Cento lettere in 30 anni: il dialogo con il giornale di un “friulano doc” raccontato in un libro
«Prima di inviare una lettera al giornale, la scrivo, la lascio sedimentare qualche giorno e poi la mando solo se ne sono ancora convinto». Franco Cozzi sceglie di non essere impulsivo.
Sceglie moderazione, pacatezza ed equilibrio: sono le componenti fondamentali di oltre 100 interventi raccolti nel volume "30 anni di lettere al Messaggero Veneto", pubblicato a settembre dalla tipografia Filacorda e presentato nella sede del giornale.
In viale Palmanova 290 si registra il tutto esaurito: oltre 30 persone tra amici, famigliari e curiosi per ascoltare il dialogo tra l’autore, medico e professore universitario, e Paolo Mosanghini, vicedirettore Gruppo Nem con delega al Messaggero Veneto. Un successo straordinario, che premia la costanza di un lettore affezionato e instancabile, che con i suoi interventi epistolari ha tenuto teso il filo invisibile che lega un giornale alla sua comunità.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14684199]]
«Ho sempre avuto la pazienza, da una trentina d’anni a questa parte, di raccogliere le fotocopie delle lettere che il Messaggero mi pubblicava» racconta Cozzi. 5 anni fa l’uscita del primo volume, presentato il 27 giugno 2019 sempre nella sede del giornale.
«Quel giorno, lo ricordo benissimo, fu un onore per me dialogare con l’allora direttore Omar Monestier, scomparso nel 2022. Fu proprio lui a esortarmi a scrivere ancora e così continuai. Dal 2019 a oggi sono uscite altre 40 lettere, che sommate a quelle precedenti diventano un centinaio».
Il nome di Monestier ritorna, con una dedica speciale, all’inizio del volume, aperto dalla prefazione di Paolo Mosanghini. «Non è frequente che un giornale riceva tante lettere, alcune ancora scritte a mano: messaggi preziosi, a maggior ragione nell’epoca della tecnologia», spiega il vicedirettore, ricordando quanto sia importante tenere vivo il dialogo quotidiano con i lettori.
«Linfa vitale per la prosperità di un quotidiano: non solo gratificazione, ma anche e soprattutto monito che ci aiuta a tenere alta l’attenzione su alcuni temi».
Sfogliare il libro di Cozzi significa cogliere una spaccato della società friulana degli ultimi anni: i temi trattati nelle lettere spaziano dall’attualità allo sport – grande passione dell’autore – passando per la cronaca, nazionale e internazionale, attraverso tutti gli eventi drammatici che hanno scosso il Paese, dal Covid alle guerre alle porte dell’Europa. Argomenti complessi e divisivi, che Cozzi tratta sempre con i guanti, per evitare i rischi della polarizzazione delle opinioni.
Perché scrivere al Messaggero Veneto? A questa domanda Franco Cozzi risponde con decisione: «Sono un friulano Doc, nonostante abbia sempre lavorato altrove, ho un rapporto strettissimo con il mio territorio e nello specifico con due istituzioni».
Quali? «Una è il Messaggero Veneto, la mia prima lettura quotidiana, l’altra è l’Udinese calcio, di cui non mi perdo una partita da 40 anni».