Affitti brevi sul litorale, in vigore le nuove regole: ecco cosa cambia
C’è una maggiore richiesta di affitti brevi in tutto il comparto provinciale, ci sono situazioni che vanno risolte. Il nuovo sistema di identificazione degli alloggi, con la nascita del codice Cin, obbligatorio entro il 2 novembre prossimo, favorirà l’emersione del nero e la regolarità dei soggiorni: ci sono già le prime regolarizzazioni.
Per ciò che riguarda le presenze rispetto all’anno scorso, a Caorle si è registrato +5% di presenze: anche per questo contrastare l’abusivismo diventa fondamentale.
Se ne è parlato al centro civico di Caorle dove oltre un centinaio di addetti ai lavori ha partecipato al dibattito “Affitti brevi e locazioni turistiche, come allinearsi alle nuove regole”, organizzato da Fimaa, la Federazione Italiana mediatori Agenti d’Affari.
Lo scorso 6 giugno il Ministero del Turismo ha emanato il decreto ministeriale che mette in pratica le disposizioni dell’articolo 13-ter, comma 13, del Decreto Legge 145 del 18 ottobre 2023: un provvedimento che definisce le modalità di coordinamento tra le banche dati nazionali delle strutture turistico-ricettive e delle unità immobiliari affittate per brevi periodi a scopi turistici, con quelle delle regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Diventa obbligatorio in sostanza, per il proprietario di seconde case ad uso turistico, essere iscritto in Banca Dati per poter ottenere il Cin, il Codice Identificativo Nazionale, da esporre nelle strutture in locazione e da utilizzare per gli annunci degli appartamenti. Dal punto di vista della sicurezza il Cin viene rilasciato unitamente all’obbligo, per legge, di avere rilevatori del gas e la presenza di almeno un estintore.
Nell’estate scorsa ci sono state due esplosioni a Bibione mentre una è stata scongiurata a Caorle. La creazione di questo Codice dovrebbe garantire maggiore sicurezza.
«Il Cin», ha ribadito il vicepresidente di Fimaa nazionale e presidente Fimaa interprovinciale Venezia e Rovigo, Alessandro Simonetto, «rappresenta una novità importante perché finalmente la procedura viene regolarizzata dovunque e non solo in Veneto, dove esiste già da diversi anni il Codice Identificativo Regionale. Il codice alfanumerico individua gli imprenditori e la struttura e questo permette di conoscere la reale disponibilità di alloggi, ponendo un freno all’abusivismo».