Elezioni nel Brandeburgo: Il partito del cancelliere Scholz evita per un pelo un’altra debacle
Le elezioni per il nuovo parlamento del Land tedesco del Brandeburgo, tenutesi il 22 settembre, si sono concluse con una vittoria risicata dei socialdemocratici (SPD), con il 30,7%, sull’Alternativa per la Germania (AfD), con il 29,4%, dopo che i sondaggi avevano indicato il contrario. Un fattore decisivo per la crescita dell’SPD è stato lo spettacolare appoggio alla vigilia delle elezioni da parte di Michael Kretschmer, governatore della CDU in Sassonia, che aveva appena vinto le elezioni del 1° settembre (cfr. SAS 36/24). Kretschmer ha esortato gli elettori della CDU nel Brandeburgo a un voto socialdemocratico per sconfiggere l'”estremista” AfD. La raccomandazione è stata seguita, ma ha anche portato a una perdita del 3,5% per la CDU rispetto al 2019, collocandola in quarta posizione con il 12,1% dei voti.
Il BSW (partito di Sahra Wagenknecht, foto) ha conquistato il terzo posto con il 13,6%, risultato davvero impressionante dal momento che la sezione brandeburghese del partito è stata fondata solo cinque mesi fa. La campagna del BSW contro la guerra e contro le forniture di armi all’Ucraina ha evidentemente risuonato con molti elettori, mentre i Verdi, il principale partito della guerra, sono precipitati al di sotto della soglia di sbarramento con solo il 4,1%, ovvero il 6,5% in meno rispetto a cinque anni fa, a causa dello stesso sentimento antibellico. La formazione della nuova amministrazione statale è ancora da definire, ma sulla carta non può prescindere da un’alleanza con il BSW, il quale come condizione pone un allontanamento dalla politica guerrafondaia del governo centrale.
In ogni caso, il risultato elettorale avrà ripercussioni anche a livello nazionale e internazionale. L’esclusione dei Verdi dal Parlamento in Turingia il 1° settembre e ora da quello del Brandeburgo, e l’insuccesso dei liberali dell’FDP in tutte e tre le elezioni (1,1% il suo miglior risultato), pongono un enorme punto interrogativo sul futuro della coalizione “semaforo” del governo centrale. All’inizio dell’anno, nell’FDP c’è stata un’iniziativa di base per decidere se il partito dovesse uscire dalla coalizione per sopravvivere, e ora potrebbe riemergere.
Il vicepresidente nazionale dell’FDP, Wolfgang Kubicki, aveva già dichiarato poche ore dopo i risultati del Brandeburgo che una qualche decisione dovrà essere presa nelle prossime settimane: “Non aspetteremo fino a Natale. Non possiamo aspettarci che lo faccia il Paese”.
A livello internazionale, il calo del sostegno interno ha indebolito notevolmente il governo federale di Scholz, e molti al di fuori del Paese si chiedono se riuscirà a sopravvivere nell’ultimo anno del suo mandato o se crollerà mesi prima delle elezioni nazionali previste per il settembre 2025. Anche l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre e la politica del nuovo Presidente, con la guerra o la pace come questione urgente, svolgeranno un ruolo importante in qualsiasi cambiamento politico importante in Germania.