Ivrea, da 85 anni Casarin si dedica alla vista degli eporediesi
Ivrea. Da tre generazioni al servizio della cura della vista nella città di Ivrea; Flavio Casarin, 55 anni, di professione ottico e optometrista, si impegna nel suo mestiere aggiungendo passione ed attenzione per il cliente, per la qualità dei prodotti e dei servizi che da 85 anni l’attività di famiglia offre al Canavese.
Quando è nata l’attività di famiglia e quando ha maturato l’idea di diventare lei stesso un optometrista?
«Ottica Casarin è stata fondata da mio nonno Narciso nel 1939, fu lui ad aprire il negozio in piazza Ottinetti ad Ivrea. Poi mio padre, Roberto, ha proseguito portando avanti l’attività, sino al 2006, quando è avvenuto il passaggio di testimone con me, che ho preso le redini del negozio e ne sono diventato il titolare, trasferendone la sede in via Palestro, dove si trova attualmente. Diciamo che la passione per questo mestiere è cresciuta fra le pareti di casa e, frequentando il negozio, ero predestinato a fare questo lavoro. Quando si ha una simile fortuna in famiglia è difficile che sorgano altre aspirazioni».
Quale percorso formativo ha fatto per diventare ottico e poi optometrista?
«Correttamente si tratta di due professioni diverse: se vogliamo l’optometrista è un’ulteriore specializzazione rispetto al lavoro dell’ottico. Alle superiori ho frequentato ragioneria e, una volta diplomato, ho frequentato quella che ancora oggi è una delle migliori scuole del settore ovvero l’Istituto di ricerca e studi di ottica e optometria di Vinci, in provincia di Firenze, dove ho conseguito il diploma di laurea al termine dei tre anni di specializzazione. Era la fine degli anni Ottanta e mentre studiavo, sia alle superiori che in Toscana, alternavo il lavoro al negozio: posso dire che ancor prima di essermi qualificato avevo già incominciato a lavorare nel settore. A tutti gli effetti ho cominciato in maniera continuativa dal 1992 quando, per altro, avevo aperto in via Palestro lo studio di optometria, separato dal negozio. Solo nel 2006 abbiamo riunito le due attività».
In che cosa consiste il suo lavoro?
«Si parte dalla vendita dell’occhiale, la scelta della montatura e delle lenti, il controllo della vista e l’applicazione delle lenti a contatto. Ovviamente trattiamo anche tutta l’oggettistica legata al mondo della vista. In particolare, quando si scelgono le lenti, anche quelle a contatto, bisogna analizzare molto bene l’occhio, dal punto di vista fisico, ma anche selezionando la tipologia e i materiali, le caratteristiche della lente stesse, in base alle esigenze dell’occhio del cliente. Ogni occhio ha caratteristiche molto specifiche e anche lo stile di vita richiede un’analisi approfondita per la scelta del prodotto più adatto. Evitare, se possibile, la standardizzazione alla quale molti si adattano sia come clienti che come venditori è fondamentale. Una nostra particolarità è il fatto che siamo gli unici ad aver realizzato una linea nostra, che si chiama “Uciai”, riuscendo a collaborare direttamente con le aziende produttrici. Ogni modello di occhiale ha un nome in dialetto piemontese. Siamo sempre molto attenti alle novità e alla qualità. Vorrei anche dire che non mi improvviso ciò che non sono e conosco bene il confine tra l’optometrista e il medico oculista. Non mi sognerei mai di fare una diagnosi o prescrivere farmaci e colliri per la vista. Se durante la visita mi accorgo che ci sono dei segnali di patologie lo comunico subito al cliente consigliandogli un approfondimento medico».
Il suo settore quanto è cambiato da quando ha cominciato sino ad oggi?
«Le lenti sono cambiate passando da quelle in vetro a quelle in materiale infrangibile, mentre nel mondo delle lenti a contatto è avvenuto il passaggio da quelle rigide a quelle morbide, da quelle di uso durevole a quelle giornaliere. Negli ultimi anni ci sono state molte novità, forse le più importanti riguardano le lenti in grado di ridurre la progressione della miopia per i ragazzi fino ai 15 anni, le lenti progressive, quelle per la lettura e per chi lavora tanto davanti ad un monitor. Si è andati verso tecnologie che permettono di migliorare di molto il benessere della persona che soffre di disturbi alla vista. Ci sono lenti che, applicate di notte, permettono di compensare la miopia. Ci sono lenti apposta per giovani presbiti che evitano l’uso delle multifocali e lenti chiamate “drive”, specializzate per chi lavora alla guida di veicoli o fa il pilota. Ci sono prodotti adeguati alle esigenze di ognuno e il settore è in continua evoluzione».V.G.