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Октябрь
2024

Carema, in archivio la festa, Grappolo d’oro a Oreste Vairetto Piccolo

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CAREMA. “Parlano” i vini nell’edizione numero 72 della Festa dell’uva e del vino di Carema, su cui è calato il sipario la scorsa domenica. Hanno cominciato a farlo con una novità: la presentazione (giovedì sera nel ristorante La Maiola) in anticipo delle nuove annate di Carema che saranno commercializzate da dicembre: otto i produttori per una degustazione di nove etichette che ha abbinato il vino a prodotti e al racconto del territorio e della crescita del Carema, curato da Domenico Buratti. L’evento s’intitolava Carema Prima.

C’erano Gian Marco Viano, dell’azienda Monte Maletto, Vittorio Garda di Sorpasso, Luigi Ferrando per l’omonima azienda, la new entry Federico Santini di Muraje, che ha presentato il Carema doc 2021 Sumiè, Matteo Bosonetto, presidente della cantina produttori Nebbiolo di Carema con il Carema riserva 2020, Cristian Bagnod per Cella grande, e poi le aziende Chiussuma e la cantina Togliana, di Achille Milanesio, erede della memoria storica del Carema, capace di legare tradizione e modernità: il Carema riserva doc 2020 nasce dalle vigne più vecchie, di oltre 40 anni, e dalla selezione dei migliori grappoli del vitigno autoctono per eccellenza di Carema: il Nebbiolo “Picotendro”. Per Bosonetto la sinergia e il confronto tra produttori sono «un sogno che s’avvera. Un importante passo in avanti per la promozione del nostro prodotto d’eccellenza». Così anche l’enologo della Cantina produttori Nebbiolo di Carema Maurizio Forgia, che ha ricordato gli sforzi della cantina, fondata nel 1960, per il miglioramento qualitativo del Carema: «Abbiamo ristrutturato il parco botti -ha spiegato Forgia - facciamo una cernita rigorosa delle uve e cerchiamo un affinamento in purezza».

Sorpresa finale con la degustazione di un Carema riserva del 1968 portato da Daniela Morbelli, erede della nota azienda di Ivrea. «Ringrazio l’associazione Giovani vignaioli canavesani -ha detto - che mi ha dato la possibilità di far rivivere la storia della mia azienda e che in 10 anni sta riuscendo del non facile lavoro di portare il Carema e l’Erbaluce a livello nazionale». «Abbiamo prospettive di sviluppo – le ha fatto eco Gian Marco Viano, presidente dei Giovani vignaioli –. Dobbiamo essere capaci di sfruttare la risorsa vino per creare iniziative culturali di qualità che inneschino positive ricadute sul territorio. Occorrono altri investimenti per spingere i giovani a coltivare i vigneti del Carema. Abbiamo 22 ettari a Carema: obiettivo quota 100».

Un successo è stata anche la serata di “Andar per cantine antiche”, l’evento clou nel cartellone della Festa dell’uva e del vino di Carema, organizzato al Comune con la collaborazione della Cantina produttori Nebbiolo di Carema, la Pro loco e il Gruppo alpini. Un evento di grande fascino certificato dai numeri e dalla nascita di un’associazione ad hoc, guidata da Rossana Volagera. Sono stati 1.300 i tagliandi staccati al botteghino per le degustazioni di vini e di menù del territorio serviti lungo un percorso tra 19 crote aperte per l’occasione tra le viuzze e le case in pietra abbracciate le une alle altre e puntellate da fontane dell’antico borgo medievale di Carema, che hanno accolto 24 produttori.

Il giorno dopo, domenica 29, erano 36 i produttori (tre in meno dello scorso anno) che hanno partecipato al tradizionale appuntamento con il Grappolo d’oro, che premia i migliori grappoli di uve Nebbiolo, esaminati da una giuria tecnica, presieduta da Elena Magni. Sul palco della tensostruttura, allestita per i festeggiamenti nell’area degli impianti sportivi il sindaco Fabio Peretto e l’assessora alla cultura e al turismo Rosanna Vairetto, hanno premiato Oreste Vairetto Piccolo, ritenuto il miglior produttore. A lui la spilla d’oro che simboleggia il grappolo. Secondo posto per Didier Bosonetto, seguito da Riccardo Ribotta, Alessandro Bosonetto e Mario Bosonetto che hanno ricevuto premi offerti dagli sponsor. Il sindaco ha voluto premiare con un volume sulla storia del paese anche i proprietari delle crote, che si sono resi disponibili per aprire i loro scrigni di saperi. Peretto ha poi guardato avanti: «Stiamo lavorando - per trasformare la Gran Masun nella casa dei produttori vinicoli. Intanto abbiamo reso strutturale l’apertura ogni domenica del museo multimediale della viticoltura eroica ospitato al primo piano della roccaforte del 1400 recuperata e restaurata dal Comune . Il museo racconta la storia di un territorio, della sua viticoltura eroica e della sua gente: gli anziani che passano il testimone ai giovani . —