Quasi 8 nuovi assunti su 10 hanno un contratto precario. A Treviso e provincia, il mercato del lavoro continua a mostrare un volto marcatamente instabile.
Secondo i dati di Veneto Lavoro relativi ai primi sei mesi del 2024, su 58.900 nuove assunzioni, ben 46.535 sono a termine, un dato che si traduce in un allarmante 79%.
In pratica, quasi otto nuovi lavoratori su dieci in provincia di Treviso non hanno la certezza di un posto di lavoro. A dominare il panorama sono i contratti a tempo determinato (31.345 in valore assoluto), che rappresentano oltre la metà delle nuove assunzioni (53,22%), seguiti dalla somministrazione (11.890, pari a 20,19% del totale) e dall'apprendistato (3.295, quindi il 5,59%). Una situazione che si protrae ormai da diversi anni, con dati sostanzialmente stabili dal 2021, a dimostrazione di una persistente difficoltà a garantire contratti a tempo indeterminato.
Le differenze
Il contratto a tempo determinato prevede una durata di massimo 24 mesi. Se si supera il limite senza rispettare le condizioni previste, si trasforma in contratto a tempo indeterminato. Il contratto di somministrazione coinvolge tre parti: l’agenzia di somministrazione, il lavoratore e l’azienda utilizzatrice. L’agenzia assume il lavoratore e lo “somministra” all’azienda.
Infine, il contratto di apprendistato è finalizzato alla formazione professionale dei giovani: è previsto un periodo di formazione, al termine del quale il rapporto può proseguire se nessuna delle parti esercita il diritto di recesso.
I problemi
Forme contrattuali che si scontrano presto con la realtà. «I lavoratori precari si sentono soli - afferma Rossella Careddu, segretaria Nidil Cgil di Treviso e coordinatrice regionale Nidil Cgil Veneto - La precarietà è un fenomeno trasversale a tutti i settori e la paura di perdere l'agognato contratto a tempo indeterminato impedisce a molti di parlare».
La sindacalista sottolinea come la solidarietà tra colleghi e l’azione sindacale siano fondamentali per rompere l’isolamento. «Stiamo assistendo a una precarizzazione estrema - continua Careddu - Molte aziende utilizzano la somministrazione in modo sistematico per agganciare i lavoratori, formarli e poi stabilizzarli. Purtroppo non va sempre così, siamo di fronte a un sistema che sfrutta una normativa elusiva. Abbiamo contratti anche di un giorno: in Italia ci sono un milione di contratti di somministrazione, si contano anche contratti di un giorno. Lo strumento c’è da molto tempo, è molto utilizzato ma si fa ancora fatica a entrare nel meccanismo».
Il decreto dignità
E ancora, il fenomeno dello staff leasing (somministrazione di lavoro a tempo indeterminato) è in costante crescita: «Dopo l’introduzione del decreto dignità, c’è stato il boom. Le aziende, invece di assumere direttamente i lavoratori dopo i 24 mesi previsti dalla legge, li fanno assumere a tempo indeterminato dall'agenzia.
In questo modo, i lavoratori non hanno accesso a finanziamenti o mutui, perché il contratto non offre le stesse garanzie di un normale contratto a tempo indeterminato». Precariato che si lega inevitabilmente anche al caporalato: di questo si parlerà stasera alle 20.45 nell’Auditorium della Cgil in via Dandolo a Treviso.