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Октябрь
2024

Corruzione e turbativa d’asta: c’è un geometra pavese nell’inchiesta sugli appalti Anas

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PAVIA. C’è anche un pavese nell’inchiesta della procura di Milano per corruzione e turbativa d’asta in relazione ad alcuni lavori stradali in Lombardia e Nord Est, da 400 milioni di euro, che ha portato ieri alla perquisizione delle sedi Anas di Roma e Milano. L’indagine, che tocca nove persone, riguarda quattro vicende e in una è coinvolto Mauro Ernesto Pelagalli, 56 anni, geometra di Casteggio, capo cantiere di Anas. Anche la sua abitazione è stata perquisita. Acquisizioni di documenti anche in tre società di esecuzione lavori, tra cui il Consorzio Stabile Sis che ha sede a Torino. Nell’inchiesta si ipotizzano presunte tangenti per 846mila euro. In particolare, secondo i pm di Milano Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, le mazzette sarebbero state pagate tra il 2018 e il 2021 a due dirigenti, uno dei quali ancora manager della società che gestisce la rete stradale nazionale, dal Consorzio Stabile Sis Società consortile per azioni, per l’appalto per i lavori sulla SS 340 Regina-Variante Tremezzina che interessa alcune località sul lago di Como.

Gli imprenditori

L’inchiesta vede al centro «le figure dei fratelli Liani, Stefano, Luigi e Marco», tutti e tre indagati. Come risulta dal decreto di perquisizione, eseguito dalla guardia di Finanza, in particolare Luigi e Marco, «ex funzionari pubblici» in Anas, «dopo aver interrotto il rapporto lavorativo con la società pubblica» per «passare all’imprenditoria privata», continuavano «a operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società loro riconducibili». Anche Stefano Liani è un ex funzionario Anas.

Il geometra di Casteggio

In una delle vicende che emergono dal decreto di perquisizione è coinvolto Mauro Ernesto Pelagalli. Dopo essere stato imputato insieme a Marco Liani e Giovanni Proietti (anche lui perquisito ieri) in un procedimento penale nel 2022 sempre per corruzione e turbativa d’asta all’interno di Anas, abbandonò l’ente pubblico per andare a rivestire, dal 2014 al 2018, la carica di amministratore unico di una delle società del gruppo Liani (Lavori e costruzioni Srl) per poi fare ritorno in Anas, una volta concluso il suo processo con l’assoluzione in Cassazione (con il suo avvocato Marcello Lugano avviò anche un procedimento per ingiusta detenzione). Secondo i pm Pelagalli, pubblico ufficiale di Anas (risulta essere un capo cantiere della società), e «profondamente legato ai membri della famiglia Liani, per rapporti personali e professionali», avrebbe favorito, approfittando del suo ruolo pubblico, l’assegnazione e lo svolgimento di lavori pubblici alle aziende riconducibili ai Liani. I pm ipotizzano tangenti ma non ci sono contestazioni precise a Pelagalli: «Si tratta di comprendere se tali abusi da parte degli esponenti di Anas siano collegati a qualche forma di utilità che gli stessi ottengono dai Liani».

I due dirigenti

Stefano Liani è stato dal 2015 al 2019 Responsabile della “Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori” di Anas con l’incarico di seguire tutte le fasi preliminari al lancio della gara milionaria bandita nel 2019 sulla statale S.S. 340 Regina, variante della Tremezzina. In quel periodo, il Responsabile Coordinamento Nuove Opere di Anas era Eutimio Mucilli. Stefano Liani, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto dal “Consorzio Stabile Sis” una cifra complessiva di 485.896 euro, mentre Mucilli avrebbe intascato oltre 360mila euro. I due, sottolineano i pm, hanno «percepito ingenti somme dal Consorzio Sis, nel contesto temporale in cui questo si aggiudicava un ingentissimo appalto bandito dalla struttura di Anas diretta dai medesimi». Il sospetto dei magistrati è che «le somme percepite dai due pubblici ufficiali fossero funzionali a garantire al Consorzio la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici nell’assegnazione ed esecuzione dell’appalto».