Trasferito il parroco di Breda, i fedeli scrivono al vescovo: «Resti qui»
Parroco trasferito, i fedeli scrivono al vescovo. La sua “colpa”, tra virgolette, sarebbe stata quella di ipotizzare, per ragioni organizzative, gestionali e demografiche, la chiusura dell’asilo parrocchiale di Saletto. Affiancato ai suoi metodi originali e moderni, questo orientamento (l’asilo infatti, per ora, rimane aperto) avrebbe creato forti tensioni all’interno della comunità parrocchiale della frazione bredese.
Al culmine di questi dissapori, don Filippo Facchin, originario di Spresiano, accasato a Breda di Piave da fine 2022, si è prima dimesso dalla parrocchia di Saletto e poche settimane fa è stato spostato in provincia di Padova. La sua posizione rispetto alla scuola d’infanzia parrocchiale è stata osteggiata al punto tale da convincere le alte sfere della diocesi trevigiana che fosse già arrivato il momento di destinarlo ad altra località? Non si conoscono le motivazioni ufficiali ma questa decisione ha scatenato un’ondata, travolgente, di reazioni.
La comunicazione ufficiale risale ormai a fine agosto: Facchin è stato nominato parroco di Sant’Andrea Apostolo in Tombolo. Al suo posto arriverà a Breda don Mario Rossetto. A seguito di questa decisione qualcuno, a Saletto, ha probabilmente festeggiato.
Ma a Breda si è invece registrata una vera e propria levata di scudi in favore del giovane don Filippo. Il parroco infatti, come spesso accade in questi tempi di vocazione religiosa sempre più rara, inizialmente si divideva tra le due parrocchie: la Conversione di San Paolo di Breda capoluogo e la Santa Maria Immacolata di Saletto. Tanto inviso ai secondi, quanto apprezzato dai primi.
Oltre a un acceso dibattito sui social, in suo favore si è registrata una vera e propria mobilitazione fatta di lettere e appelli diretti al vescovo. «Caro Vescovo Michele» scrivono alcuni parrocchiani di Breda in una lettera aperta «I nostri cuori in questo periodo sono abitati da tantissime emozioni, la sorpresa, lo sconcerto, la rabbia, l’incredulità. La nostra comunità è sconvolta dalla partenza di don Filippo. Era da noi da solo 21 mesi, aveva preso in mano la nostra parrocchia e stava costruendo una comunità, con lui i ragazzi e bambini avevano trovato un punto di riferimento, li aveva abbracciati e li stava accompagnando all’incontro con Gesù. È una grande perdita. Era arrivato da troppo poco tempo per andarsene. Siamo addolorati ma anche arrabbiati perché incapaci di comprendere una tale decisione. Sappiamo che ci sono state delle incomprensioni con la parrocchia di Saletto, ma perché deve rimetterci anche la nostra comunità di Breda?».
Ora che anche l’ultima messa in suo saluto è stata celebrata, difficilmente la curia potrà tornare sui suoi passi. Ma il paese rimane diviso. «Davvero una frazione di neanche 1000 abitanti può avere tutto questo potere?» prosegue la missiva «Abbiamo la sensazione che don Filippo sia stato lasciato solo, abbandonato da chi dovrebbe supportarlo». L’appello si conclude con una speranza: «Così come sono state ricevute alcune persone della comunità di Saletto, crediamo sia doveroso che venga data anche a noi la stessa opportunità».
Si mette agli atti così che oltre alle contestazioni, c’è anche chi ha voluto esprimere riconoscenza e affetto a un giovane parroco, un po ’controcorrente (per qualcuno troppo), ma comunque capace di conquistare fiducia e apprezzamento da parte di molti.