Nuovo consiglio provinciale, vittoria del centrodestra: ecco tutti gli eletti
PAVIA. Ecco tutti gli eletti del nuovo consiglio provinciale che avrà una durata di due anni.
Alla lista La provincia dei Comuni - Palli Presidente vanno otto seggi (centrodestra): quattro in quota Lega, tre Fdi e uno solo per Forza Italia. Anche se Quaroni, che è è stato voluto fortemente dal presidente Palli dopo la rottura con Forza Italia, è stato comunque sostenuto da alcune frange di Forza Italia.
Gli eletti:
1) Amedeo Quaroni (8767 voti), vicesindaco di Montù Beccaria e attuale vicepresidente provinciale (ex Forza Italia, Lega)
2) Michela Callegari (6460), sindaca di Miradolo Terme (Lega)
3) Daniela Bio (5944), consigliera comunale di Castello d’Agogna (Lega).
4) Antonio Costantino (5510), sindaco di Gambolò (Lega).
5) Serafino Carnia (5379), consigliere comunale di Ottobiano (Fratelli d’Italia).
6) Dino Di Michele (4741), consigliere di Stradella (passato negli ultimi mesi da Forza Italia a Fratelli d’Italia).
7) Nicola Niutta (4478), consigliere comunale di Pavia e già presidente del consiglio comunale (Fratelli d’Italia).
8) Paola Patrucchi (4302), sindaca di Cozzo (Forza Italia).
A La Casa dei comuni vanno 4 seggi (centrosinistra, tutti in quota Pd):
1) Marcello Infurna (4937 voti): sindaco di Certosa e responsabile provinciale enti locali del Partito democratico, già consigliere provinciale
2) Milena D’imperio (4655), capogruppo Pd nel consiglio comunale di Pavia, a Piazza Italia aveva già ricoperto il ruolo di vicepresidente.
3) Fabio Zucca (3961), sindaco di Belgioioso (Pd).
4) Alessio Bertucci (3258), consigliere comunale di Vigevano e responsabile organizzativo del Pd Provinciale.
L’affluenza
Affluenza in crescita alle elezioni per rinnovare il Consiglio provinciale. Sono elezioni di secondo livello, alle quali hanno partecipato sindaci e consiglieri dei 185 Comuni della provincia, che si sono svolte ieri all’istituto Volta di Pavia. La percentuale dei votanti (1.584 su 2.144 aventi diritto) è stata del 73.8% rispetto al 70.8% dell’ultima tornata (1.517 votanti). Cresce soprattutto la partecipazione dei Comuni più piccoli, quelli fino a 3mila abitanti e fra 3 e 5mila abitanti.
Il presidente Giovanni Palli (Lega) commenta così l’affluenza in crescita: «Un ottimo risultato che dà il segno del lavoro che, tutti insieme, stiamo facendo in modo capillare per costruire il futuro della provincia di Pavia».
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Scrutinio nella notte
Lo spoglio delle schede e il calcolo dei voti ponderati si è concluso nella notte e i risultati sono stati ufficializzati con il giornale già chiuso in tipografia. Complesse le operazioni di scrutinio nonostante il numero di schede limitato rispetto alle elezioni di primo livello e la suddivisione degli elettori in tre sezioni.
Ogni elettore, infatti, ha ricevuto una scheda diversa in base alle dimensione del Comune rappresentato, e per stabilire i voti totali ricevuti da ogni candidato gli scrutatori hanno dovuto fare i calcoli del voto ponderato in base ai cinque diversi coefficienti di peso dei votanti. Un esempio per cercare di capire: il voto ricevuto da un elettore di un grande Comune (più di 30mila abitanti), valeva circa come 20 voti provenienti da consiglieri di piccoli comuni con meno di 3mila abitanti.
Le prime proiezioni
Alla chiusura dei seggi le voci che circolavano tra candidati e grandi elettori davano più probabile il centrodestra con 7 consiglieri e il centrosinistra con cinque. I più ottimisti dell’opposizione, però, non scartavano l’ipotesi del pareggio: sei consiglieri a testa. In entrambi i casi il presidente Giovanni Palli (che resterà in carica ancora per tutto il 2025) avrebbe la maggioranza in un Consiglio con 12 componenti nel quale vota e quindi può fare la differenza. Avere una maggioranza di sette consiglieri, però, consegnerebbe a Palli un ultimo anno di mandato molto più tranquillo, senza la preoccupazione che ad ogni consiglio un’influenza o un’assenza strategica rischi di mandare sotto l’amministrazione.
Al di là dei numeri, conterà anche la composizione del nuovo Consiglio: all’interno della maggioranza le appartenenze di partito conteranno e non conteranno poco, anche in considerazione dei cambi di casacca (per quanto tutti all’interno del centrodestra) che hanno preceduto il voto per il rinnovo del Consiglio.