delle coperte abbandonate».
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Le ultime testimonianza
Il titolare porge dei copriscarpe in poliuretano e accompagna per un’ultima volta oltre le arcate del magazzino.
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Il pavimento melmoso restituisce soltanto quei piccoli averi difficili da rimuovere con bobcat e scavatori. L’etichetta di un paio di pantaloni, una scheda telefonica, un biglietto dell’autobus, frammenti di teli termici oro e argento: la bora li fa volare via. Il Silos è altrimenti vuoto. -
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